giovedì 11 Aprile 2024
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Europa centro-est è il mercato di punta per l’export di caffè, prima la Polonia

A guidare il trend è la Polonia, dove i caffè torrefazione praticamente inesistenti nel 2010 hanno superato il centinaio nel 2019. A livello globale gli effetti economici della pandemia di Covid-19 preoccupano i produttori. Secondo l'International coffee organization, che ha effettuato uno studio sui 20 Paesi che più consumano caffè, a una diminuzione di un punto percentuale della crescita mondiale del PIL corrisponderà una riduzione dello 0,95% del consumo di caffè, pari a 1,6 milioni di sacchi da 60 kg

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MILANO – Finalmente anche nell’Europa centro-orientale il caffè ha conquistato i palati dei consumatori, tradizionalmente legati ad altri tipi di bevande calde, ora attenti coffeelover. In effetti la nuova abitudine di degustazione si basa su un principio sacrosanto: bere il caffè, certo, a patto che sia buono. La pausa tazzina è sempre più attenta alle miscele di qualità in questa zona, proprio per questo attualmente di grande interesse per gli esportatori di tutto il mondo. La notizia da euronews.com.

Europa centro-orientale, nuovi assaggiatori di caffè

“Potremmo dire che siamo entrati nel secondo livello, ciò significa che c’è una maggiore richiesta di prodotti premium, i cui brand internazionali stanno guadagnando mercato”, conferma Márton Vajda della filiale ungherese di Coca-Cola HBC, che oltre a produrre la nota bevanda è anche un distributore di marchi di caffè.

A guidare il trend è la Polonia, dove i caffè torrefazione praticamente inesistenti nel 2010 hanno superato il centinaio nel 2019.

A livello globale gli effetti economici della pandemia di Covid-19 preoccupano i produttori. Secondo l’International coffee organization, che ha effettuato uno studio sui 20 Paesi che più consumano caffè, a una diminuzione di un punto percentuale della crescita mondiale del Pil corrisponderà una riduzione dello 0,95% del consumo di caffè, pari a 1,6 milioni di sacchi da 60 kg.

Si prevedono dunque tempi difficili per le ecomomie dei Paesi esportatori

Che, oltre al calo di domanda, devono fronteggiare l’abbassamento dei prezzi che dal 2016 sono precipitati del 30% rispetto alla media degli ultimi dieci anni.

Sempre secondo l’Organizzazione, a giugno le esportazioni sono state il 5,3% in meno rispetto all’anno scorso.

Guardando al breve periodo, dominato dall’emergenza Coronavirus, luglio ha visto una leggera ripresa dei prezzi dopo tre mesi di ribasso in particolare per quanto riguarda l’arabica.

Messico, Colombia, Vietnam, Indonesia e Brasile sono i cinque più grandi esportatori di caffè tostato e rappresentano il 93,1% del mercato. Gli Stati Uniti sono la principale destinazione, accogliendo il 45,7% del prodotto.

In Europa il Paese che ne consuma di più (pro capite) è la Finlandia, e in generale i Paesi nordici spiccano per essere i maggiori bevitori di caffè.

Nonostante la sua famosa cultura del caffè, l’Italia è ampiamente dietro a Svizzera e Germania, al decimo posto per consumo pro capite. Tra i 5 grandi marchi che tostano il caffè, l’unica italiana è Lavazza, in un mercato dominato da Nestlè e Jde.

L’Europa è in ogni caso il principale importatore mondiale di caffè verde (3,6 milioni di tonnellate nel 2018) e il principale esportatore di caffè tostato

Con una quota di mercato dell’80% per un valore di circa 8 miliardi di euro. La Germania domina anche nell’import di caffè verde e nell’export di caffè tostato, ma in entrambi i casi l’Italia è seconda. In Italia si producono annualmente più di 400 milioni di tonnellate di caffè tostato.

Il Brasile è il maggiore esportatore di caffè solubile, i cui principali consumatori sono Filippine, Russia, Polonia e Malesia.

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