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MILANO – Vola in borsa il titolo di Nestlé, dopo la pubblicazione dei risultati dei primi 9 mesi e l’annuncio di una drastica riduzione della forza lavoro. Le azioni del colosso vodese, quotate alla borsa di Zurigo, hanno chiuso, il 16 ottobre 2025, in ripresa del 9,3%, a 83,21 franchi (1 franco svizzero = 1,07 franchi svizzeri): si tratta del massimo rialzo giornaliero dal 2008. Caffè e dolciario rimangono i principali driver di crescita.
Bene Nespresso, con una performance solida La multinazionale svizzera – massimo gruppo mondiale nel settore alimentare e del caffè – ha diffuso ieri dati di bilancio, in parte, superiori alle attese confermando altresì le stime per l’intero esercizio.
Ha annunciato inoltre l’intenzione di elevare i target di risparmio sui costi da 2,5 a 3 miliardi di franchi svizzeri entro il 2027.
Tale misura sarà accompagnata da 16.000 esuberi nei prossimi 2 anni, pari a quasi il 6% dei dipendenti di Nestlé in tutto il mondo, di cui 12.000 colletti bianchi e ulteriori 4.000 addetti, nell’ambito delle iniziative in corso per snellire ed efficientare la supply chain.
Lo scopo è quello di lanciare un segnale forte per riguadagnare la fiducia dei mercati e ridare smalto al titolo, che ha perso il 40% dal 2022 a oggi, facendo crescere lo scontento della composita compagine azionaria
A peggiorare una situazione già complessa è arrivato, la scorsa estate, il licenziamento del ceo Laurent Freixe, a causa di una relazione non dichiarata con una propria subordinata e le successive dimissioni del presidente Paul Bulcke, sostituiti rispettivamente dal ceo di Nespresso Philipp Navratil e dall’ex “re di Zara” Pablo Isla (incoronato da Harvard, nel 2018, miglior ceo del mondo, ndr.).
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