giovedì 11 Aprile 2024
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«A Torino il caffè più caro: media 1,50. Prezzo superato solo in Norvegia»

Una tazzina all'ombra della Mole costa 1,5 euro ma il prezzo sale ancora di più in Norvegia. Qui, lo scontrino è di 4,5 euro. A Napoli, invece il record positivo: 0,91

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MILANO – Se la notizia di un caffè che supera il canonico euro, può scioccare, allora converrà non prenderlo a Torino. Il capoluogo sabaudo infatti, detiene il record “negativo” della tazzina più cara d’Italia. Venduta alla cifra stellare di un euro e cinquanta.

Torino però non è mica il peggio

Con 4,5 euro a tazzina è la Norvegia che si aggiudica il primato di caffè più caro al mondo. Ci vogliono oltre 3 euro in più rispetto a Lisbona dove costa in media 0,90 euro.

Meno che in Italia che ha una media di 1,03 euro a tazzina. Tra le regioni italiane, il prezzo più alto si paga invece a Torino. Qui lo scontrino è di 1,10 euro.

Quanto ai consumi, l’Italia è tra i principali produttori al mondo di miscele e macchine da caffè

Ma è “solo” decima in Europa per consumi pro capite. Il primato va infatti ai finlandesi: oltre 11 kg all’anno. Questi i dati diffusi in occasione di Tirreno C.T. e Balnearia, saloni dedicati all’ospitalità e al food&wine, in corso a Marina di Carrara (Massa Carrara) fino al 28 febbraio.

La più economica è Napoli

In Italia, secondo i dati dalla Camera di commercio di Milano, International Coffee organization e De Longhi, il 97% degli italiani beve almeno un caffè al giorno. Ma la media nazionale è di quattro.

Al bar il prezzo della tazzina di caffè oscilla a seconda della latitudine: oltre un euro costa a Roma (1,03), Milano (1,08) e Firenze (1,04); mentre la più economica è Napoli (0,91). Seguita da Palermo (0,94) euro.

Per i consumi il 41% della popolazione italiana adulta consuma una tazza di caffè al bar almeno una volta a settimana. Tra i maggior “bevitori” di caffè in Italia gli abitanti del Meridione, seguiti dalla popolazione del Nord Ovest.

Quanto ai bar nei registri delle Camere di commercio si contano 149.429 imprese appartenenti al codice di attività 56.3, bar e altri esercizi simili senza cucina.

In sei regioni – Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Campania – si concentrano i due terzi delle imprese del settore. Il 54,2% di queste ditte è individuale e la variabilità regionale intorno a questo valore medio è assai sostenuta.

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