giovedì 02 Maggio 2024
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Festival di Sanremo: un disastro economico per i pubblici esercizi della zona

Il presidente Confesercenti: "Gli esercenti hanno pagato un prezzo molto alto a causa della zona arancione rafforzata: una gaffe del presidente della Liguria Giovanni Toti. E’ stato davvero assurdo chiudere ristoranti e bar. A questo punto sarebbe stato meglio non aprire del tutto nella settimana festivaliera"

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SANREMO (Imperia) – Il Festival di Sanremo si è appena concluso, donando un’esperienza un po’ controversa a chi lo ha seguito per esser stata un’edizione sui generis a causa della pandemia. Ma come ben sappiamo, la manifestazione non si esaurisce solo sul palco, ma solitamente rappresenta un continuo movimento per le persone e per le attività commerciali dell’intera città. Questo 2021 ci siamo scordati i bar affollati e i tavolini pieni. E non solo in Liguria, ma in generale in tutte le zone rosse italiane. Vediamo cosa è successo dall’articolo di Daniela Borghi su lastampa.it.

Sanremo: il bilancio di Andrea Di Baldassare, presidente di Confcommercio è drammatico:

«I dati sono sconcertanti. Il Festival era da fare, lo abbiamo difeso, ma il disastro dell’economia era prevedibile, per tutta la città, che si trova in sofferenza. Molto più che nel resto del Paese, perché il Festival è la manifestazione più importante, ed è venuta completamente a meno dal punto di vista economico. Ristoranti, bar e locali hanno registrato un tracollo: quasi il 100% in meno.

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Discorso diverso per le caffetterie, che hanno potuto fare qualcosa con il servizio d’asporto

Ma è davvero poco rispetto al lavoro degli anni passati. Non se la sono passati meglio i titolari e gestori dei negozi di ogni genere, dal bullone alla scarpa alla camicia, con almeno la metà in meno di incassi. Tutta la filiera è in sofferenza: non essendoci gente, è inutile lavorare. Locali e negozi hanno vissuto una settimana festivaliera drammatica nonostante la volontà di lavorare, anche poco, pur di non rimanere completamente fermi. I ristori devono interessare tutto il commercio, che ha subìto un danno non indifferente. Il Festival? Ho trovato una grande qualità delle canzoni, ma è mancato lo spirito di felicità e spensieratezza nel guardarlo. Ok alla terza edizione per Amadeus: chiunque sia, occorre lavorare su due settimane di eventi per creare la magia che porta negozi e ristoranti pieni».

Mimmo Alessi, presidente di Confesercenti:

«Il Festival era da accettare così come è stato organizzato, come evento televisivo, senza pensare a guadagni e utili. E’ stata una operazione legata all’immagine della città: il punto è stato centrato anche dalla trasmissione “Linea Verde”, la migliore mai realizzata anche grazie alla collaborazione degli addetti ai lavori. Gli esercenti hanno pagato un prezzo molto alto a causa della zona arancione rafforzata: una gaffe del presidente della Liguria Giovanni Toti. E’ stato davvero assurdo chiudere ristoranti e bar. A questo punto sarebbe stato meglio non aprire del tutto nella settimana festivaliera. In questo modo è stato fatto un danno ancora maggiore, con derrate di cibo andate in gran parte sprecate e altre spese per personale e gestione dei locali che si sono comunque dovute sostenere. Sarebbe stato meglio un vero lockdown».

Ora si punta ai ristori: «Toti ha detto che ha un “gruzzoletto” a disposizione. Vedremo se arriverà, anche con l’intervento del Comune. Certo non sarà facile,nel caso, distribuirlo tra gli addetti ai lavori che hanno sofferto».

L’edizione del Festival le è piaciuta? «E’ stato molto lungo ma bello. Sarei ben contento di rivedere Amadeus e Fiorello alla prova il prossimo anno, con un’edizione in normalità. Sono fiducioso».D.BO. —

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