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martedì 05 Novembre 2024
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Così Starbucks sviluppa sei nuove varietà di arabica ad alta produttività, resilienti al clima e alle malattie

Il colosso di Seattle sostiene di avere selezionato – dopo oltre dieci anni di ricerche e sperimentazioni su centinaia di varietà – sei nuove cultivar resilienti al clima e resistenti alle malattie, nonché capaci di entrare più rapidamente in produzione. Starbucks acquista il proprio caffè da 400 mila coltivatori di 30 paesi. E movimenta il 3% del caffè prodotto su scala mondiale

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MILANO – Arriva il caffè di Starbucks: non stiamo parlando di grani tostati, bensì di nuove varietà di Coffea arabica da coltivare in piantagione, messe a punto direttamente dalla grande catena americana, con un intento ben preciso: ottenere arbusti maggiormente resilienti al clima e resistenti alle malattie, nonché capaci di entrare più rapidamente in produzione.

L’annuncio è stato dato in occasione della prima Settimana globale del caffè: una nuova iniziativa lanciata da Starbucks, nei giorni immediatamente precedenti la Giornata mondiale del caffè dell’Ico.

Il colosso di Seattle sostiene di avere selezionato – dopo oltre dieci anni di ricerche e sperimentazioni su centinaia di varietà – sei nuove cultivar rispondenti ai requisiti sopra descritti e dotate di una tazza consona agli elevati standard organolettici che contraddistinguono il suo caffè.

Un catalogo con tutte le caratteristiche di queste nuove varietà è disponibile per i produttori presso Hacienda Alsacia, un centro di ricerca e formazione di Starbucks, che si trova in Costa Rica.

Oltre a descriverne le peculiarità di gusto e aroma, esso specifica inoltre dimensioni e struttura delle piante, limiti altimetrici di coltivazione e tempi di entrata in produzione.

A tale proposito, Michelle Burns, vice presidente esecutiva per l’impatto sociale e la sostenibilità di Starbucks, osserva che: “alcune delle varietà alle quali stiamo lavorando sono state capaci di dare il loro primo raccolto già dopo due anni” contro i 3-4 anni normalmente necessari, perché una pianta di arabica produca del caffè commercialmente accettabile.

Se questa caratteristica fosse confermata, i tempi di rinnovo delle piantagioni verrebbero così notevolmente accorciati, accelerando il rientro negli investimenti dei produttori.

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