lunedì 06 Maggio 2024
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Apicoltura e caffè: il progetto di 4 anni della Fondazione Ernesto Illy in Colombia

Pare infatti che le api contribuiscano a incrementare la produzione di caffè di qualità, oltre che a produrre un miele davvero speciale e altri prodotti derivati. È un’attività finora quasi inesistente, il cui sviluppo potrebbe invece aiutare le popolazioni più bisognose

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MILANO – L’apicoltura affiancata alla coltivazione di caffè non è una novità, anzi, è una combinazione che può portare un miglioramento delle condizioni sociali ed economiche nei Paesi produttori. Lo ha dimostrato il progetto di 4 anni portato avanti dalla Fondazione Ernesto Illy nella Colombia centrale. Leggiamo che cosa ha comportato da fondazionernestoilly.it.

Apicoltura: una risorsa anche per la filiera del caffè

Lo scopo di questo progetto di quattro anni è stato quello di promuovere l’apicoltura, affiancandola all’attività di coltivazione del caffè delle comunità più disagiate, così da creare una migliore gestione della piantagione e al tempo stesso una fonte di sostentamento aggiuntiva e sostenibile.

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Pare infatti che le api contribuiscano a incrementare la produzione di caffè di qualità, oltre che a produrre un miele davvero speciale e altri prodotti derivati. È un’attività finora quasi inesistente, il cui sviluppo potrebbe invece aiutare le popolazioni più bisognose.

Con questo progetto, iniziato nel 2010, la Fondazione Ernesto Illy ha voluto anche costituire un “modello base” amico dell’ambiente e applicabile ad altre zone e Paesi non inizialmente coinvolti nel progetto.

La zona scelta per questo progetto è Calarama di Chaparral

Nella regione Tolima (Colombia centrale), dove i coltivatori di caffè hanno ricevuto l’istruzione e la formazione necessarie per diventare anche apicoltori.

Il progetto è risultato efficiente a tal punto, da indurre Calarama a sviluppare una propria organizzazione per la gestione dell’apicoltura all’interno delle piantagioni di caffè, capitalizzando gli sforzi e avviando un’azienda per la produzione di miele per il mercato locale e per l’auto-consumo.

Per i risultati del progetto, vi invitiamo a leggere (in inglese) il report pubblicato nel 2014.

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