giovedì 02 Maggio 2024
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Slow Food Coffee Coalition racconta il successo a un anno e mezzo dalla nascita

“Fornire gli strumenti per responsabilizzare le comunità agricole e connetterle ai consumatori è fondamentale per sistemi alimentari sostenibili. I sistemi di garanzia partecipativa e la blockchain stanno cambiando le regole del gioco", afferma Dali Nolasco Cruz, membro del consiglio di Slow Food

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MILANO – Ad appena un anno e mezzo dal suo lancio, la Slow Food Coffee Coalition ha già ottenuto risultati significativi. Otto Comunità Slow Food hanno implementato un sistema di garanzia partecipativa: la Comunità Slow Food Bio Cuba Café Frente Oriental a Cuba, la Comunità Slow Food Minoyan Murcia Coffee Network nelle Filippine, la Comunità Slow Food Café Resiliente El Paraíso e Las Capucas Sustainable Coffee Village a Honduras, la Slow Food Nilgiris Coffee Coalition in India, la Comunità Slow Food Bosque, Niebla y Café Xalapa in Messico, la Comunità Slow Food Café Sustentable Villa Rica in Perù e la Comunità Slow Food del caffè Mt. Elgon Nyasaland in Uganda.

Slow Food Coffee Coalition dà valore alla filiera

Un sistema di garanzia partecipata (PGS) implica la creazione di un modello di certificazione di seconda parte per produttori geograficamente vicini e attori esterni che condividono un insieme di standard, norme e procedure comuni definiti congiuntamente, con almeno un organismo di coordinamento, un logo comune e chiare conseguenze per non conformità. La Slow Food Coffee Coalition ritiene che nessun sistema di certificazione esistente sia perfetto, ma che il miglior tipo di certificazione sia basato sulla fiducia e sulla collaborazione e non grava finanziariamente sui produttori, come invece possono fare le certificazioni di terze parti.

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I sistemi partecipativi di garanzia (PGS) sono quindi modelli di garanzia della qualità che coinvolgono le comunità locali in un rapporto diretto con i produttori, che insieme garantiscono il rispetto degli standard produttivi condivisi.

Quando nell’aprile 2021 è stata lanciata ufficialmente la Slow Food Coffee Coalition, il suo primo obiettivo è stato quello di unire i tanti attori all’interno della filiera del caffè, dai coltivatori ai consumatori passando per i torrefattori e i distributori. Fondata da Slow Food e dal Gruppo Lavazza, è supportata anche dal suo partner principale De’Longhi .

I numeri di questi primi 17 mesi di attività parlano chiaro, con 29 nuove Comunità Slow Food legate alla produzione di caffè nate in nove paesi del mondo: Cuba, Filippine, Honduras, India, Malawi, Messico, Perù, Timor Est e Uganda.

È stata introdotta anche un’altra significativa innovazione: blockchain

Un sistema di tracciabilità che permette di registrare in sicurezza ogni passaggio del processo produttivo. L’applicazione della blockchain ai caffè permette di verificare le informazioni fornite sulle materie prime e sulla loro lavorazione durante ogni fase del processo produttivo, dalla coltivazione alla tazzina del consumatore. Questo utile strumento è a disposizione di chiunque voglia saperne di più e fare scelte di consumo consapevoli.

“Fornire gli strumenti per responsabilizzare le comunità agricole e connetterle ai consumatori è fondamentale per sistemi alimentari sostenibili. I sistemi di garanzia partecipativa e la blockchain stanno cambiando le regole del gioco”, afferma Dali Nolasco Cruz, membro del consiglio di Slow Food.

“PGS e blockchain uniscono il meglio dei rapporti di fiducia con tecnologie innovative al servizio delle comunità locali e delle persone, non delle multinazionali. Questi strumenti hanno già cambiato la vita degli agricoltori che li utilizzavano, consentendo loro di acquisire leva e nuove possibilità. Queste nuove possibilità si traducono in migliori mezzi di sussistenza per le comunità e le famiglie locali”.

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