mercoledì 17 Aprile 2024
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Sì alla pausa caffè, se è breve: la soglia dei 14 secondi per la consumazione

Bere il caffè alle macchinette è una pausa, solamente se la tazzina arriva entro i 14 secondi: superata questo lasso di tempo, i consumatori sono soggetti ad un vero e proprio "calo del desiderio" e non hanno più voglia di aspettare

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MILANO –  Un esperimento condotto in diversi luoghi pubblici ha evidenziato come, 14 secondi, siano il limite massimo dei consumatori di fronte ad una vending machine. Questo è quanto emerso dalla ricerca condotta dall’Università Politecnica delle Marche insieme a Confida. l’Associazione italiana della distribuzione automatica. Una pausa caffè decisamente fugace quella dei fedeli ai distributori automatici.

A svelarlo sono le riprese di quattro telecamere Rgb che per tre mesi hanno registrato il comportamento dei consumatori davanti ad altrettante vending machine, collocate in un’università, un ospedale, un’area self service e un’azienda.

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Pausa caffè smart e fast

Ne è emerso che la maggior parte degli acquisti (32%) avviene nei primi 5 secondi. Quasi nessuno (2%) compra più nulla trascorso un minuto.

Dunque, bando alle incertezze: si decide il prodotto, che in genere è uno solo (nel 90,1% dei casi), si preleva e si torna alle proprie occupazioni.

Se poi, mentre diamo una fugace occhiata per individuare il nostro snack preferito, per caso scorgiamo scomparti con prodotti esauriti, la voglia di shopping automatico cala ai minimi termini (del 43%). Chissà, forse per il senso di incuria che ci trasmette senza volerlo un frigorifero semivuoto.

I distributori più tecnologici

Godono di maggiore appeal (circa il 23% in più) invece, le macchinette di nuova generazione. Dotate quindi di sistemi di pagamento cashless, da cui acquistare solo avvicinando una tessera magnetica, per intenderci.

Le cosiddette smart vending machine sono sempre più hi-tech e coltivano ambizioni da bar. “Questo genere di distributori integra schermi touch che, attraverso il digitale, consentono un’offerta personalizzata.

Mixando gli ingredienti di base e creando bevande gourmet” chiarisce Massimo Trapletti, presidente di Confida. “Inoltre, i sistemi di telemetria consentono tramite la rete di controllare la macchina da remoto.

Così da accorgersi in tempo reale se mancano prodotti o se c’è un guasto. Infine il pagamento tramite app permette di analizzare le preferenze del consumatore”.

Un settore trainante

D’altronde, l’Italia è tra i primi produttori mondiali di distributori automatici, senza eguali in Europa. Con oltre 810.000 apparecchi installati in tutta la penisola.

D’ora in poi inoltre, le macchinette potranno beneficare anche di un’agevolazione: l’iper ammortamento al 250% (previsto dal piano Impresa 4.0); purché siano di ultima generazione e interconnesse, come ha fatto sapere il ministero dello Sviluppo Economico in una recente circolare.

Nel 2017 il settore ha fatturato oltre 3,5 miliardi di euro; erogando 11 miliardi di consumazioni a 25 milioni di italiani.

L’acquisto è davvero sicuro?

Nessuno ci presta attenzione, a causa della fretta. Tuttavia, davanti a una vending machine siamo consumatori, come nei negozi veri e propri.

Perciò prima di inserire i gettoni e selezionare il codice dell’articolo prescelto, suggerisce Adiconsum, sarebbe buona norma fare caso ad alcuni aspetti.

Anzitutto leggere le modalità d’uso, poi controllare che sulla macchinetta sia presente l’etichetta obbligatoria con la ragione sociale dell’impresa che svolge il servizio (utile in caso di difficoltà d’acquisto);

consultare l’elenco di ingredienti e bevande somministrate, importante anche per chi è intollerante o allergico; infine, accertarsi delle condizioni igieniche del distributore, sintomo di manutenzione e pulizia periodica obbligatorie per legge.

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