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MILANO – Le migliorate prospettive produttive e la decisione dell’amministrazione statunitense di togliere i dazi sulle importazioni di caffè verde spingono al ribasso i prezzi del caffè, che hanno toccato venerdì i loro minimi mensili. Quella trascorsa è stata una settimana dai due volti all’Ice Arabica: in forte rialzo i primi due giorni, in caduta libera nella seduta di mercoledì, quando il front month (dicembre) è arretrato del 4,5% e la seconda posizione (marzo 2026), che concentra ormai la maggior parte delle contrattazioni, ha perso addirittura il 5,7%.
Ribassi, anche se molto più modesti, anche nelle due sedute successive. La settimana si è conclusa così, venerdì 14 novembre, con dicembre e marzo rispettivamente a 399,80 e 374 centesimi.
Settimana tutta in discesa invece per i prezzi della borsa di Londra
la scadenza gennaio ha subito 5 ribassi consecutivi, chiudendo, sempre il 14 novembre, a 4.223 dollari, il 9,1% in meno rispetto al venerdì precedente.
Una serie di previsioni ottimistiche – di cui abbiamo riferito la settimana scorsa – sull’outlook produttivo del prossimo anno – alle quali si è aggiunta la prima stima di massima di Safras & Mercado sul raccolto brasiliano 2026/27 – hanno contribuito a questa forte correzione al ribasso a ridosso di metà mese.
Safras & Mercado ottimista sul raccolto brasiliano 2026/27
L’autorevole analista brasiliano prevede infatti una produzione in crescita del 10,5%, a 71 milioni di sacchi, con più caffè arabica e meno caffè robusta rispetto all’annata precedente.
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