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In Tunisia il caffè di contrabbando proveniente da Algeria e Libia sta travolgendo il mercato ufficiale e costringendo molte torrefazioni a chiudere. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato su Focus on Africa.
Il caffè di contrabbando in Tunisia
TUNISI – L’industria tunisina del caffè sta attraversando una fase di forte instabilità, segnata dall’espansione incontrollata del prodotto di contrabbando proveniente soprattutto da Algeria e Libia. L’allarme arriva dal vicepresidente del gruppo professionale dei torrefattori della Conect, Badreddine Bahroun, che descrive una crisi ormai definita soffocante per gli operatori del settore.
Secondo Bahroun, il problema principale risiede nell’asimmetria dei prezzi: i commercianti acquistano il caffè dall’Office Tunisien du Commerce (OTC) a 34,5 dinari al chilogrammo, mentre lo stesso prodotto introdotto illegalmente sul territorio nazionale è venduto tra i 20 e i 22 dinari. Una differenza che spinge numerosi proprietari di caffetterie a rivolgersi a canali irregolari, consolidando un mercato parallelo sempre più visibile, anche sui social network, dove le offerte di merce non tracciata circolano apertamente.
La pressione del contrabbando si è intensificata in particolare nel mese di settembre, quando grandi quantità di caffè hanno invaso il mercato locale, riducendo ulteriormente la competitività delle imprese regolari. Le operazioni di controllo del Ministero del Commercio e delle forze di sicurezza risultano secondo Bahroun insufficienti, sia per limiti di capacità operativa sia per l’assenza di un quadro normativo capace di esercitare una reale funzione deterrente.
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