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“Mondo Caffè”: l’universo del chicco in un libro, la parola va ai due autori dell’opera

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MILANO – Per tutti i coffeelover che visiteranno il Salone del Libro di Torino, abbiamo segnalato la presentazione di “Mondo Caffè” il 13 maggio. Un’occasione per scoprire ancora di più il progetto e il contenuto di questo libro, attraverso il confronto diretto con gli autori. E proprio loro, Andrea Cuomo e Anna Muzio, hanno raccontato alcune curiosità di questa loro creazione. Riportiamo l’intervista di Claudia Mura per milleeunadonna.it. a questi scrittori del caffè dal passato, al presente, con uno sguardo al futuro.

“Mondo Caffè”: tutto quello che volevate sapere sul chicco

Al bar si sente ordinare di tutto: macchiato freddo, al vetro, in tazza grande o shakerato. Quali sono le richieste più strane che avete raccolto?

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“Quello che raccontiamo nel nostro libro è il mondo del caffè che si degusta in mille modi, al di là delle abitudini italiane. Anche da noi si iniziano a proporre e a pretendere ad esempio le estrazioni lente, come il V60, il Syphon, il Chemex. Modi che rappresentano una novità e che danno grande importanza alla provenienza, alla qualità della materia prima e al ‘momento’. Possono essere considerate esperienze strane per noi italiani ma siamo convinti che presto diventeranno comuni”.

I baristi sono esasperati da queste molteplici richieste o complici?

“I baristi sono di solito complici dei clienti, almeno fin quando le varie richieste rappresentano una declinazione del concetto di espresso. Secondo noi però il barista, anche per fare onore a questa parola utilizzata in tutto il mondo “all’italiana”, dovrebbe interpretare maggiormente il ruolo di ambasciatore di questo ingrediente meraviglioso, conoscendolo e raccontandolo. In questo modo davvero può essere in grado di fare cultura del caffè e far crescere con sé anche i suoi clienti”.

Esiste ancora chi chiede semplicemente “un caffè”?

“Certo che esiste ma chi lo fa mostra di non conoscere questa bevanda. Perché di caffè ce ne sono tantissimi e di solito quando si chiede ‘un caffè’ si intende un espresso”.

Esiste “il vero caffè”? E, nel caso, come si prepara: quali sono i segreti per preparare il migliore?

“Solo noi italiani pensiamo che esista ‘il vero caffè’, intendendo l’espresso. Ma esistono tanti caffè a seconda del tipo di materia prima, della provenienza, di come è lavorata e tostata e di come viene preparata. A nessun italiano verrebbe in mente di pensare che esista il ‘vero’ vino. Ne esistono tanti differenti e tutti ugualmente importanti. Ecco, questo è quello che maggiormente vorremmo raccontare nel nostro libro. Superare il pensiero unico del caffè che fa della nostra tradizione un limite più che un vantaggio”.

A casa: moka, macchinetta come al bar, cialde o capsule? Qual è la scelta migliore?

“Non esiste una scelta migliore. Esistono tanti modi di fare il caffè e tanti momenti per goderlo. A casa il fascino della moka è imbattibile, così come non va abiurata l’esperienza di un espresso al bar. Ma di pomeriggio un caffè da estrazione lenta può essere un’esperienza sublime”.

Oggi il caffè è sempre più presente nei social: le foto di caffè, marocchini, cappuccini e affini non si contano. Quali curiosità avete raccolto in materia?

“In realtà è un aspetto che non abbiamo trattato nel libro. Ma certamente questa popolarità social dimostra che il caffè è un simbolo della contemporaneità. Come del resto è sempre stato: è la bevanda della élite sociale e culturale, della rivoluzione, la bevanda delle idee. Quindi si sposa benissimo a ogni innovazione e a ogni cambiamento di costume e perché no tecnologico”.

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