domenica 06 Ottobre 2024

Riccardo Illy, non solo espresso: per una sera, sommelier di champagne Taittinger

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MILANO – Riccardo Illy si dimostra ancora una volta, una figura eclettica. Da imprenditore ora di nuovo in politica, candidato indipendente per il Pd alle elezioni del 4 marzo, sino a sommelier per una sera. Capace di affascinare i propri ospiti raccontando la storia dello champagne di cui cura da alcuni mesi la distribuzione in Italia.

Riccardo Illy si è calato nei panni del cultore delle bollicine d’alta gamma

Ha infatti presentato al Caffè Vatta di Opicina, sul Carso triestino, l’etichetta francese Taittinger, di cui l’impresa di famiglia è diventata da giugno distributrice attraverso la controllata Domori.

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“Sono abituato a farlo. Per i vini è così. – ha spiegato Riccardo Illy.- Le persone sono abituate ad avere a che fare direttamente con i titolari delle aziende vitivinicole”.

Paziente, colto, Illy ha accompagnato gli ospiti nella degustazione

Illustrando di tavolo in tavolo le origini della pregiata etichetta a un gruppo di appassionati che aveva prenotato in precedenza; prevedendo (giustamente) un’affollata presenza.

Riccardo Illy ha ripercorso la storia della famiglia Taittinger

Attiva sin dagli anni Trenta, proprio come gli Illy. Avendo rilevato nel 1932 l’antica azienda francese fondata nel 1734. Così, mentre i commensali accompagnavano il vino con gamberi rossi in tempura, assaggi di caviale e tartara di scampi dalmati, Illy raccontava che “il primo elemento di affinità con la famiglia Taittinger è che ha cominciato nello stesso periodo di Illycaffè, il cui esordio risale al 1933“.

Il sommelier d’eccezione ha quindi molto sorpreso. Sottolineando che la “cantina dove questo champagne viene realizzato” fu costruita “dai romani nel gesso, venti metri sottoterra.

Poi, l’anima imprenditoriale ha preso il sopravvento su quella di sommelier. Tracciando le linee per il futuro del gruppo nel campo vitivinicolo:

“Vogliamo produrre direttamente e contiamo di acquisire in futuro vini che abbiano una lunga storia. Brunello di Montalcino, barolo, champagne, borgogna.

Sono pochissimi i territori al mondo che danno vita a vini monovitigno: questa è la nostra vocazione”, ha concluso.

FONTEansa.it
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