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PALERMO – Si scende al Sud, dove parte la startup Mushdose nel dicembre 2024: dietro il progetto, una coppia, Martina Giacone, ideatrice e co-fondatrice dell’omonima società insieme al socio Giovanni Lo Cascio. Il nome racconta già qualcosa dell’attività, che si occupa appunto di vendere il caffè ai funghi, un trend di cui si è già parlato in queste pagine e che rappresenta un prodotto interessante anche per il settore caffeicolo.
L’idea prende spunto dall’esperienza dei due soci in California, dove entrano in contatto con le bevande funzionali a base di funghi adattogeni. Comprendendone le potenzialità, specialmente guardando all’Italia dove queste proposte non sono ancora diffuse, sono rientrati a casa, nella loro Sicilia.
Mushdose è frutto di un’esperienza diretta del mushrum coffee che, racconta Martina, li ha fatti sentire meglio, con più energia e li ha aiutati a diminuire (non eliminare, sottolinea) le dosi di caffeina giornaliera.
Mushdose viene avviato dopo una serie di ricerche e collaborazioni con esperti. Risultato: una formula replicabile e salutare
Sui loro inizi, torna Martina: “Avevamo previsto uno stock pensato per una nicchia di mercato nuova in Italia (anche se già in Europa se ne parla ed è anche valutato bene). Invece abbiamo da subito riscontrato una richiesta esorbitante: nel giro di una ventina di giorni, abbiamo ricevuto 500 ordini. Per un settore così poco sviluppato ed essendo noi un brand neo nato, è un numero che ci ha impressionato.”
Quale tipologia di funghi usate, come vi rifornite e controllate la qualità e sicurezza del prodotto?

Usati 6 funghi adattogeni (il Lion’s Mane, il Cordyceps, lo Shitae, il Reishi, il King Trumpet e il Maitake) che, insieme alla micologa Maria Chiari Ali, hanno dato il risultato finale.
“Abbiamo stretto un accordo di esclusività con la casa madre negli Stati Uniti al confine con il Canada e in Asia, dove esistono degli stabilimenti produttivi molto grandi di questi funghi. La materia prima deriva solo da coltivazione biologica, naturale al 100%, senza trattamenti. In Italia non esistono imprese che danno le stesse garanzie. I nostri funghi invece rispecchiano tutti i nostri requisiti.
Per 180 grammi paghiamo oltre otto euro, ai quali devono poi aggiungersi i costi della logistica: non volevamo risparmiare per un prodotto che deve portare benefici. Una scelta premiante testimoniato dal tasso di clientela di ritorno, che è quasi del 50%.
Abbiamo tutti i certificati che attestano che è il nostro prodotto è safe, con tutti i valori sotto la media rispetto ai possibili elementi tossici presenti nei funghi. Ci avvaliamo di laboratori esterni che ci forniscono i risultati.”
In quanta percentuale sostituisce il caffè nel macinato?
“Abbiamo un prodotto di 500 milligrammi di caffeina in 180 grammi, e prevale quindi il fungo kogi sul caffè (Arabica proveniente dallo Yunnan) che dà energia naturale senza palpitazioni e tachicardia. Stiamo lavorando oggi nel ricreare altre tipologie di prodotti sempre a base di funghi adattogeni, ma in altri formati. Il prodotto è solubile e questo permette al consumatore una facile preparazione con il cucchiaino dosatore da abbinare a tutti i tipi di bevande.

Momentaneamente si può acquistare solo online sul nostro sito. Ma vorremo a breve ampliare la distribuzione anche sul canale B2B. Vorremmo penetrare nei bar, nei locali, nelle torrefazioni, nella grande distribuzione e nelle erboristerie. Questo è uno dei nostri obiettivi.
Parliamo di un prodotto che ha un costo più elevato del caffè tradizionale: al pubblico verrebbe 34,95 euro per 180 grammi, da cui si ricavano una trentina di caffè (1,60 a tazzina). Non vogliamo sostituirci all’espresso, ma vogliamo solo dare un’alternativa per intervallare le due bevande.
Abbiamo già stretto dei contatti con delle torrefazioni interessate ad ampliare la propria offerta con i loro clienti.”



















