mercoledì 10 Aprile 2024
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Starbucks e don Gino Rigoldi alleati a Milano: via alla formazione per i giovani

Il colosso di piazza Cordusio collaborerà con Comunità Nuova per offrire ai ragazzi che non studiano e non lavorano e vivono nelle periferie problematiche percorsi di formazione professionale

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MILANO – Starbucks e don Gino Rigoldi avevano programmato un’alleanza sul lungo periodo. Era emerso nei giorni che avevano preceduto l’apertura della Reserve Roastery di piazza Cordusio 3. Tutto era nato dalla necessità di sloggiare l’edicola gestita dalla comunità di don Gino per fare posto al dehors di Starbucks, i funghi di rame con rampicanti. Da lì è nato l’accordo che ha permesso a Starbucks di avere lo spazio necessario per aprirsi alla città fuori dalla Reserve Riastery. E a don Gino di trovare lavoro per i suoi ragazzi. Ma la storia continua.

Nel riquadro grande l'edicola della Comunità di Don Gino Rigoldi
Nel riquadro grande l’edicola della Comunità di Don Gino Rigoldi. In quello piccola la facciata dell’ex palazzo delle Poste Centrali

Riportiamo l’articolo dell’edizione milanese di Repubblica firmato da Zita Dazzi nel quale si raccontano i dettagli del futuro dell’accordo tra il colosso delle caffetterie e il sacerdote milanese.

di ZITA DAZZI

Fondazione Don Gino Rigoldi e Starbucks alleati per aiutare i giovani delle periferie milanesi a trovare lavoro. Assieme hanno dato il via a un progetto per creare percorsi di formazione professionale e ricerca lavoro.

‘Skillclouds’, così si chiama il progetto, si rivolge in particolare ai Neet, i giovani senza formazione e lavoro che in Lombardia rappresentano circa il 19% degli inoccupati su un tasso di inoccupazione giovanile pari al 31%.

Don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria e fondatore di Comunità Nuova, aveva chiesto alla multinazionale americana di assumere alcuni suoi ragazzi nel nuovo locale aperto in piazza Cordusio a Milano, proprio dove c’era l’edicola sociale nella quale lavoravano alcuni giovani seguiti dal sacerdote.

Starbucks, che ha chiesto il riserbo sul numero di adolescenti presi nel negozio a seguito di quella richiesta, ha avviato da qualche settimana con don Gino anche un progetto che durerà 18 mesi e si realizzerà direttamente nelle strutture di Comunità Nuova nei quartieri di Giambellino, Lorenteggio e Barona, tra le zone più problematiche di Milano. Qui vivono famiglie italiane e straniere in forte difficoltà economica e sociale.

L’incontro tra la multinazionale e don Gino

“Incontrare Starbucks ha significato per la Fondazione di don Gino trovare un partner dalla concezione globale ma con un forte approccio locale, che passa dall’agire nel sociale, pensando alla salute e al benessere delle comunità, sviluppando i rapporti umani”. Così si legge sulla pagina Facebook della Fondazione intitolata al sacerdote del Giambellino che si occupa da oltre 45 anni di giovani che vivono ai margini e partendo dai loro bisogni cerca la strada della formazione, del lavoro e della casa per aiutare i ragazzi a immaginarsi nuove prospettive di vita futura.

“Quando ho incontrato Schultz, ci siamo raccontati come succede agli amici di vecchia data; subito ci siamo trovati sui temi dell’attenzione ai giovani in difficoltà e del lavoro. Stringere con loro un’alleanza è stato naturale – dice don Gino – insieme vogliamo offrire percorsi professionalizzanti per i giovani che vivono ai margini. Il primo passo è provare a restituire loro la capacità di immaginarsi altro: Starbucks come noi sogna di riuscire a farlo”.

Oltre le parole opportunità educative

Al di là delle sue porte, Starbucks si focalizzerà nella creazione di opportunità educative. Ma anche lavorative per i giovani della periferia di Milano con un programma su misura.

Racconta Vivek Varma, presidente della Fondazione Starbucks. “Cruciale per la nostra attività è la creazione di un impatto sociale positivo nelle comunità dove lavoriamo in giro per il mondo.

Abbiamo creato la Fondazione Starbucks più di 20 anni fa per portare avanti questo mission. E con questi investimenti iniziali in Italia, vogliamo creare nuove opportunità per i giovani a Milano. Oltre che preparare una base per futuri impegni di medio-lungo termine nel mercato italiano”.

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