sabato 12 Ottobre 2024

Trump presidente del product placement, ora tocca alle capsule Keurig

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NEW YORK – È il presidente del Product Placement. Donald Trump, tra le critiche alla sua condotta alla Casa Bianca, ormai da tempo può vantare questa.

Ma non sembra che che le controversie l’abbiano dissuaso: gli ultimi “messaggi” politici arrivano accompagnati nientemeno che dal caffè Keurig, sulle cui cialde campeggia il suo nome di famiglia.

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Procediamo con ordine. Nel giro di pochi mesi c’è stato prima – a novembre – un’intervista assieme alla figlia Ivanka alla popolare trasmissione televisiva 60 Minutes.

Peccato sia stata subito usata sui social media dalle linee di gioielleria della First Daughter per promuovere i propri prodotti. Tra questi nessuno può dimenticare un “favorito braccialetto” della sua Metropolitan Collection da 10.800 dollari

Non contento, ecco il tentativo a inaugurazione già consumata, assieme alla stretta collaboratrice Kellyanne Conway, di salvare a colpi di tweet presidenziali e di apparizioni sul piccolo schermo della consigliera assieme ai destini del Paese anche le linee di abbigliamento della stessa Ivanka.

Uno sforzo in risposta diretta alla loro rimozione “ingiusta”, parola di Trump, dagli scaffali dei grandi magazzini Nordstrom per le scarse vendite. Conway si spinse a invitare i telespettatori a precipitarsi a comprare abiti e accessori.

Adesso – e qui veniamo alla storia degli ultimi giorni – sui social media ecco che d’improvviso scoccano nuovi grandi interrogativi, sulla collezione di cialde K-Cups all’apparenza molto vasta che comincia a far capolino alle spalle del Presidente.

È stata notata e fotografata dai maligni, ad esempio mentre lanciava i suoi strali sulla riforma sanitaria.

Le K-Cup, prodotto di punta del colosso Keurig, non sono esattamente un caffè qualunque per la gola del presidente.

L’azienda di famiglia dei Trump ha apposto il suo nome su intere linee della bevanda. Guardare per credere: c’è il Select by Trump Skyscraper, per gli amanti del gusto forte quanto forti sono evidentemente i suoi grattacieli.

Come anche il Select by Trump Clubhouse, per chi preferisce una tostatura media e quindi magari l’atmosfera più rilassata di un campo da golf trumpiano alla Mar-a-Lago.

Nonché il Select by Trump Tower, per i palati più leggeri ma ugualmente degni di rifocillarsi grazie al nome della Torre simbolo della sua fortuna.

Caffè-simbolo forse ora lo è diventato della Casa Bianca. Chissà, insinuano i critici, se aiuta anche a digerire i conflitti di interesse.

Marco Valsania

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