GAVIRATE (Varese) – Stardustcoffee è la creazione di Federica e Christian, spinti nel mondo del bar e dello specialty dalla passione: coppia nella vita e ora in quella professione, dal design e sviluppo della user experience Christian si affaccia per la prima volta al settore horeca; lo stesso vale per Federica, con esperienza nel campo dei social media.
Raccontano: “Ci siamo conosciuti proprio durante il Covid. – e Christian aggiunge subito – La sua prima volta da Starbucks è stata voluta fortemente da me – e lei chiarisce – arrivando dalla Puglia, dove non esiste niente del genere mi sono buttata e ho ordinato un americano.”
Da lì il viaggio e le prove delle diverse caffetterie anche fuori dall’Italia. Dice Federica: “Tutto nasce più che altro dalla nostra insoddisfazione come consumatori.”
Stardustcoffee, la genesi di un’avventura specialty
“Così abbiamo cominciato a prepararci le nostre ricette a casa, usando anche degli sciroppi poco conosciuti in Italia e che però sono davvero interessanti per la realizzazione di bevande particolari. Abbiamo imparato diverse tecniche, tra cui la latte art e ad un certo punto ci siamo accorti che senza formazione non avremmo potuto fare quel salto necessario a diventare dei veri professionisti.
Quindi abbiamo scoperto Aicaf, attraverso la quale vogliamo portare a termine tutti i corsi. Ci ha aperto questo mondo Timmycoffeemaster, il quale poi ci ha messo in contatto con la torrefazione Caffè Cosmai, che ha 4 miscele dedicate al bar, tra cui una 90% Arabica e 10% Robusta, insieme ad un tostatore peruviano. Hanno inoltre una scelta interessante di specialty, 3 con punteggi intorno agli 86 scores (80-90 euro al chilo) e altre 2 più tradizionali per i palati meno allenati.”
Poi l’idea del locale Stardustcoffee
Il progetto inizia con una battuta: “E se avessimo una nostra caffetteria? – scherzano entrambi – Così abbiamo trovato un locale all’asta e ci siamo lanciati in questa avventura, in provincia di Varese (Piazza XX settembre N.3, Gavirate). Una realtà relativamente piccola, che però ha dimostrato una mentalità molto aperta. Tante scuole accolgono le nuove generazioni che stanno scoprendo queste novità nel mondo della ristorazione e della somministrazione di tipo differente.”

Christian: “McDonald’s per esempio ha appena aperto. E questo è una prova che esiste un pubblico dinamico in cui una catena così importante ha scelto di investire”.
Al contrario di molti baristi e gestori, voi curate molto la parte dei social e la usate come un canale di educazione al consumatore finale: ci raccontate la strategia e le reazioni?
Federica interviene: “Abbiamo pensato a questa parte come primo step da cui partire: su Tik Tok e Instagram siamo seguiti da un’agenzia e conosciamo già la potenza comunicativa di questi canali. Ci siamo posti come divulgatori sul caffè e ci siamo posti l’obiettivo da subito di condividere cosa stessimo imparando quotidianamente insieme a Timmy e poi più in generale. Avevamo notato di quanto fosse diffusa la confusione tra gli stessi baristi, che non avevano le idee chiare sulle preparazioni e le proporzioni.”
Christian si ricollega: “Sono dieci anni che ci muoviamo sui social, raggiungendo anche numeri importanti. Padroneggiamo bene le modalità giuste per comunicare. Abbiamo iniziato nell’ambito della tecnologia e ora abbiamo messo a servizio le nostre competenze per far sviluppare questo nuovo progetto.
Non siamo del tutto sorpresi dei risultati ottenuti sin qui, ma su Tik Tok abbiamo avuto un riscontro ancora più importante del previsto: 10mila iscritti, con qualche milione di visualizzazione in un mese.
Attraverso questi canali poi, ancora più significativo, abbiamo compreso meglio il pensiero delle persone sulla caffetteria. Questo da un lato ci ha incoraggiato, perché tante persone oggi non vanno più al bar perché non vogliono più bere qualcosa di cattivo e noi in questo allontanamento ci vediamo un’opportunità da cogliere. È sufficiente proporre qualcosa di diverso.”
State per aprire il vostro locale specialty: dove, quando, perché
“Soltanto con lo specialty sarebbe difficile sostenersi economicamente. Per cui nel locale Stardust proporremo un 100% Arabica che useremo soprattutto per le bevande come l’iced latte, iced coffee, il filtro, il Syphon, Matcha Latte e valuteremo anche un fornitore di tè di altissima qualità. Stiamo studiando anche un’offerta di cibo internazionale, come i cookies insieme all’avvio di una collaborazione con dei pasticceri per realizzare i nostri dolci da accompagnare al tè e al caffè.

Ovviamente il focus di Stardustcoffee sarà la customizzazione delle bevande, un nostro punto forte, dato che in Italia non è una cosa particolarmente praticata.
Sul caffè avremo anche una miscela 70%-30%, con poca Robusta, ma intenso nel gusto. Partiremo così, per testare le reazioni dei nostri clienti.
Naturalmente parliamo di tostature chiare e per l’espresso attualmente abbiamo fissato il prezzo sull’euro e 40: nella nostra zona c’è già qualcuno che lo vende a un euro e 50, per cui non dovrebbe traumatizzare molto i consumatori. Ci assumiamo parte del rischio che però non ci preoccupa eccessivamente: la nostra formazione, il prodotto che vendiamo, giustificano il prezzo finale.
Per le attrezzature collaboriamo con la torrefazione Cosmai, che ci ha proposto La Sanremo D8 e i macinacaffè Eureka on demand.
Infine, avremo anche in carta i principali 3 specialty esposti nei nostri scaffali, per poterle usare in casa, soprattutto con le estrazioni alternative. Abbiamo già avuto dei riscontri positivi di clienti che stanno attendendo di poter avere un luogo di riferimento in cui bere i filtri. Molti stranieri sono qui e hanno bisogno di una caffetteria che li possa soddisfare.
Ma l’intento primario resta quello di educare il cliente e guidarlo nella sua ingenuità rispetto al mondo caffè. Da noi, si può bere effettivamente un ottimo caffè”.
L’estetica della caffetteria Stardust fa la sua parte
“Volevamo includere i giovani, che attualmente non hanno un posto dove incontrarsi e stare in compagnia, magari studiando in pace per un po’ di tempo e sorseggiando un buon caffè. Per questo ci saranno dei divanetti che creano una zona a disposizione per chi vuole rimanere senza limiti, una volta ordinato. Il design è stato pensato da noi che siamo del mestiere.”
Un capitolo del vostro profilo è stato dedicato proprio ai passi e gli ostacoli necessari da attraversare per avviare una propria caffetteria: riassumiamoli qui assieme
“E’ il nostro modo di affacciarci sui social, che da sempre sono stati per noi un modo per trovare informazioni a noi necessarie.
E così questa nostra filosofia è rimasta, al contrario: non abbiamo paura di condividere i particolari del nostro percorso, anzi, se possiamo essere utili a chi sta attraversando magari la stessa avventura, siamo felici. La gestione poi non è standard, c’è sempre il fattore umano di chi apre la caffetteria che non può essere copiato. Quindi dove starebbe il problema?
Questo dialogo piuttosto stimola un maggiore coinvolgimento dei nostri utenti, che si rivedono ed empatizzano con noi. E poi alcune idee che ci scrivono rappresentano come una fusione di intenti.”
Ed ecco a fine marzo, l’avvio di Stardust, locale di 40 metri quadri per il pubblico e un dehors da 10 metri quadri, con la possibilità di ospitare una 20 posti a sedere e una decina fuori. Con un orario di apertura per i primi mesi che copre dalla colazione sino alle sei e mezza.
Così è strutturato il primo periodo di prova, per capire quando concentrare le energie e studiare meglio il traffico. “Più avanti potremmo modificare le cose, magari proponendo il take away e il cold brew, con la bella stagione. E poi la limonata brasiliana – svela Federica – che sarà una nostra hit”.
Christian: “Dobbiamo ancora rodare la nostra caffetteria. Che per noi è esattamente come un ristorante, nella ricerca di soluzioni, nuove bevande ed estrazioni. Menù ricercati. Per distinguersi, bisogna inoltre rilanciare la figura del barista, che dev’essere in grado di guidare il cliente in un’esperienza unica, diversa da quella tipica della tazzina consumata al volo.”
Federica conclude: “Non basta più mettere un operatore che lavora automaticamente dietro al bancone. Fa la differenza invece una persona che sa dialogare con il cliente, senza allontanarlo e magari creando una connessione che lo fa tornare. Serve in una caffetteria moderna la competenza e la passione.
In Europa questa figura esiste da tanto tempo e questa concezione di servizio deve arrivare anche in Italia per evolversi in una caffetteria moderna. Vorremo a questo proposito organizzare più avanti dei workshop, dei piccoli eventi dedicati a fare divulgazione. Durante l’anno proporremo alcune miscele e ricette da tutto il mondo, su impronta europea.”