lunedì 22 Settembre 2025

Fabio Verona analizza il futuro del caffè: EUDR tra tracciabilità, sostenibilità e le responsabilità

Fabio Verona: "L’EUDR non è solo un vincolo normativo: è un’opportunità per costruire catene del valore trasparenti, riducendo il rischio di legami con deforestazione, sfruttamento del lavoro e violazioni ambientali. Un caffè certificato conforme diventa sinonimo di responsabilità sociale e ambientale"

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  • TME Cialdy Evo

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Il nuovo Regolamento UE contro la deforestazione (EUDR) cambia le regole per il caffè: tracciabilità a livello di appezzamento, classificazione dei Paesi a rischio e responsabilità condivise lungo tutta la filiera.

Fabio Verona, esperto del chicco e responsabile formazione ed eventi presso Caffè Costadoro, analizza i possibili scenari del nuovo regolamento. Ecco cosa devono sapere torrefazioni, importatori e commercianti.

Cos’è l’EUDR e perché riguarda il caffè

di Fabio Verona

“L’EU Deforestation Regulation (Reg. UE 2023/1115) vieta l’immissione sul mercato e l’export nell’UE di prodotti collegati alla deforestazione o al degrado forestale dopo il 31 dicembre 2020.

Tra le sette materie prime coperte rientra anche il caffè, insieme a bovini, cacao, legno, olio di palma, soia e gomma naturale.

Nell’allegato i del regolamento il caffè e i suoi derivati sono descritti così:

0901 Coffee, whether or not roasted or decaffeinated; coffee husks and skins; coffee substitutes containing coffee in any proportion

Questa definizione include ogni tipo, forma e utilizzo del caffè, sia in purezza che come ingrediente in altri prodotti.

Le azioni chiave per prepararsi

I crudisti, gli importatori e le torrefazioni che acquistano direttamente dai Paesi produttori devono avviare progetti di tracciabilità geospaziale con i fornitori e predisporre le prime dichiarazioni di dovuta diligenza (DDS).

Le azioni principali sono:

  1. Mappatura della supply chain fino all’appezzamento, con dati geospaziali e prove documentali.
  2. Verifica temporale: esclusione dei lotti prodotti su terreni deforestati dopo il 2020.
  3. Segmentazione per rischio Paese, in base alla classificazione UE.
  4. Preparazione della DDS tramite il sistema informatico europeo.
  5. Gestione delle non conformità: separazione dei flussi e divieto di miscelare lotti tracciati con origini non verificate.

L’applicazione scatterà dal 30 dicembre 2025 per grandi operatori e dal 30 giugno 2026 per micro e piccole imprese.

Classificazione dei Paesi: come funziona il benchmarking EUDR

La Commissione europea ha pubblicato la prima Country Classification List (22 maggio 2025), che suddivide i Paesi in tre categorie: basso, standard e alto rischio.
La categoria influisce sui controlli:

  • 1% per Paesi a basso rischio
  • 3% per Paesi a rischio standard
  • 9% per Paesi ad alto rischio

Questa metodologia è stata contestata dal Parlamento europeo (risoluzione del 9 luglio 2025), ma resta vincolante fino a nuova decisione.

Classificazione aggiornata dei principali Paesi esportatori di caffè (22/05/2025)

  • Basso rischio: Vietnam, India, Kenya, Ruanda, Ghana, Papua Nuova Guinea
  • Rischio standard: Brasile, Colombia, Etiopia, Indonesia, Messico, Perù, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Uganda, Tanzania, Costa d’Avorio, Camerun
  • Alto rischio: Myanmar

Per chi lo desidera qui è disponibile la Lista completa su EUR-Lex

Impatti concreti per il settore del caffè

  • Origini a basso rischio → due diligence semplificata, minori controlli, potenziale vantaggio competitivo.
  • Origini a rischio standard → procedure ordinarie e rafforzate (Brasile, Colombia, Etiopia). Necessari investimenti in tracciabilità e certificazioni.
  • Origini ad alto rischio → maggiori oneri amministrativi e reputazionali, con controlli intensivi (almeno 9%).

In prospettiva, acquistare da Paesi a basso rischio significa meno costi e minore burocrazia.

Oltre la conformità: il valore sociale e ambientale del caffè tracciato

L’EUDR non è solo un vincolo normativo: è un’opportunità per costruire catene del valore trasparenti, riducendo il rischio di legami con deforestazione, sfruttamento del lavoro e violazioni ambientali.

Un caffè certificato conforme diventa sinonimo di responsabilità sociale e ambientale.

Non spaventiamo nessuno: ruolo delle torrefazioni

Il regolamento è chiaro: il torrefattore non è definito come soggetto primario obbligato a redigere la DDS, ma come attore secondario.

Ha quindi il dovere di richiedere e verificare che l’importatore (con sede nell’UE) abbia correttamente redatto la DDS.

Attenzione: questa semplificazione cade se l’azienda acquista direttamente dal Paese produttore o da un importatore extra-UE.

Responsabilità dei commercianti a valle: oltre la legge

Anche i commercianti a valle (GDO, horeca, trasformatori) hanno un ruolo cruciale.
Devono privilegiare fornitori certificati e rafforzare la trasparenza con i clienti.

Azioni consigliate:

  • Trasparenza verso i consumatori: formare lo staff e comunicare l’origine del caffè.
  • Educazione del mercato: spiegare perché un caffè tracciato costa di più.
  • Responsabilità sociale: scegliere fornitori con sistemi di tracciabilità già attivi.
  • Impatto ambientale: ridurre la pressione sulle foreste tropicali e aiutare a preservare il pianeta per le generazioni future.
  • Reputazione: proteggere la fiducia dei clienti è un valore fondamentale.

Il downstream operator non è solo un attore commerciale: è un ambasciatore della sostenibilità e custode del patto di fiducia tra filiera e consumatore.

Chi inizia ora sarà pronto non solo a rispettare l’EUDR, ma a costruire un vantaggio competitivo fondato su trasparenza e sostenibilità.

Risorse utili

Qui trovate l’elenco delle domande frequenti in italiano, uno strumento di semplificazione per la comprensione del regolamento e il documento di orientamento con diverse simulazioni utili a comprendere il ruolo di responsabilità nel quale può trovarsi la vostra azienda”.

                                                                                                              Fabio Verona

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