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Oscar Farinetti, l’imprenditore che ha fondato Eataly, presenta il suo primo romanzo in libreria. Recentemente, Farinetti è stato ospite di Mario Rubino, presidente di Kimbo, per fare il punto sul caffè (ne abbiamo parlato qui). Per l’occasione, Farinetti parla della sua politica nei confronti dei prezzi del chicco.
Leggiamo di seguito un estratto dell’intervista di Elvira Serra per Il Corriere della Sera.
Il romanzo di Oscar Farinetti
MILANO – Oscar Farinetti torna in libreria con La regola del silenzio, pubblicato da Bompiani. È il suo primo romanzo. Wikipedia ormai lo qualifica come “scrittore, dirigente d’azienda e imprenditore”, in quest’ordine.
Mica si è montato la testa?
“Ma io è tutta la vita che me la monto! Lo vedo sul piano dell’ambizione, del sentirsi un po’ meglio di ciò che si è, così da sognare di poter combinare qualcosa e farcela”.
Sogna lo Strega?
“No, quello mai. Però mi piacerebbe allargare lo zoccolo dei miei lettori”.
E la classifica?
“Sarebbe un onore”.
…
Eataly ha chiuso a Verona e in Brasile. Dove le è spiaciuto di più?
“Quando chiudi è sempre brutto. Però forse più a Verona. Ma ormai devi aprire solo in centro, in aeroporto e nei centri commerciali”.
Un caffè da Eataly costerà 2,50 euro?
“Ma no! Io avevo premesso che se si tenesse conto dei costi, vale a dire macchina, macina e lavoro del barista, dovrebbe costare molto di più. In Italia il prezzo resterà calmierato, ma in America un caffè al bar costa 4 dollari”.
Perché state investendo così tanto sul caffè, adesso?
“Non sono più io a prendere decisioni, ma ho aderito volentieri all’aumento di capitale perché abbiamo già due Eataly Caffè, a New York, che funzionano molto bene. Ora contiamo di aprirne altri”.
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