giovedì 20 Novembre 2025
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Caffè gratis in autostrada: l’iniziativa per festività più sicure

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Un'autostrada (immagine: Pixabay)

Fino al 19 gennaio 2025, Autostrade per l’Italia lancia un’iniziativa che prevede un caffè gratis nelle ore notturne e un controllo liquidi e gomme auto gratuito per garantire la sicurezza dei viaggiatori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Tommaso Giacomelli per il portale d’informazione Virgilio.

Il caffè gratis in autostrada

MILANO – Autostrade per l’Italia si impegna a garantire la sicurezza dei viaggiatori durante le festività natalizie con un’iniziativa speciale. Fino al 19 gennaio, in collaborazione con i suoi partner commerciali, offre servizi gratuiti nelle Aree di Servizio per contrastare la stanchezza e promuovere la manutenzione dei veicoli, con un caffè gratuito nelle ore notturne e un check gratuito per gomme e liquidi delle auto nell’arco di tutte le giornate.

Una piccola carezza ai tanti automobilisti che si metteranno al volante in autostrada durante questo lungo periodo, e che si muoveranno su tutte le arterie dello Stivale da nord a sud. Un’iniziativa che guarda alla salvaguardia del bene più prezioso: la vita.

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Caffè Ninfole sostiene l’emporio solidale della Concattedrale con gli Amici di Manaus a Taranto

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Rossella Ninfole, presidente della Caffè Ninfole, e Giovanni de Giorgio, presidente dell’Associazione Amici di Manaus (immagine concessa)

TARANTO – “La nostra città ha un elemento di sussidiarietà che è valore di grande pregio. E’ il fervente mondo del terzo settore che si occupa di ultimi, emarginati, meno fortunati. Per questo abbiamo deciso in questo Natale di esaltarne il ruolo di motore indispensabile per la coesione sociale. E’ il desiderio di tornare alle origini, alla virtù stessa insita del Natale che è festa di nascita e attenzione all’altro”. In poche parole Rossella Ninfole e Giovanni De Giorgio, rispettivamente presidente della Caffè Ninfole e presidente dell’Associazione Amici di Manaus lanciano la loro campagna in favore del pranzo di Natale tutto l’anno.

A novembre 2023 l’Associazione Amici di Manaus infatti inaugurò in città, dentro i locali della Concattedrale Gran Madre di Dio, il primo emporio solidale intitolato proprio al fondatore dell’associazione, ovvero Mimmo Vitti: uomo di virtù straordinarie che dedicò tutta la sua intera vita a opere di bene.

Un emporio solidale che restituisce anche dignità alle persone in difficoltà economica, perché non si limita a fornire un pacco di viveri, ma rende i bisognosi autonomi nella scelta dei prodotti, potendo accedere gratuitamente ai beni esposti su scaffali esattamente come in un supermercato.

“Ora su quegli scaffali ci sarà anche il caffè di Taranto, il Ninfole” – dice Rossella Ninfole, che promette vicinanza all’emporio e decide di lanciare una campagna social per sostenere l’impresa.

“La nostra é una realtà di prossimità e amore verso gli altri che ha bisogno dell’apporto di tutti e pertanto i gesti di attenzione di realtà imprenditoriali e storiche come Caffè Ninfole non possono che farci piacere – dice Giovanni De Giorgio, presidente dell’Associazione Amici di Manaus – Speriamo nell’effetto emulativo di questa esperienza per fare in modo di creare una rete sempre più fitta di umanità e solidarietà”.

Attualmente l’emporio solidale assiste circa 300 famiglie che fanno la spesa in base al numero di componenti in ogni nucleo famigliare. L’emporio è sottoposto ad un regolamento etico e a controlli che impediscono aiuti indebiti o accaparramenti di derrate alimentari.

Non possono essere raccolti prodotti freschi e a breve scadenza, ma sono ben accetti pasta, riso, olio d’oliva e di semi, zucchero, farina, legumi, passata di pomodoro, tonno, prodotti per l’igiene personale e la pulizia della casa, alimenti e prodotti per l’infanzia.

L’emporio solidale dove poter donare un pranzo di Natale tutto l’anno alle persone in difficoltà è a Taranto, alle spalle della Concattedrale, in Via Blandamura n. 7.

L’emporio è aperto il lunedì dalle 9.00 alle 12.00 e il mercoledì dalle 16.00 alle 18.00.

Aton presenta l’app contro lo spreco alimentare con EMERGENCY in favore delle nuove povertà

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Presentato a Milano il supermercato solidale che utilizza Food Hubber (immagine concessa)

MILANO – Accordo tra la tech company veneta Aton e EMERGENCY per il sistema gestionale degli hub di aiuto alimentare che sostengono le nuove povertà. Grazie ad un’applicazione software web sviluppata da Aton, nell’Hub Aiuto Alimentare Cuccagna, inaugurato ad ottobre nel Municipio 4 di Milano, il beneficiario viene profilato (in forma anonima), vengono determinati i beni a cui ha diritto e tracciato l’avvenuto ritiro. Il sistema mantiene anche la giacenza del punto di distribuzione, permettendo così di pianificare gli approvvigionamenti e controllare i flussi di beni e l’accuratezza del servizio alla comunità.

Aton, Società Benefit e B Corp, gioca un ruolo chiave nell’ambito tecnologico a supporto di EMERGENCY, di cui è “Partner friend”, contribuendo in questo caso alla gestione efficiente della distribuzione di prodotti di prima necessità alle famiglie vulnerabili del Comune di Milano.

La genesi della collaborazione tra Aton ed EMERGENCY è legata a una volontaria di EMERGENCY che da tempo lavora a stretto contatto con Aton presso un partner. L’idea è stata prontamente accolta dal board aziendale e da alcuni collaboratori che si sono messi a disposizione. È d’altronde nel dna di Aton creare soluzioni software capaci di integrare persone e risolvere situazioni complesse in modo innovativo, come quelle realizzate per agevolare UN nelle missioni di peace keeping.

Da questa collaborazione è nata Food Hubber, una web application rilasciata come software libero e open source disponibile su GitHub (GitHub – proofrock/foodhubber: Manage a Food Hub, Emergency style.) per tutti gli hub di aiuto alimentare che vogliano beneficiare dello stesso strumento.

Il software di Aton gestisce così il supermercato sociale e comunitario che risponderà ai bisogni di circa 350 famiglie che saranno accompagnate verso un percorso di autonomia (secondo il modello del self-service e della vendita assistita) ponendo al centro l’attenzione alla socialità, alla qualità del cibo e all’equilibrio della dieta.

“Partecipare ad iniziative di questo tipo per noi di Aton è un onore”, dichiara Giorgio De Nardi, ceo di Aton. “Siamo una Società Benefit e B Corp che opera nel mondo del tech. Le nostre soluzioni sono concepite per ridurre gli sprechi, efficientare i processi, ottimizzare la logistica distributiva e migliorare la qualità di vita delle persone. Vogliamo fare la differenza e la collaborazione con EMERGENCY, per noi, è un esempio perfetto di come la tecnologia possa avere un impatto positivo sulla società. Aton conferma così il proprio impegno a favore della sostenibilità e dell’innovazione, rafforzando la missione di una B Corp che punta a fare impresa in modo responsabile e consapevole”.

L’Hub Aiuto Alimentare Cuccagna è progettato e sostenuto da Food Policy – Comune di Milano; promosso da Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna ed EMERGENCY, Recup, EStà – Economia e Sostenibilità, Associazione Comunità Il Gabbiano ODV e Fondazione ACRA; in collaborazione con Fondazione Cariplo, Assolombarda, Fondazione Snam, Politecnico di Milano e The Earth Shot Prize; con il contributo di Fondazione Azimut e la partecipazione di Aton, Coop Lombardia, Supporto Popolare e Falegnameria Cuccagna.
L’inaugurazione di questo nuovo Hub, che rientra in un progetto contro gli sprechi alimentari, ha visto la partecipazione della Vicesindaco con delega alla Food Policy Anna Scavuzzo, del Console Generale Britannico a Milano Kassim Ramji, dell’Assessora del Municipio 4 Marina Melloni, del Presidente di Cascina Cuccagna Andrea Distefano, della Presidente di EMERGENCY Rossella Miccio, del Presidente di EStà Andrea Calori e del Direttore Generale di Fondazione Azimut Lidia Lommi.

La scheda sintetica di Aton

Aton è una tech company con headquarter a Villorba, nel Trevigiano, operativa nel settore digitale-informatico. Sviluppa soluzioni per la trasformazione digitale sostenibile delle vendite omnichannel e dei processi di tracciabilità e supply chain aziendale. Si affianca alle imprese con servizi di supporto internazionali e copertura su tutti i fusi orari, 365 giorni all’anno. Tra i clienti, top player nel settore del fashion e del retail, dell’industria, della grande distribuzione organizzata e del settore energy.

Fondata da Giorgio De Nardi nel 1988, la sua missione è crescere insieme all’ecosistema di collaboratori, clienti, partner, ambiente e comunità, realizzando profitti etici e sostenibili.
Il gruppo Aton, composto anche dalle aziende “Blue Mobility” (soluzioni IT per la logistica e la rete vendita delle pmi) e “Aton AllSpark” (joint venture di Aton e Allspark, azienda IT specializzata nel mercato fashion retail), nel 2023 ha chiuso il fatturato a 22,8 milioni di euro, +2,2% sull’anno precedente.

Oggi il gruppo occupa oltre 250 persone che servono oltre 750 clienti in tutto il mondo che operano nei seguenti settori: il 39% nei prodotti di largo consumo dal cibo alla cura della persona, il 42% nella grande distribuzione organizzata e nel fashion, il 19% nel mondo dell’energia.

Dal 2018 Aton è certificata Great Place To Work. Nel 2021 è diventata Società Benefit e ha integrato nel proprio statuto obiettivi sociali (people), ambientali (planet) oltre che economici (prosperity). Nel 2023 è entrata a far parte della community delle aziende B Corp che si impegnano in un percorso di miglioramento continuo per trasformare il sistema economico globale. L’azienda presenta ogni anno un report di impatto.

La visione strategica dell’azienda nasce dal fondatore e Ceo Giorgio De Nardi, affiancato dal board, l’organo collegiale di gestione, composto dagli executive team leader di tutte le funzioni aziendali e da un coach indipendente.

Altri ruoli apicali sono quelli legati all’ambito finanziario con Tania Zanatta; vendite Gianluca Palmisano; persone e cultura aziendale Stefano Negroni, sviluppo di business Giovanni Bonamigo, sviluppo di software Piero Pescangegno, progetti di integrazione Giovanni Pozzobon e servizi di assistenza Marco Arrigoni.

Il business si articola in vendita di servizi, consulenza e prodotti IT. Le app di Aton fanno parte di un’unica piattaforma digitale di proprietà che abbraccia tutta la supply chain.
L’azienda propone software e servizi di gestione dei processi legati alle vendite, con particolare attenzione ai canali di distribuzione: dall’e-commerce al punto vendita fisico, passando per la gestione e la relazione con il cliente.

Sul fronte della supply chain Aton mette a disposizione software e servizi per il monitoraggio e la gestione di un prodotto lungo tutto il suo ciclo di vita, garantendone la tracciabilità. Soluzioni che Aton applica anche in missioni di pace internazionali grazie a collaborazioni con organizzazioni intergovernative a carattere mondiale.

Aton realizza progetti per i clienti tramite analisi, consulenza e disegno di soluzioni software e hardware, integrazione dati, project e service management, governo da remoto del parco hardware con piattaforme di enterprise mobility management, affiancamento sul campo e formazione, supporto multilingua a utenti e sistemi software e hardware.

Ma non solo, Aton è aggiornata sulle ultime tecnologie presenti sul mercato e fornisce la consulenza per scegliere i migliori hardware in base ai relativi software. Con le attività di assistenza tecnica hardware, Aton opera in ottica green contribuendo all’allungamento del ciclo di vita di un parco di migliaia di dispositivi in un’ottica di economia circolare, riducendo la quantità di rifiuti tecnologici.

Natale 2024, Fipe: il pranzo al ristorante vale 420 milioni

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L'analisi di Fipe sul Natale (immagine concessa)

ROMA – Il Natale 2024 si prospetta più luminoso per i ristoranti italiani: sono 5,4 milioni (il 2% in più del 2023) le persone che sceglieranno di celebrare la festività più importante dell’anno in uno degli oltre 90mila locali aperti per l’occasione (68,6% del totale, in crescita rispetto al 66,2% del 2023).

Incrementi che confermano da un lato la voglia degli italiani di tornare a vivere momenti conviviali fuori casa e dall’altra il miglioramento del clima di fiducia tra gli imprenditori del settore: il saldo tra chi prevede un Natale migliore e chi, al contrario, teme un calo è decisamente positivo (+30%).

La spesa complessiva per il pranzo di Natale viene stimata in 420 milioni di euro, in crescita del 5,8% rispetto all’anno scorso.

Sono questi i principali risultati di un’indagine condotta da FIPE-Confcommercio su un panel di ristoranti.

“Il Natale rappresenta un momento di riflessione e di ritrovata serenità per le famiglie, un’occasione per stare insieme, condividere e sentirsi più uniti”, afferma Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio. “In un periodo segnato da grandi incertezze, legate sia ai venti di guerra che soffiano in tante aree del mondo sia alle incognite di carattere economico, il cibo e la ristorazione si confermano strumenti di convivialità e, persino, di conforto. Una ragione in più per manifestare un sentimento di gratitudine alle centinaia di migliaia di professionisti della ristorazione che lavoreranno anche durante i giorni di festa per rendere possibile tutto questo. A loro va sicuramente il nostro ringraziamento, perché rappresentano il cuore pulsante della tradizione italiana e del Natale stesso”.

Il menù del pranzo natalizio è pensato per soddisfare ogni esigenza: due terzi dei ristoranti proporranno formule “tutto compreso” (66,7%), con prezzi che si attestano mediamente sui 78 euro a persona (contro i 74 euro del 2023). Nella maggior parte dei ristoranti la spesa rientrerà nella fascia di prezzo tra 50 e 80 euro, ma il 14,3% offrirà anche soluzioni sotto i 50 euro. Per i più piccoli, il menu dedicato sarà disponibile in un ristorante su due, ad un prezzo medio di 30 euro.

Il Natale è anche un momento importante per il turismo: il 20% della clientela dei ristoranti sarà composta da visitatori, sia italiani che stranieri, a conferma del fatto che turismo e ristorazione sono un binomio inscindibile.

Giuseppe Lavazza alla BBC, radio britannica: “Stiamo pianificando di aprire circa 1000 caffetterie in Cina entro il 2028”

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Giuseppe Lavazza comitato
Giuseppe Lavazza (foto concessa)

MILANO Giuseppe Lavazza è il nipote del fondatore dell’omonima azienda che prepara caffè per espresso e non soltanto da più di 120 anni. Il logo del brand è stampato su innumerevoli confezioni di caffè ed è presente in oltre 140 Paesi. La BBC, la radio e tv pubblica britannici, lo ha intervistato per scoprire di più sui valori che guidano l’azienda. Di seguito, riportiamo una parte della trascrizione tratta dall’episodio podcast condotto da Leanna Byrne.

Giuseppe Lavazza afferma: “A volte si tratta di equilibrio, non solo della miscela. Mi piace prendere un cappuccino con alcuni amici che vengono a trovarmi.” Talvolta beve un americano dopo cena. “Lo apprezzo perché è molto delicato, e rimango al tavolo con i miei amici, parlando di diverse cose, principalmente di calcio. In Italia, come nel Regno Unito, questo sport fa parte del nostro stile di vita, proprio come il caffè.”

Giuseppe Lavazza parla delle sfide e delle gioie di gestire un’azienda familiare trasmessa attraverso quattro generazioni. Dalle sue origini a Torino, in Italia, all’espansione globale, fino ad arrivare al trionfo sugli ostacoli come l’aumento dei prezzi del caffè e le questioni di sostenibilità. Lavazza è un’azienda alimentata da tradizione e innovazione.

E che trova anche un legame con la cultura pop. Giuseppe Lavazza menziona Emily in Paris, la popolare serie Netflix che segue una giovane americana nel mondo del marketing alle prese con la vita e l’amore nella capitale francese. Uno dei clienti della compagnia di marketing nella serie è un’azienda di caffè italiana dal nome familiare, Bavazza.

Giuseppe Lavazza rivela: “Abbiamo avuto una piccola discussione con i produttori della serie.”

Si potrebbe pensare che fosse un’occasione d’oro per la pubblicità, ma il marchio fittizio Bavazza ha ricevuto recensioni contrastanti nello show. Lavazza afferma che l’azienda aveva discusso di una sponsorizzazione con la serie, ma alla fine non è andata a buon fine.

Giuseppe Lavazza: “Abbiamo ricevuto una piccola, simpatica risposta sui nostri canali social, dove abbiamo scherzato su ciò che hanno fatto con il nostro marchio in modo molto ironico, come è nello stile della nostra azienda. Ovviamente, siamo diventati più famosi a livello globale, ma non eravamo contenti di essere parte di questa battuta. Ma va bene così.”

L’azienda continua a crescere espandendosi in mercati come l’India e la Cina.

Giuseppe Lavazza spiega: “Vediamo che i nuovi mercati interessanti stanno crescendo molto. Posso menzionare la Cina. Ovviamente stiamo parlando dello sviluppo futuro del caffè, ma molti Paesi produttori stanno anche diventando Paesi consumatori. Il Brasile è forse il più importante, ma anche il Vietnam, l’Indonesia e la Colombia stanno scoprendo sempre di più il piacere di gustare una buona tazza di caffè.”

Lavazza vende i suoi chicchi di caffè, capsule e macchine in tutto il mondo attraverso rivenditori, negozi indipendenti, distributori automatici e uffici. Ha i suoi negozi, come il flagship store a Londra, ma l’unico Paese in cui prevede di aprire altri punti vendita è la Cina.

Giuseppe Lavazza: “Stiamo lavorando a una joint venture importante con un grande player in Cina specializzato nel retail. L’azienda è Yum China. Con loro prevediamo di aprire circa 1000 caffetterie entro il 2028.”

Lavazza si è evoluta significativamente dalla sua fondazione nel 1895. Le generazioni precedenti si concentravano principalmente sul mercato italiano, ma la generazione attuale sta lavorando per affermare Lavazza come un marchio globale.

Giuseppe Lavazza: “Le responsabilità sono diverse ora perché stiamo parlando di un gruppo, non solo di un singolo marchio. Ora abbiamo un portafoglio di marchi diversi. Le dimensioni dell’azienda sono cresciute notevolmente: da 1 miliardo di euro di fatturato nel 2010 a oltre 3 miliardi oggi. Dopo 30 anni, il 70% del nostro fatturato totale è generato da attività internazionali, con solo il 30% proveniente dal mercato domestico. Il mercato italiano è ancora molto importante, ma ora abbiamo anche grandi realtà come Francia, Germania, Stati Uniti e Regno Unito”.

Nonostante la crescita, Lavazza rimane un’azienda a gestione familiare. La proprietà è condivisa tra due rami della famiglia.

Giuseppe Lavazza dice alla BBC: “La mia famiglia include me e mia sorella, Francesca. Anche lei è nell’azienda ed è membro del consiglio di amministrazione. Poi, dall’altra parte, c’è l’altro ramo della famiglia, che include quattro persone. Mio cugino, Alberto, rappresenta la terza generazione nell’azienda come presidente onorario. I miei altri tre cugini, Marco, Manuela e Antonella, sono coinvolti pure loro. Marco è vicepresidente, mentre Antonella e Manuela sono membri del consiglio.”

L’industria del caffè attualmente affronta sfide come l’aumento dei prezzi delle materie prime, l’inflazione e le interruzioni nella catena di approvvigionamento.

Giuseppe Lavazza riflette: “Siamo nel mezzo di una grande tempesta, una tempesta perfetta. Le due principali varietà di caffè, Arabica e Robusta, sono state colpite da aumenti dei prezzi negli ultimi quattro anni. Tutto è iniziato nel 2021 con le gelate che hanno colpito la produzione brasiliana, portando a un significativo aumento dei prezzi del Robusta.

Un anno e mezzo dopo, anche il Robusta è stato colpito dal cambiamento climatico, con un calo della produzione in Vietnam, uno dei produttori più importanti. Poi ci sono state le interruzioni causate da eventi geopolitici internazionali, come la crisi del Canale di Suez, che ha aumentato i costi di spedizione e causato ritardi.”

Con tutte queste difficoltà, i prezzi del caffè diminuiranno presto? Giuseppe Lavazza risponde: “Siamo molto vicini ai prezzi record. Non vedo alcuna possibilità di miglioramento prima della seconda metà del 2025, quando sapremo se le condizioni climatiche e i raccolti in Brasile e Vietnam torneranno alla normalità.”

Per sentire il podcast completo in lingua inglese basta cliccare qui.

Mondelez International punta sul cioccolato Hershey: l’operazione può portare a vendite combinate per 50 miliardi di dollari

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Il logo Mondelēz International

CHICAGO – Mondelez International Inc. sta valutando l’acquisizione di Hershey Co., il famoso produttore statunitense di cioccolato, in un’operazione che potrebbe creare un colosso alimentare con vendite combinate per quasi 50 miliardi di dollari (48 miliardi di euro), secondo fonti vicine alla questione.

La compagnia con sede a Chicago, come ha riportato il portale d’informazione Bloomberg, ha effettuato un approccio preliminare per una possibile fusione, che hanno richiesto l’anonimato poiché le discussioni sono private.

Mondelez International interessata all’acquisto di Hershey Co.

Bloomberg riporta che: “Le azioni di Hershey Co. sono aumentate fino al 19% questo lunedì, registrando il maggior guadagno intraday in oltre otto anni dopo il report di Bloomberg News”.

Il titolo ha perciò chiuso con un rialzo dell’11% a New York, portando la capitalizzazione di mercato della società a 39 miliardi di dollari. Mondelez, al contrario, è scesa del 2,3%, con una capitalizzazione di mercato di circa 82 miliardi di dollari.

“Non è la prima volta” nota Bloomberg “che Mondelez tenta un accordo con Hershey Co.: nel 2016, aveva abbandonato le trattative per una possibile acquisizione dopo il rifiuto di un’offerta da 23 miliardi di dollari”.

Hershey Co. ha un valore superiore a 44 miliardi di dollari, inclusi i debiti, secondo i dati raccolti da Bloomberg. Questo significa che un’acquisizione della società con sede a Hershey, in Pennsylvania, supererebbe il valore dell’accordo più grande dell’anno: l’acquisto di Kellanova da parte di Mars Inc., avvenuto ad agosto per quasi 36 miliardi di dollari, inclusi i debiti.

Qualsiasi operazione richiederebbe il supporto della Hershey Trust Co., che possiede quasi tutte le azioni di Classe B di Hershey Co., conferendole circa l’80% del potere di voto nella società. Il trust ha gradualmente venduto alcune delle sue azioni Hershey Co. per diversificare i suoi investimenti. Se Hershey Trust fosse favorevole a un’acquisizione, Hershey Co. potrebbe attirare l’interesse di altri potenziali acquirenti, secondo le fonti.

Le trattative sono ancora in una fase iniziale e non c’è certezza che si arrivi a un accordo, hanno detto le fonti. Un rappresentante di Mondelez ha rifiutato di commentare.

Bloomberg Intelligence

Gli analisti Jennifer Bartashus e Jibril Lawal rivelano a Bloomberg:  “L’interesse rinnovato di Mondelez per Hershey, riportato da Bloomberg News, potrebbe portare a un accordo trasformativo che aumenterebbe la quota di mercato globale del cioccolato della società a oltre il 21%. Tuttavia, ci sono ostacoli: il valore aziendale di Hershey è di 45 miliardi di dollari rispetto ai 25 miliardi offerti da Mondelez nel 2016, e la struttura a doppia classe di azioni richiede necessariamente l’approvazione della Hershey Trust. Anche l’approvazione della FTC potrebbe rappresentare una sfida, vista la resistenza dell’agenzia a grandi fusioni”.

Il settore degli alimenti confezionati sta affrontando un calo dei volumi, una crescita rallentata e un indebolimento del consumatore globale. Le aziende stanno puntando su innovazione e nuovi mercati per aumentare le vendite, poiché i consumatori iniziano a opporsi agli aumenti di prezzo e diventano più attenti alla salute, una tendenza che potrebbe portare a ulteriori consolidamenti. Secondo Arun Sundaram, analista di CFRA Research, colossi globali degli snack come Nestlé SA, proprietaria di KitKat e Smarties, potrebbero essere tra i potenziali acquirenti di Hershey Co.

Mondelez produce cracker Ritz, biscotti Oreo e barrette di cioccolato Toblerone. La società è “aperta ad acquisizioni” e ha capacità di indebitamento per operazioni di M&A, puntando a espandere le divisioni di cioccolato, biscotti e snack da forno, hanno scritto gli analisti di Bloomberg Intelligence a settembre. A ottobre, Mondelez ha riportato utili del terzo trimestre superiori alle stime.

Fondata alla fine del XIX secolo, Hershey Co. è nota per i suoi marchi di cioccolato e caramelle, tra cui Hershey’s Kisses, Reese’s Peanut Butter Cups e PayDay. A novembre, ha ampliato il suo portafoglio di dolciumi con l’acquisizione di Sour Strips.

Guidata dall’amministratrice delegata Michele Buck, la società ha subito l’impatto dei prezzi record del cacao, che sono scesi dai loro massimi ma rimangono significativamente elevati rispetto agli anni precedenti. Anche i costi dello zucchero sono alti. Lo scorso mese, Hershey Co. ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita delle vendite nette e degli utili, poiché i consumatori, gravati dall’inflazione, prestano più attenzione ai loro budget. Il direttore finanziario Steve Voskuil ha dichiarato che il cacao rappresenterà “la componente principale” dell’inflazione dei costi per l’azienda nel 2025.

I futures sul cacao di New York, che erano diminuiti dopo un picco ad aprile vicino ai 12.000 dollari per tonnellata, sono tornati a salire, aumentando i rischi per i produttori di cioccolato che devono ricostituire coperture e scorte. Il contratto più attivo è aumentato fino al 6,1% lunedì, raggiungendo i 10.454 dollari per tonnellata, il livello intraday più alto dalla fine di aprile.

“L’operazione migliorerebbe il potere d’acquisto di Mondelez sul mercato del cacao, aiutandola a gestire più efficacemente le pressioni sui prezzi in aumento,” ha dichiarato come riportato da Bloomberg Randal Kenworthy, responsabile della divisione prodotti di consumo e industriali presso la società di consulenza West Monroe. “Rafforzerebbe inoltre l’accesso di Mondelez al mercato statunitense, sfruttando la forte presenza del marchio Hershey in Nord America, creando al contempo opportunità di espansione in Europa.”

Domori: Giacomo Biviano è il nuovo amministratore delegato

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Il logo Domori

Domori ha nominato Giacomo Biviano come amministratore delegato. Biviano, consigliere di Domori da più mandati, ha già ricoperto le cariche di ad di Pintaudi e di presidente di Achillea che, come Domori (e Dammann Fre’res), fanno parte del Polo del Gusto. Leggiamo di seguito parte della notizia de Il Sole 24 Radiocor e riportata sul portale d’informazione Borsa Italiana.

Giacomo Biviano nominato amministratore delegato da Domori

MILANO – Il Consiglio di amministrazione dell’azienda Domori, riunitosi lo scorso 11 dicembre, ha affidato il ruolo di amministratore delegato a Giacomo Biviano, a seguito delle dimissioni per questioni personali di Janluca de Waijer.

Biviano, consigliere di Domori da più mandati, ha già ricoperto le cariche di ad di Pintaudi e di presidente di Achillea che, come Domori (e Dammann Fre’res), fanno parte del Polo del Gusto.

Nel corso del Cda è stata comunicata la fine dei lavori nel nuovo stabilimento di Domori, riguardante il terzo e ultimo lotto che interessa l’area di produzione.

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Nespresso con Banco Alimentare: parte degli oltre 100.000 chili di riso dal riuso del caffè esausto come compost per la coltivazione

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Le capsule riciclate di Nespresso (immagine concessa)

MILANO Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno. Quest’anno anche in un piatto caldo direttamente per le strade, con un primo aiuto. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo complessa che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata di plastica e alluminio, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri elementi in alluminio.

Quest’anno il brand Nespresso, sempre insieme al Banco Alimentare, partner storico del progetto da 13 anni, porterà parte degli oltre 100.000 chili di riso prodotto grazie al riuso del caffè esausto come compost per la coltivazione di riso, anche a Fondazione Progetto Arca.

Un ampliamento che permette di raggiungere persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna, ma anche le Cucine mobili che con Progetto Arca forniscono un primo aiuto concreto e un piatto di riso caldo a chi ha più bisogno nelle strade di Milano, Roma, Torino e Bari.

Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali.

Nel 2024, con l’ingresso di Fondazione Progetto Arca, il riso prodotto dalle capsule esauste raggiungerà anche 60.000 persone per le strade italiane, che quotidianamente, grazie al servizio, Cucine mobili potranno non solo avere un piatto caldo e nutriente, ma accedere alla possibilità di creare relazioni di fiducia attraverso un servizio che unisce assistenza immediata e diretta nei luoghi in cui le persone vivono, a un approccio inclusivo e umano capace di porre le basi per un percorso di reintegrazione sociale.

Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone.

Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane.

Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca. Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr).

“L’ingresso di Progetto Arca nel programma Da Chicco a Chicco rappresenta un’evoluzione importante del nostro impegno a generare un impatto positivo sul territorio italiano. Grazie al supporto delle Cucine mobili, possiamo raggiungere direttamente le persone con un primo aiuto, portando non solo un piatto di riso, ma anche un momento di attenzione e cura” ha dichiarato Silvia Totaro, responsabile sostenibilità di Nespresso Italiana. “Progetto Arca si affianca al nostro partner storico, Banco Alimentare, con cui da 13 anni supportiamo con questo prodotto milioni di persone grazie all’impegno dei nostri clienti e delle sedi regionali che si occupano concretamente di far arrivare il riso a chi ha più bisogno”.

A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone per strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti a favore delle persone che usufruiscono di questo servizio nato durante la pandemia e diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari.

 “In queste città siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con le Cucine mobili un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca

Traguardi importanti, quelli ottenuti quest’anno con la distribuzione di oltre 100.000 chili di riso che potranno essere sulle tavole di chi ne ha più bisogno nelle prossime settimane. Nel dettaglio, sulla base dei bacini di copertura regionale e cittadina dei due beneficiari, quest’anno saranno distribuiti: circa 470 quintali in Lombardia (530.000 piatti), 224 quintali nel Lazio (250.000 piatti), oltre 90 quintali in Piemonte (100.000 piatti) e circa 110 quintali in Puglia (120.000 piatti).

A questi si aggiunge quest’anno l’Emilia-Romagna che potrà supportare i propri assistiti con 100 quintali di riso raggiungendo per il primo anno di collaborazione circa 200 organizzazioni benefiche. In Lombardia invece il progetto raggiunge il tredicesimo anno di attività, con oltre 5 milioni di piatti distribuiti dal 2011 solo nella regione e concretizzando ogni anno un impegno per la circolarità che accomuna e unisce profit e no profit in un’azione a favore del bene e delle persone.

 “Al fianco di Nespresso abbiamo visto crescere negli anni questa importante e virtuosa iniziativa di economia circolare. Siamo grati per averci donato, ancora una volta, un alimento prezioso come il riso per destinarlo alle tante persone in difficoltà, assistite attraverso le strutture caritative convenzionate con le sedi regionali di Banco Alimentare coinvolte sul territorio” ha dichiarato Giovanni Bruno, Presidente Fondazione Banco Alimentare ETS.

I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate.

“Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.

Per conoscere tutti i punti di raccolta per riciclare le capsule di caffè in alluminio e partecipare attivamente al progetto “Da Chicco a Chicco” visitare il sito: https://www.nespresso.com/it/it/storeLocator

La scheda sintetica di Nespresso

Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con oltre 157.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei territori circostanti.

Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il Programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità.

Nel 2022 Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 9.000 aziende che soddisfano gli elevati standard di responsabilità sociale e ambientale e di trasparenza B Corp. Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 93 mercati e conta 14.000 dipendenti. Nel 2023 ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio globale di 791 boutique. Per ulteriori informazioni, visitare il sito aziendale di Nespresso.

Starbucks presenta le cannucce biodegradabili nei punti vendita in Giappone

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Il logo di Starbucks

La sostituzione della carta con bioplastica è iniziata in una trentina di caffetterie Starbucks giapponesi, inizialmente per le bevande fredde. Secondo il gruppo giapponese, considerando l’intero ciclo di vita, le cannucce Green Planet emettono meno CO2 rispetto a quelle di carta certificata FSC utilizzate da Starbucks e generano circa la metà dei rifiuti. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Polimerica.

Le cannucce biodegradabili Starbucks

MILANO – La catena di caffetterie Starbucks ha introdotto in alcuni punti vendita in Giappone cannucce biobased e biodegradabili a base di poli-idrossi-alcanoato (PHA) Green Planet fornito da Kaneka, in sostituzione di quelle di carta introdotte a partire dal 2018 dopo aver abbandonato la plastica.

Le cannucce Green Planet sono già disponibili in 32 negozi Starbucks nella Prefettura di Okinawa per i clienti che ordinano bevande fredde, come il Frappuccino.
Da marzo dell’anno prossimo saranno distribuite in tutti i negozi Starbucks in Giappone, anche in una versione più spessa per bevande stagionali.

Secondo il gruppo giapponese, considerando l’intero ciclo di vita, le cannucce Green Planet emettono meno CO2 rispetto a quelle di carta certificata FSC utilizzate da Starbucks e generano circa la metà dei rifiuti.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Mocha Mousse è il colore PANTONE dell’anno per il 2025

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mocha mousse
Mocha Mousse è il colore PANTONE del 2025

MILANO – Il colore scelto per il 2025 dal Pantone Color Institute è il Pantone 17-1230 Mocha Mousse, una tonalità di marrone chiara che rimanda al cacao e al caffè. Leatrice Eiseman executive director Pantone Color Institute, afferma come riportato dall’Ansa: “Sostenuto dal nostro desiderio di piaceri quotidiani, Pantone 17-1230 Mocha Mousse esprime un livello di ponderata indulgenza. Sofisticato e lussureggiante, ma allo stesso tempo senza pretese, questo colore estende la nostra percezione dei marroni dall’essere umile e radicata ad abbracciare aspirazioni e lusso. Infuso di sottile eleganza e raffinatezza terrosa, presenta un tocco di glamour discreto e delicato”.

Ispirati dalla decadenza di Mocha Mousse, alcune aziende hanno presentato prodotti innovativi. Ad esempio, dsm-firmenich ha presentato il gusto dell’anno per il 2025: Milky Maple.

La dolcezza dello sciroppo d’acero e i suoi toni caldi e terrosi si sposano con la cremosità del latte, creando una miscela armoniosa che esalta il sapore distintivo dell’acero e la capacità senza tempo del latte di evocare comfort e semplicità. Insieme, creano Milky Maple, un sapore nostalgico che offre un’esperienza sensoriale immersiva.

Con un carattere invitante e indulgente, Mocha Mousse e Milky Maple riflettono la crescente preferenza dei consumatori per godersi i piccoli e significativi momenti dell’anno a venire.

“Milky Maple è un invito a fermarsi e assaporare un momento di puro calore e decadenza. Questo gusto è un viaggio – e un dolce promemoria della gioia, del comfort e della connessione che si possono trovare nei piaceri semplici”, ha affermato sul sito ufficiale Maurizio Clementi, vicepresidente esecutivo di Taste, Texture e Health.

Inoltre l’azienda ha creato la fragranza Eau de Parfum che ha sviluppato una gamma di altre sette fragranze ispirate a Mocha Mousse, in diversi formati come Eau de Toilette, candele, gel doccia, ammorbidenti per tessuti e spray per capelli, realizzate da profumieri di tutto il mondo.