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MILANO – Robusta – Canephora: A Guide to Loving It! è un libro innovativo che cerca di riscrivere la narrativa globale sul caffè Robusta, una specie a lungo trattata come una merce e fraintesa rispetto alla sua cugina più famosa, l’Arabica.
Scritto e curato dal professionista polacco del caffè Mikołaj Pociecha della Chunky Cherry Roasters di Amsterdam, noto per il suo lavoro pionieristico con i caffè Robusta, il libro era originariamente destinato a concentrarsi sulle tecniche di torrefazione, ma si è rapidamente evoluto in qualcosa di molto più grande.
Il risultato è un lavoro collaborativo e indipendente che riunisce diverse voci globali per esplorare la storia, il linguaggio sensoriale, il peso culturale e il potenziale economico del Coffea Canephora.
Dai metodi di estrazione e valutazione dell’aroma alla teoria della torrefazione, alla storia coloniale e persino alla progettazione dell’acqua, il libro di 280 pagine offre una visione approfondita e sorprendentemente inclusiva del ruolo della Robusta nel mondo del caffè odierno.
Gli autori che hanno contribuito sono: Isabelle Mani, Bhavi Patel, Judith Konsten, Reza Nurullah e Rohan Kuriyan.
Il libro è disponibile per l’acquisto a questo link e presso rivenditori selezionati in tutta Europa.
Mikołaj Pociecha sul libro Canephora: Il suo libro parte da una premessa molto concreta: la Robusta è stata a lungo fraintesa non a causa di cospirazioni o pregiudizi, ma per la sua storia.
Qual è stato il momento in cui ha capito che questa storia doveva essere raccontata in modo diverso, e raccontata ora?
“Affrontare qualsiasi situazione da un punto di vista negativo non porterà a risultati positivi. Invece di discutere approfonditamente di tutti i difetti e i problemi che esistono o che si sono verificati, credo sia importante condividere una storia radicata in un po’ di ottimismo e, a volte, nella beata ignoranza dei pesanti pregiudizi che circondano questo argomento. Il momento in cui presentare questa narrazione mi sembra perfetto, non credete? Perché oggi siamo vivi, presenti e lavoriamo sodo.
Questo dovrebbe essere più che sufficiente. Non stiamo aspettando che la prossima generazione raccolga il testimone. Quando avremo finito, ci sarà una base, una prova dei nostri sforzi, per coloro che un giorno si innamoreranno di questo tema, probabilmente grazie al lavoro che abbiamo svolto”.






















