giovedì 02 Maggio 2024
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Starbucks vince in appello contro Kraft Foods: libera di commercializzare i propri prodotti nel grocery

La giuria: “Siamo giunti alla conclusione che Kraft non abbia portato argomenti sufficienti a dimostrare la presenza di un rischio effettivo e imminente di danno, che non sia compensabile con indennizzo monetario”

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MILANO – Starbucks vince anche il secondo round della vertenza giudiziaria che la oppone a Kraft Foods in merito alla risoluzione dell’accordo di distribuzione dei suoi prodotti nel grocery sottoscritto nel 1998. La corte d’appello del secondo circuito di New York ha confermato infatti venerdì il giudizio di primo grado, reso un mese fa dalla corte distrettuale di New York, reiterando il diniego alla richiesta di Kraft di un’ingiunzione preliminare volta a impedire al colosso americano di assumere il controllo diretto della distribuzione del caffè torrefatto confezionato con i propri marchi prima della conclusione dell’arbitrato tra le parti relativo al risarcimento dovuto da Starbucks a Kraft.

La vittoria di Starbucks

“Siamo giunti alla conclusione che Kraft non abbia portato argomenti sufficienti a dimostrare la presenza di un rischio effettivo e imminente di danno, che non sia compensabile con indennizzo monetario” hanno dichiarato i componenti del collegio giudicante nel provvedimento approvato dopo ore di udienza, durante le quali sono stati sentiti i rappresentanti di entrambe le parti.

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“L’istanza di primo grado non ha fatto abuso del suo potere discrezionale – ha dichiarato ancora la giuria – abbiamo preso in considerazione gli ulteriori argomenti proposti da Kraft trovandoli non rilevanti”.

“Pur amareggiati dall’esito del ricorso, rispettiamo la decisione della corte d’appello” ha dichiarato in un comunicato Marc Firestone, vice presidente di Kraft Foods.

L’antefatto

Tutto è iniziato ad agosto quando il gigante di Seattle ha richiesto a Kraft lo scioglimento del contratto di distribuzione sottoscritto nel 1998 e rinnovato nel 2004.

Starbucks offriva 750 milioni di dollari in cambio della rescissione della partnership, ma Kraft rifiutava opponendo la clausola contrattuale che prevede. in caso di recesso. il pagamento dell’equo valore di mercato maggiorato di un premio del 35%.

Secondo stime degli analisti, il solo fair market value si attesterebbe ben al di sopra del miliardo di dollari.

A inizio ottobre Starbucks compiva un nuovo passo indirizzando una lettera a Kraft in cui la accusava di violazione delle pattuizioni contrattuali.

In particolare, di non avere fatto abbastanza per il marketing dei prodotti a marchio Starbucks, di non avere condiviso di importanti informazioni e di avere fatto slealmente concorrenza a Starbucks nella gamma di mercato “superpremium” con le referenze Yuban.

Kraft difendeva, a sua volta, in una lettera, gli sforzi compiuti a favore di Starbucks citando i risultati sulle vendite del caffè di Starbucks, passate dai 50 milioni di dollari del 1998 ai 500 attuali, con una distribuzione in 40 mila punti vendita di tutto il paese (conto i 4 mila del 1998), oltre che in vari Paesi europei.

Il 4 novembre Starbucks annunciava pubblicamente l’intenzione di recedere dal contratto con Kraft, con decorrenza 1° marzo 2011, dando avvio così alla guerra legale tra i due giganti.

L’evoluzione del processo

La compagnia di Northfield, Illinois, annunciava il ricorso all’arbitrato, ma Starbucks non tornava sui suoi passi.

La vertenza si estendeva anche alle cialde Tassimo. Starbucks annunciava infatti anche la fine delle forniture dei dischi Tassimo per il caffè e il tè. Kraft asseriva in sede legale che la piattaforma Tassimo era stata l’unica a offrire i serving a marchio Starbucks e che la partnership aveva dato forte impulso alle vendite.

Accusava infine Starbucks di avere in cantiere una macchina destinata a entrare in competizione diretta con il sistema Tassimo. Lamentava inoltre che la perdita del marchio Starbucks avrebbe sminuito la sua posizione in Gdo mettendo a rischio, sotto molte insegne, il suo status di “category captain” (produttore o distributore scelto dal dettagliante per fornire consigli su come esporre o promuovere una categoria di prodotti).

Il 1° dicembre Starbucks annunciava a sua volta di essere al lavoro con un nuovo partner – Acosta Sales and Marketing – nella predisposizione di una nuova strategia commerciale nel canale grocery.

Leader di settore in nord America, Acosta, che ha sede a Jacksonville (Florida), e conta 65 sedi tra Usa e Canada, si è già occupato con successo della commercializzazione del caffè solubile Starbucks Via. Acosta aiuterà Starbucks a sviluppare le vendite e le strategie di esposizione del caffè confezionato con i suoi marchi e della linea di tè Tazo Tea.

Il giudizio

Il giudice di primo grado ha respinto – come già detto – la richiesta di Kraft di congelare il recesso di Starbucks sino alla pronuncia dell’arbitrato previsto nei mesi a venire. Il giudizio è stato confermato in appello.

La sentenza non riguarda però il contenzioso principale tra le parti, quello relativo alla risoluzione del contratto di distribuzione. La vertenza dunque prosegue e dovrebbe sfociare, nei mesi a venire, in un arbitrato, che potrebbe dare ragione a Kraft e condannare Starbucks a un risarcimento miliardario.

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