domenica 24 Marzo 2024
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Caso Nutella: se Salvini non va al supermercato e non sa leggere le etichette degli alimentari

L’Italia produce poche materie prime, ma importa una quota rilevante di ingredienti che poi trasforma in prodotti alimentari di eccellenza. Per seguire i consigli di Salvini al supermercato dovremmo evitate di acquistare l’80% dell’extravergine di oliva perché contiene olio di origine spagnola, greca o tunisina. Anche la pasta non va bene perché Barilla, De Cecco e la maggior parte delle altre marche da sempre usano il 20-30% di grano importato.

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MILANO – La questione delle nocciole turche che sta facendo tanto discutere anche al di fuori del web attorno alla battaglia autarchica di Matteo Salvini, continua. Di fronte al suo invito di utilizzare solo prodotti made in Italy, la perplessità di molte aziende e consumatori non poteva farsi attendere. Tanto più quando si parla di grandi motori per l’economia come Ferrero. Una domanda poi dovrebbe sorgere spontanea: se sono bandite le nocciole turche, cosa possiamo dire del caffè, che arriva da molto lontano e non è certo una materia prima osteggiata dal capo leghista?

Salvini contro la Nutella: in quanti lo seguiranno?

Perché sicuramente questa è una presa di posizione che non si sposa bene con i golosi che frequentano i supermercati alla spasmodica ricerca dei Nutella biscuits. Tra l’altro Matteo Salvini sembra non aver molta dimestichezza con le etichette dei prodotti alimentari, altrimenti non avrebbe rivangato il primato del food made in Italy, prendendosela con l’importazione di materie prime.

Quello che Salvini ignora

Il titolo di un libro lunghissimo che comincia proprio da un vasetto di Nutella e dalla sua composizione. Non sono solo le nocciole a esser straniere (il 13% della Nutella è turca), ma accolti da fuori anche lo zucchero importato quasi per il 50%; l’olio di palma, che caratterizza il 20% della crema, viene invece dal sud est asiatico. E che dire poi del cacao, che probabilmente ha origine africana, perché è quello meno costoso.

Per Matteo Salvini sarà un duro colpo scoprire che anche il latte scremato in polvere arriva dalla Francia o da altre zone dell’Europa. Quindi, a leggere meglio, la Nutella è sì prodotta al 100% in Italia, ma certo i suoi ingredienti non hanno il cuore tricolore.

L’ignoranza di Salvini è percorribile?

Magari si può esser per principio d’accordo con la sua volontà di promuovere i prodotti italiani, Italy first, come il Trump dell’Usa first, ma certo non si può esser del tutto ciechi. A leggere bene anche solo le etichette, emerge chiaramente come l’Italia produca pochissime materie prime e sia innanzitutto un grande importatore dei prodotti alimentari più famosi.

Se si dovesse davvero sposare la causa di Matteo Salvini, allora nei supermercati non si potrebbe acquistare sino all’80% dell’olio extravergine d’oliva, perché proveniente dalla Spagna, Grecia o Tunisia. E la pasta? Anche la Barilla e Dececco, così come altre marche, utilizzano per il 20/30% il grano importato.

E la lista della spesa proibita da Salvini è lunga

Tra latticini, mozzarelle, yogurt e confezioni di latte a lunga conservazione; gamberetti, pesce surgelato, prosciutto cotto e tonno in scatola, l’elenco è potenzialmente infinito. Per stare dietro alla logica di Matteo Salvini, tutti starebbero a dieta. E i conti al supermercato sarebbero dolenti.

A meno che. A meno che tutti ci buttiamo a scegliere e comprare prodotti dop e doc. Che non mancano. Ma hanno prezzi da collezionisti.

 

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