venerdì 12 Aprile 2024
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Bere caffè protegge dal carcinoma del colon. Rischio ridotto del 7%

Una metanalisi cinese pubblicata su Oncotarget suggerisce che il consumo di caffè (almeno 4 tazze al giorno) riduce del 7% del rischio di ammalarsi di cancro del colon. Un’indicazione importante che scaturisce dall’analisi di 19 grandi studi di coorte prospettici per un totale di oltre 2 milioni di partecipanti.

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MILANO – Oncotarget pubblica questo mese una metanalisi (si tratta dell’utilizzo di tanti dati raccolti attraverso indagini differenti) cinese che è andata a indagare l’eventuale presenza di un’associazione tra consumo di caffè e rischio di carcinoma del colon retto.

A tal proposito sono stati presi  in esame tutti gli importanti studi di coorte prospettici pubblicati fino al mese di agosto 2015; dalla scrematura effettuata su PubMed, Embase e Web of Science sono stati selezionati 19 lavori comprendenti un totale di 2.046.575 partecipanti e 22.629 pazienti con cancro del retto.

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La metanalisi dimostra che il rischio per questo tipo di tumore si riduce del 7% per ogni 4 tazze di caffè consumate al giorno.L’associazione non è lineare ma si osserva al di sopra di una ‘soglia’ pari adun consumo di circa 5 tazze di caffè al giorno o superiore.

Il consumo di caffè si associa dunque in maniera significativa alla riduzione del rischio di tumore del colon retto. Risultati questi che secondo gli autori supportano e confermano le raccomandazioni di includere il consumo di caffè, come bevanda salutare per prevenire il tumore del colon.

Il tumore del colon è un big killer e rappresenta la terza forma di tumore più rappresentata nei maschi e la seconda nelle femmine.

Dati relativi al 2012 indicano 1,4 milioni di diagnosi e circa 694 mila decessi ad esso correlati. Trovare degli strumenti e delle modalità efficaci di prevenzione primaria per questo tumore è dunque un must di salute pubblica e di pratica clinica quotidiana in tutto il mondo.

Il caffè è una delle bevande più utilizzate nel mondo; il consumo annuale medio pro capite è di 1,1 Kg, ma nelle nazioni ad elevato reddito arriva a 4,5 kg/anno, come in Italia.

Questa bevanda è un complesso mix di oltre un migliaio di sostanze diverse ed ha tanti aspetti positivi, anche indiretti. Uno di questi è la sua proprietà di aumentare la sensibilità all’insulina e di ridurre il rischio di diabete di tipo 2, un ben noto fattore di rischio per cancro del colon.

Sempre sul versante degli effetti positivi, gli autori ricordano la presenza di una serie di composti bioattivi, quali gli acidi fenolici, dotati di robuste proprietà anti-ossidanti, di cafestolo e kaweolo ad attività anti-tumorale.

L’effetto anti-tumorale di questi ultimi due composti potrebbe essere correlato alla loro capacità di ridurre la sintesi e la secrezione degli acidi biliari e di inibire l’attività del CYP1A2 e di NAT2.

Le sostanze ‘buone’ del caffè sono contenute soprattutto nel caffè ‘filtrato’ più che in quello ‘bollito’ ma ad oggi mancano studi mirati agli effetti delle diverse modalità di preparazione del caffè, per cui non è possibile dire quale forma sia la migliore dal punto di vista della salute.

Analogamente il caffè decaffeinato sembrerebbe migliore di quello con caffeina rispetto al rischio di cancro del colon retto ma questa potrebbe essere una pseudo-associazione, influenzata magari dallo stile di vita più salutare dei consumatori di caffè decaffeinato (dagli studi emerge chebevono meno bevande alcoliche, mangiano più frutta e verdura, consumano meno carne rossa).

Anche in questo caso servirebbero però degli studi mirati per dimostrare se questa è una reale associazione o un bias.

Maria Rita Montebelli

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