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La tazzina del bar a Napoli è arrivata a 1 euro e 20 e non si escludono ulteriori rincari. Le ragioni alla base degli aumenti sono, in primo luogo, i lunghi periodi di siccità hanno provocato una netta riduzione della produzione in Brasile, Colombia e Vietnam. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Emanuele Imperiali per Il Corriere della Sera.
Il prezzo del caffè a Napoli
NAPOLI – Napoli non è la città italiana dove il caffè costa meno. La media tra i bar cittadini oscilla attorno a 1 euro e 20, più di Roma e Bari, dove il prezzo è inferiore di 5 centesimi. Il mito del caffè a 80 centesimi è ormai un pallido ricordo del passato.
Quali sono i motivi di quest’aumento? Innanzitutto, i lunghi periodi di siccità hanno provocato una netta riduzione della produzione in Brasile, Colombia e Vietnam. A ciò si aggiungono i costi di trasporto, lievitati non poco per l’aumento dell’energia e dei carburanti.
C’è poi un altro aspetto, che influisce non poco sul costo finale del prodotto, le speculazioni finanziarie, essendo il caffè una delle materie prime più scambiate sui mercati globali. Infine, il carovita, con i bar che devono far fronte a spese più alte, a cominciare da quelle generali per finire a quelle del personale.
Non c’è dubbio che l’aumento del prezzo abbia un impatto diretto sulle tasche dei consumatori napoletani, nella città che ha elevato ’na tazzulella a vero mito, rendendola protagonista di film, canzoni e opere teatrali.
Vizio? Piuttosto un rito, tanto meglio se collettivo, condiviso con altri al bancone del bar. Soprattutto per un napoletano, che di caffè ne consuma certamente più d’uno al giorno. Ecco perché il costo incide sul bilancio familiare.
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