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MILANO – Maggio è stato per i mercati del caffè un mese quasi di decompressione, che ha messo (temporaneamente) in pausa le perduranti pressioni rialziste: la media mensile dell’indicatore composto Ico ha chiuso a 334,41 centesimi, con una variazione minima (-0,4%) rispetto ad aprile. Ma l’andamento dell’indicatore giornaliero rivela – dopo i picchi registrati a inizio mese – un’evoluzione prevalentemente ribassista, che ha riportato i valori a livelli vicini ai minimi di inizio anno.
Raggiunto infatti un massimo di 355 centesimi, il 6 maggio, l’indicatore è sceso quasi costantemente per il resto del mese toccando nell’ultimo giorno (30 maggio) un minimo di 305,96 centesimi.
Per trovare un livello più basso (304,65 centesimi) bisogna risalire a ritroso sino al 20 gennaio.
Tornando alle medie mensili, gli indicatori degli arabica – pur avendo assunto anch’essi un trend decisamente ribassista, a partire dalla seconda decade – registrano una variazione con il segno più sul mese precedente, con colombiani dolci, altri dolci e brasiliani naturali in crescita rispettivamente dello 0,4%, 1,3% e 0,5%.
A spingere al ribasso la media dell’indicatore composto sono stati gli indicatori dei robusta (-3,5%) e della borsa di Londra (-4,7%), nonché l’indicatore della borsa di New York (-0,6%).
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