sabato 13 Aprile 2024
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Starbucks: dentro la Reserve Roastery di Milano Louise Mills racconta i prossimi anni così: “Continueremo ad essere un’azienda molto innovativa”

La Director & General Manager Starbucks Reserve Roastery Milano: "Circa il 70% delle persone che sono state assunte in questa torrefazione 5 anni fa è ancora qui. In tanti sono rimasti con noi e hanno dato il loro contribuito nelle fasi di apertura dei nuovi negozi gestiti da Percassi in altre città d’Italia"

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MILANO – Il 7 settembre la Starbucks ReserveTM Roastery Milano ha festeggiato i suoi 5 anni dall’arrivo in Italia: un momento che era stato epocale per la catena di caffetterie, che ha atteso ben 40 anni dalla sua nascita per approdare nel Paese in cui tutto è iniziato. Anni difficili di sicuro, e non soltanto per la temuta sfida della forte tradizione legata all’espresso, ma anche per lo scoppio della pandemia.

Abbiamo parlato di questo successo, tra sfide e soddisfazioni, con Louise Mills, Director & General Manager Starbucks ReserveTM Roastery Milano.

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Una reazione a caldo a questo importante traguardo: cosa si prova a festeggiare oggi i cinque anni dall’apertura della Starbucks Reserve Roastery?

“È qualcosa di magico. Non riesco a credere che questi cinque anni siano passati così velocemente: sono stati particolari, con la pandemia di mezzo, ed è meraviglioso vedere la Roastery viva come è oggi, così come lo è offrire l’opportunità ai clienti di entrare e godere di ciò che abbiamo creato 5 anni fa.

La sinfonia di chicchi che sfrecciano nei tubi

Vedere il movimento dei chicchi di caffè tostati per il negozio e gustare bevande uniche in uno spazio come questo è qualcosa di davvero speciale”.

Come è stato gestire questo posto anche durante gli anni della pandemia e ora le altre difficoltà, dalla guerra all’inflazione?

“Credo che ciò che rende Starbucks un posto molto speciale sia il modo in cui ci prendiamo cura delle persone che chiamiamo partner.

Durante la pandemia, abbiamo fatto il possibile per farli restare con noi, di modo che tornassero una volta che la pandemia fosse cessata: siamo rimasti uniti come una famiglia.

Circa il 70% delle persone che sono state assunte in questa torrefazione 5 anni fa è ancora qui. In tanti sono rimasti con noi e hanno dato il loro contribuito nelle fasi di apertura dei nuovi negozi gestiti da Percassi in altre città d’Italia”.

Possiamo dire che questi 5 anni sono stati un successo per Starbucks?

“Sono stati un’opportunità fantastica: abbiamo accolto milioni di persone, tra italiani e stranieri, in quella che è l’unica Starbucks Reserve Roastery dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) e abbiamo stretto e rafforzato importanti partnership, a cui teniamo molto.

Sono collaborazioni che intendiamo continuare a portare avanti. E sono certa che anche altre opportunità si apriranno in futuro. Come è successo quest’anno con la Milano Fashion Week, sia a febbraio, quando abbiamo lanciato la linea di bevande Oleato, che a settembre, per celebrare la settimana della moda femminile.

È davvero un momento magico”.

Se dovesse immaginare i prossimi 5 anni della Starbucks Reserve Roastery, cosa potrebbe intravedere?

“Penso agli ultimi 5 anni che abbiamo appena trascorso. Continueremo ad essere un’azienda molto innovativa, a sperimentare nuove bevande e ad esplorare nuovi caffè per i clienti qui in Italia e a livello internazionale. È molto importante per noi”.

Ci sono più clienti italiani o internazionali?

“Abbiamo molti turisti internazionali che arrivano qui perché vogliono visitare Milano: secondo i dati della Camera di Commercio, a luglio ci sono stati 1 milione di turisti, più di quanti non ne siano arrivati lo stesso mese nel 2019.

Quindi sì, ne riceviamo molti. Ma abbiamo anche tanti clienti abituali, persone che vengono a fare meeting da noi o che ci visitano regolarmente.

La bevanda più richiesta è l’ espresso, ma anche le bevande come il cold brew sono diventate popolari, è diventato un trend e la gente è curiosa di provarle”.

Se dovesse indicare la difficoltà maggiore riscontrata in questi 5 anni, quale sceglierebbe?

La tostatrice in azione

“Sicuramente la pandemia. Non poter operare il cuore pulsante di questo spazio, non poter tostare il caffè: anche psicologicamente è stato difficile, la Roastery non ha avuto lo stesso battito. Quello è stato il momento più impegnativo”.

E cosa vi aspettate d’ora in avanti?

“Quello che ci aspettiamo ora è di poter continuare con le nostre partnership qui in Italia e di rendere la Roastery uno spazio sempre più esperienziale. Vogliamo usarlo per celebrare il caffè e stare insieme.

I workshop che terremo qui per celebrare il quinto anniversario di Starbucks in Italia sono pensati proprio per questo: dimostrare come si possano mettere insieme caffè, mixology, musica, libri e celebrare tutto ciò che significa caffè qui in Italia”.

Ma se dovesse fare un paragone con le altre sei Roastery del mondo?

“Sono tutte progettate dallo stesso designer, ma sono molto diverse in termini di look & feel.

I nostri interni sono stati realizzati utilizzando dei materiali tutti italiani, grazie ai nostri partner fornitori che lo hanno reso possibile.

Per noi era molto importante che tutto fosse legato alla storia, alla cultura e all’esperienza italiana del caffè.

Ovviamente penso che la nostra sia la più bella – scherza Louise Mills – Ma ognuna delle sei è davvero unica”.

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