domenica 02 Novembre 2025

Negli ultimi dieci anni chiusi oltre 21mila bar in Italia: a Torino e Milano un format sfida il concetto di bar tradizionale

In un settore da 20 miliardi di euro e 400 mila addetti ma con un tasso di sopravvivenza del 53%, Trivè introduce il format dell’All Day Bar, un metodo gestionale replicabile che supera il milione di fatturato per locale

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TORINO – Milano da bere. Torino da vivere. Quarant’anni dopo quella stagione e quelle atmosfere, i bar italiani non riescono più a reggere i ritmi del presente.

Infatti, secondo dati FIPE–Confcommercio negli ultimi dieci anni oltre 21mila bar hanno chiuso. Solo nel primo semestre del 2025, il saldo tra aperture e chiusure è stato negativo per 706 locali.

Un trend che evidenzia la fragilità di un comparto caratterizzato da un tasso di sopravvivenza del 53% a cinque anni dall’apertura.

Il nodo sta tutto nella difficoltà di conciliare sostenibilità economica e standard di servizio elevati per un settore che conta quasi 128 mila imprese, 400 mila addetti (di cui il 58,9% donne) e oltre 20 miliardi di euro di consumi annui.

Sono dati che fotografano con chiarezza una crisi strutturale: i bar italiani continuano a ripetere modelli di gestione rimasti invariati dagli anni Ottanta, tra vetrine sovraffollate, sprechi e assenza di metodo.

È in questo contesto che si inserisce Trivè, un format nato a Torino nel 2017 da un’idea di Ivan Daniele, con l’obiettivo di ridefinire il modello di business del bar italiano attraverso un metodo gestionale standardizzato e replicabile.

L’All Day Bar è operativo dalle 8 del mattino alle 2 di notte e copre tutte le fasce orarie – colazione, pranzo, aperitivo, cena e dopocena – con un’offerta selezionata e coerente.

“I dati sulla chiusura dei bar dimostrano che non è più sufficiente avere una buona idea o una clientela affezionata: serve un metodo,” spiega Ivan Daniele, fondatore di Trivè.

“Ho lavorato in bar, pasticcerie, pizzerie e ho sempre visto lo stesso problema: realtà che si reggono sull’estro del singolo imprenditore, senza un modello gestionale solido. Trivè nasce proprio da qui: dall’esigenza di rendere il bar un’attività sostenibile, replicabile e con margini stabili nel tempo”.

Dal bar tradizionale al format replicabile

La difficoltà principale nel replicare un bar è sempre stata la complessità del modello: a differenza di un monoprodotto come la pizza o il panino, il bar attraversa cinque momenti diversi della giornata, ciascuno con logiche e prodotti propri.

Trivè ha affrontato questa sfida analizzando a fondo il settore e individuando i prodotti più richiesti e le abitudini di consumo più diffuse, per poi scomporre la gestione del bar in obiettivi concreti e processi standardizzati.

Il cuore di questa uniformità è un laboratorio di produzione centralizzato che serve tutti i punti vendita, sia diretti che in franchising, realizzando lavorati e semilavorati standardizzati.

Questo sistema permette di garantire la stessa qualità, freschezza e coerenza dell’offerta in ogni locale, mantenendo margini stabili e un’esperienza omogenea per il cliente, indipendentemente dalla città.

I numeri della replicabilità: un milione di fatturato e cinque locali attivi

Ogni locale Trivè genera in media tra 1,2 e 1,8 milioni di euro di fatturato all’anno. In termini pratici significa che un singolo punto vendita riesce a sostenersi con margini stabili, grazie a un controllo dei costi: le materie prime incidono per meno del 30% e il personale per circa il 32%.

A Torino sono operativi tre locali diretti – tra cui l’apertura recente in Piazza Vittorio – più un franchising in Via Duchessa Jolanda. A Milano, è attivo un punto vendita in Via Marghera.

“Il vero traguardo non è soltanto il fatturato, ma aver dimostrato che un bar può essere replicabile”, commenta Ivan Daniele.

“Il nostro obiettivo è creare il primo brand italiano nel settore bar, una categoria nuova chiamata All Day Bar. Vogliamo diventare quel posto comodo e affidabile per ogni occasione: un pranzo veloce, un appuntamento informale, un aperitivo con gli amici o una festa di laurea”.

Prossimi passi: il consolidamento su Milano e l’espansione

Dopo aver consolidato il modello a Torino, Trivè guarda ora a Milano come città chiave per il prossimo sviluppo. Il nuovo punto vendita in zona Brera sarà il flagship store – un locale vetrina che racchiude tutte le caratteristiche del format e funge da modello per le aperture future – e farà da base per una crescita più ampia: nel capoluogo lombardo sono già allo studio 8-9 aperture nei prossimi due anni.

Parallelamente, il franchising si prepara a uscire dai confini torinesi con le prime trattative in corso ad Alba, Milano, Legnano, Brescia, Vicenza, Firenze, Pordenone e Roma.

Le prospettive economiche confermano la scalabilità del modello: il fatturato, oggi intorno ai 5 milioni di euro, è destinato a raddoppiare già nel 2026, con una traiettoria che punta ai 25 milioni entro il 2028.

Trivè

Trivè è il primo All Day Bar in Italia, nato a Torino nel 2017 dall’idea di Ivan Daniele e oggi presente anche a Milano.

Il brand ha creato un format replicabile e standardizzato che copre tutte le fasce orarie della giornata, offrendo un modello scalabile per imprenditori e franchising. Con cinque locali già attivi e piani di espansione a Milano e in altre città italiane, Trivè punta a diventare il primo brand nazionale del settore bar.

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