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Pagare con il Pos anche il caffè al bar, il Governo spinge sull’mPayment

Le due proposte sono contenute nel decreto legislativo esaminato dal Consiglio dei Ministri e trasmesso al Parlamento: riduzione delle commissioni per carte di credito e di debito soprattutto per i micropagamenti fino a 5 euro’ e si pensa anche a un bonus per i cittadini che non usano il cash.

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MILANO – L’Italia è il Paese dell’Eurozona con il maggior numero di terminali Pos. Sono più di 2 milioni, secondo gli ultimi dati del 2016 forniti da Bankitalia; anche se i numeri per il resto dell’area euro sono aggiornati al 2015.

Pos in aumento ma ancora in ritardo rispetto al passo europeo

Ma i pagamenti elettronici, pur essendo aumentati del 9% l’anno scorso, non decollano ancora; non se confrontati con gli altri Stati dell’Unione Europea.

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Nel 2016 infatti, si sono registrati nel nostro paese solo 1.200 pagamenti per Pos; contro 16mila nei Paesi Bassi (che guidano la classifica Ue), 9mila in Irlanda e 8mila in Estonia.

Per questo, il Governo italiano e il Parlamento stanno pensando a diverse iniziative per incentivare l’mPayment sul nostro territorio.

Ecco le proposte in cantiere

  1. Riduzione delle commissioni interbancarie allo 0,3% sulle carte di credito; dello 0,2% su quelle di debito sui pagamenti elettronici in generale. Infine, un taglio maggiore delle commissioni sui micropagamenti fino a 5 euro. Oggi è possibile utilizzare la “moneta di plastica” solo per importi superiori a 30 euro. La misura per rendere i micropagamenti (compresi gli importi di modesta entità come il prezzo di una colazione al bar) più convenienti per gli esercenti è contenuta nella Direttiva europea Psd2. Quella relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che il Parlamento ha recepito la settimana scorsa. La stessa che entrerà in vigore per tutti gli Stati il 13 gennaio 2018.
  2. Le altre idee per favorire i pagamenti digitali provengono dalla politica italiana. Il Governo, per la legge di Bilancio 2018, sta pensando a un credito d’imposta. COmprese quindi tutte le spese sostenute per acquistare il Pos e il relativo canone mensile. Il quale, come è emerso dalle stime di SOS Tariffe, può toccare i 6.300 euro annui (oltre il 40% in più rispetto al 2015).
  3. La seconda intenzione del Governo è stimolare anche i consumatori. Indirizzarli così a pagare con la moneta digitale. Come si sa, gli italiani sono più bravi ad adeguarsi alla modernità se ricevono degli incentivi. ad esempio nel caso dei bonus per le ristrutturazioni e per l’efficientamento energetico degli immobili. Così allo studio c’è anche la possibilità di sconti fiscali per chi acquista non in contante determinati prodotti.
  4. Infine sanzioni fino a 30 euro annunciate per chi rifiuta pagamenti elettronici con i Pos.

La misura è stata proposta da Sergio Boccadutri

(PD) deputato. Nonché responsabile Innovazione del PD e relatore al nuovo decreto legislativo sulla direttiva Ue per favorire i pagamenti elettronici nel mercato interno.

“La norma andrà a sanzionare non l’assenza del Pos nel negozio o in dotazione al professionista, ma la mancata accettazione del pagamento elettronico e deve essere lo stesso consumatore a denunciarlo alle autorità competenti”, ci ha dichiarato Boccadutri nell’intervista dell’11 settembre. Il parlamentare per le sanzioni ha preso come riferimento l’articolo 693 del codice penale che si riferisce al contante: “chiunque rifiuti moneta avente corso legale nel territorio dello Stato è punito con una sanziona amministrativa fino a 30 euro”.

Il vero ostacolo

E dato che carta di credito e di debito sono equiparate, dal punto di vista legale, al contante il commerciante può essere punito con una multa fino a 30 euro se rifiuta un pagamento elettronico. Il commerciante, poi, per essere in regola basta che accetti una carta di credito o una carta di debito: lo prevede il regolamento europeo n. 751 del 2015, (relativo alle commissioni interbancarie sulle operazioni di pagamento basate su carta) che consente loro di rifiutare le carte con le commissioni più costose.

Quest’ultimo è il vero ostacolo da superare: le commissioni costose. Che finalmente sono arrivate sotto la lente d’ingrandimento di Governo e Parlamento

Luigi Garofalo

FONTEkey4biz
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