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Trieste, al Cenacolo del caffè domani si parla di dna con il professor Giorgio Graziosi

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TRIESTE – Anniversario importante per l’Associazione Museo del caffè (aMDC) di Trieste, che il 14 febbraio ha compiuto i due anni dalla sua fondazione. Una ricorrenza che viene festeggiata organizzando il quinto incontro del ciclo: “Cenacolo del caffè: incontri del giovedì a Trieste”, che segue quello di gennaio, in cui è stato ospite un docente dell’Alma Mater Studiorum di Bologna.

L’appuntamento è per domani, giovedì 21 febbraio, alle ore 17:00, nella sala San Giusto dell’hotel Savoia Excelsior Palace di riva del Mandracchio n.4.

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Un relatore di eccezione

Nell’incontro si parlerà di dna del caffè con un relatore di eccezione: il professor Giorgio Graziosi.

Un vero luminare della materia, capace di coinvolgere nelle ricerche sul genoma, con la sua Dna Analityca, aziende del calibro di Illycaffè e di Lavazza, unite in un progetto che ha consentito di compiere progressi fondamentali nella conoscenza scientifica del genere Coffea.

Le componenti del caffè

Una tazzina di espresso diffonde intorno a sé un aroma allettante a cui pochi sono in grado di resistere. Le componenti aromatiche sono certamente essenziali e particolarmente gradite per i nostri olfatto e palato. Esse costituiscono un insieme di un migliaio di molecole diverse, ma non sono le uniche componenti di questa bevanda.

È a tutti noto che l’estratto contiene caffeina che, assunta in quantità opportune, è un benefico stimolante. L’ estratto presenta inoltre antiossidanti, come i polifenoli, i quali possono contribuire a ridurre lo sviluppo di malattie indesiderabili.

Allargando il campo delle analisi, troveremo anche piccole quantità di grassi, proteine parzialmente degradate, zuccheri nonché discrete quantità di dna.

L’analisi del dna e la sua utilità

Il dna presente nell’estratto può essere utilizzato per caratterizzare con precisione cosa stiamo realmente bevendo. I trattamenti di tostatura e la percolazione di acqua molto calda mediante la consueta strumentazione, distrugge buona parte del dna, ma ne rimane sempre un pochino, sufficiente per sapere quant’è la componente delle due specie: Robusta e Arabica.

In alcuni casi si possono anche ottenere informazioni sull’origine del caffè. Considerate le diverse qualità organolettiche è evidente che l’analisi di questo componente può costituire una protezione e una garanzia per il consumatore.

Tutti questi temi verranno dunque trattati nella conferenza di domani. L’ingresso è gratuito sino a esaurimento dei posti disponibili.

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