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Dopo una crisi lunga e complessa, Pernigotti volta pagina e torna a guardare alla crescita. Il gruppo nato dalla fusione con Walcor ha scelto di rilanciare lo storico marchio piemontese del cioccolato, puntando su nuovi business e su una struttura industriale consolidata.
L’obiettivo è recuperare marginalità e redditività, facendo leva sul gelato e sui volumi del private label. Una strategia che mira a riportare Pernigotti tra i protagonisti dell’industria dolciaria italiana. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicate su Il Sole 24 Ore.
Pernigotti punta su gelato e private label per recuperare redditività
NOVI LIGURE – E’ stata una crisi lunga e difficile, lasciata alle spalle. Oggi il Gruppo nato dalla fusione di Walcor e Pernigotti porta il nome dello storico produttore di cioccolato piemontese, tra gli storici brand italiani legati al mondo del cioccolato, e punta a recuperare margini e redditività grazie a nuovi business come il gelato e ai volumi garantiti dal canale private label.
A luglio scorso c’è stata la fusione per incorporazione di Pernigotti e Walcor, punto di arrivo della fase di consolidamento delle due realtà nell’assetto societario che vede presenti J.P. Morgan Asset Management e Invitalia.
Una realtà che oggi conta su un fatturato di circa 70 milioni di euro, oltre 340 addetti, stagionali compresi, e due poli produttivi, a Novi Ligure, nell’Alessandrino, a Pozzaglio ed Uniti, in provincia di Cremona. «Il nuovo piano industriale – spiega l’amministratore delegato Francesco Pastore – disegna un percorso di crescita per arrivare a 100 milioni di ricavi nel triennio.
Quello che in questo momento ci manca di più è la redditività del nostro asset, la nuova Pernigotti ha questa come priorità, recuperare margini dopo anni di difficoltà dovuti alla ripartenza e anche alla dinamica dei rincari della materia prima».



















