giovedì 28 Marzo 2024
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«Starbucks colonizza anche l’Italia e rischia di farci rinnegare l’espresso»

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Dalla Corte
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MILANO — Starbucks simbolo della globalizzazione, che rischia di farci rinnegare anche uno dei simboli del nostro Paese: il caffè. Questa l’opinione espressa da Carlo Fossacampo sulle colonne di NapoliPage.it.

Un punto di vista interessante, come molti altri, quale contributo a un dibattito che va ben al di là dello sbarco della multinazionale in Italia.

Se vole dire la vostra info@comunicaffe.it

di Carlo Fossacampo

Finalmente “colonizzata” anche l’Italia, patria del bello e della gastronomia. Apre Starbucks a Milano. Il principio della creazione sta nell’idea. Una buona idea. Ma la realizzazione delle nostre idee e dei nostri sogni costa fatica, costa tempo, costa denaro ma soprattutto costa il continuo sforzo della genialità e dell’originalità. Lo sa bene l’imprenditore Howard Schultz che rimasto folgorato dai nostrani bar passeggiando per quel di Milano decide poi di prendere quell’idea e riproporla anni dopo proprio a Milano con l’apertura di Starbucks in Piazza Cordusio al numero 3.

Il progetto di espansione di Schultz

Apre Starbucks a Milano, l’unica vera metropoli internazionale italiana. Così il cerchio si chiude: il 7 settembre ha aperto finalmente il Reserve Roastery. Superfluo è raccontare l’entusiasmo e la follia collettiva che si è creata intorno al fenomeno Starbucks qui da noi, e da alcuni fortemente criticata. La critica per noi non è fondata.

Starbucks è il classico simbolo della globalizzazione? senza dubbio si.

Ma da quando in qua abbracciare anche il nuovo è sinonimo di rinnegare il nostrano? Per noi Starbucks è un modo di far finta di avere la possibilità di stare da un’altra parte per un pomeriggio mentre si sorseggia un caffè – declinato in milioni di modi diversi – con aria trasognata. C’è qualcosa di male nella estraniazione momentanea dalle nostre frenetiche vite facendo finta di trovarsi a central park e magari protagonisti di un film?

Da New York a Milano, si colonnizza anche il Belpaese?

Assolutamente no. Il sogno di Schultz si realizza ma anche quello di qualcuno di noi sognatori e bevitori di caffè. Per tornare alla realtà basta uscire e godersi quel fantastico ombelico del mondo che è ora Milano.

Per chiudere, ci è venuto in mente un geniale spaccato del film “You’ve got mail” annata 1998. Ricordo quando andai da piccola a vedere quel film. Credo di essermi innamorata di New York in quel momento.

E di Tom Hanks soprattutto. La filosofia è esattamente questa ovvero “La ragione per cui esistono posti come StarBucks è che gente che non possiede la minima capacità di prendere decisioni deve prenderne almeno sei per prendere una sola tazza di caffè: lungo, ristretto, col latte scremato, decaffeinato, con dolcificante, senza zucchero, con zucchero di canna etc etc. Cosi gente che non sa mai che deve fare o perchè è al mondo riesce con soli 2E e 45 cent ad ottenere non solo una tazza di caffè ma una decisa consapevolezza di sè.”

Adorabile. Grazie mister Schultz.

Carlo Fossacampo

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