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Simonelli Group raccontato da Nando Ottavi: ecco un’azienda che fa brillare il made in Italy

Oggi l'export è la forza del gruppo: le vendite oltre confine pesano per circa il 93% sui ricavi. «Il 2020 è partito in linea con le aspettative, contiamo di migliorare ancora all' estero, anche se potrebbe verificarsi un rallentamento in Asia, dovuto al coronavirus». Se il business è all'estero, il cuore della Simonelli resta però in Italia.

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MILANO – Le aziende che costituiscono il motore dell’economia italiana sono a volte piccole, ma le dimensioni non contano: le circa 800 imprese italiane che fatturano tra i 20 e i 120 milioni di euro all’anno, danno lavoro a circa 123 mila persone. Questi piccoli gioielli del made in Italy non arrestano la loro avanzata verso il successo anche estero, nonostante la crisi.

Dal supplemento Economia che esce tutti i lunedì in abbinata al Corriere della sera, per la firma di Diana Cavalcoli ecco un caso che è ben noto a tutto il settore, quello di Simonelli Group, capitanato dal Presidente Nando Ottavi. Dal 1963 dipendente e dal 1972 Presidente ininterrottamente sino ad oggi di Nuova Simonelli, poi diventata Simonelli Group. In tutto fa 48 anni al comando, quasi mezzo secolo. Un caso speciale da raccontare attraverso il personaggio Ottavi.

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Simonelli Group: una perla al centro del cratere lasciato dal terremoto che nel 2016 sconvolse le Marche

Si potrebbe descrivere così Simonelli, gruppo che produce macchine professionali per caffè, commercializzate in 124 Paesi. Un’eccellenza del territorio, fondata da Orlando Simonelli nel 1936 e che oggi detiene oltre il 10% del mercato mondiale. «Ero un semplice dipendente – racconta il Presidente Nando Ottavi -. Quando il fondatore si è ritirato, negli anni Settanta, con alcuni colleghi abbiamo deciso di non mollare e metterci in gioco. Gli inizi sono stati difficili, ma oggi cresciamo a due cifre ogni anno».

Da piccola impresa, la Simonelli è diventata in pochi anni società per azioni e poi holding

Con partecipazioni in società commerciali all’estero e numeri importanti. Nel 2018 il fatturato ha raggiunto complessivamente gli 86,7 milioni di euro e nel 2019 l’aumento stimato è a due cifre%. «Abbiamo scommesso sull’internazionalizzazione, siamo cresciuti nel mercato americano. Poi sono nate le altre società: a Singapore, in Francia e in Gran Bretagna», aggiunge Ottavi.

Oggi l’export è la forza del gruppo: le vendite oltre confine pesano per circa il 93% sui ricavi. «Il 2020 è partito in linea con le aspettative, contiamo di migliorare ancora all’ estero, anche se potrebbe verificarsi un rallentamento in Asia, dovuto al coronavirus». Se il business è all’estero, il cuore della Simonelli resta però in Italia.

«Le nostre macchine sono prodotte a Belforte del Chienti. Siamo orgogliosi di essere una delle poche aziende a dare lavoro in un territorio che, dopo il terremoto, è rimasto in sospeso», precisa Ottavi.

I dipendenti sono circa 130 ma se si guarda alla filiera si capisce il peso dell’impresa nella regione, da Ancona a Camerino, passando per Macerata

«Esternalizziamo alcuni servizi e di riflesso diamo lavoro ad altre 260 persone. Cerchiamo poi di fare sistema con le università marchigiane».

Ricerca e sviluppo da sempre sono ambiti cruciali per un’azienda che ha fatto dell’innovazione un cavallo di battaglia.

«Brevettiamo molto e ogni anno re-invenstiamo il 4-5% dei ricavi, con un’attenzione particolare ai temi green», dice il presidente. Simonelli dal 2019 è diventata parte della Coffee Science Foundation.

«Studiamo il mondo del caffè, dalla raccolta dei chicchi alla macinatura, cercando soluzioni che uniscano gusto e sostenibilità», conclude Ottavi.

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