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MILANO – Max Fabian è stato appena nominato Presidente dell’European Coffee Federation (ECF), una voce che riunisce il commercio e l’industria europea legata al caffè, che rappresenta il 90% di tutto il caffè trasformato ed esportato dall’Unione Europea. Fondata nel 1981, l’ECF rappresenta l’intero spettro della filiera europea, dai trader di caffè verde, ai torrefattori, dai produttori di caffè solubile, ai decaffeinatori e ai magazzinieri.
Sotto questo enorme cappello oggi sono riunite 16 associazioni nazionali e 46 membri aziendali, rappresentativi di oltre 750 aziende in tutta Europa, dalle piccole e medie imprese più dinamiche ai grandi player su scala globale. Insieme, gestiscono circa 2,7 milioni di tonnellate di caffè all’anno, l’equivalente di 40 milioni di sacchi da 60 kg.
In questa cornice, s’inserisce Max Fabian, noto presidente dell’azienda produttrice di decaffeinato Demus, past president del Consiglio internazionale dell’ICO e prima ancora vice presidente dell’European Coffee Federation (EFC) stessa.
Ora, presidente.
Fabian, così, a caldo: cosa rappresenta questa nuova carica per lei nell’EFC?
“Innanzitutto, un onore. Perché l’ECF negli ultimi anni si è affermata come l’Organo di rappresentanza principe dell’industria del caffè in Europa, considerando poi che la maggior parte della legislazione sul caffè è proprio europea e non nazionale. Di conseguenza, la presidenza di un ente così rilevante non può che darmi grande soddisfazione.
A questo si aggiunga che la squadra su cui posso contare è molto forte e, dunque, so di mettermi alla guida con estrema serenità, sostenuto da una validissima segretaria generale, Eileen Gordon Laity, e da tutto il team del Comitato di Presidenza, dall’Executive Board e da tutti gli ulteriori Comitati: tutti lavorano in maniera molto competente ed efficiente.
Esser oggi Presidente, quindi, è un onere che però assumo consapevole di esser circondato da un gruppo di lavoro solido, fino alla prossima Assemblea elettiva (che avverrà non oltre il maggio 2026) che deciderà se confermarmi o meno in questa carica.
Ora ho assunto questo ruolo da vice presidente rappresentante dei decaffeinizzatori e degli spedizionieri, con una posizione positivamente neutrale.”
Che cosa ha in mente di fare alla guida dell’EFC?
Fabian: “Ovviamente continuare nella logica di quello che si è fatto fino ad oggi. Di fatto, non dobbiamo attuare nessuna rivoluzione, ma continuare a seguire le evoluzioni della normativa europea del caffè nell’interesse del settore. Massima attenzione agli aspetti ESG, verso cui siamo particolarmente sensibili. Continueremo in questo senso, monitorando questo tema e anche verificando la fattibilità delle legislazioni a livello ambientale, sociale ed economico.
Il mio lavoro sarà sempre condiviso con l’Executive Board e col Consiglio, in sinergia, eventualmente valutando prospettive di collaborazioni ulteriori: arrivando dalla precedente esperienza interna all’ICO, potrei pensare a come e se l’ECF possa ulteriormente interagire con enti delle Nazioni Unite, ovviamente previo comune accordo.
Questa è un’Organizzazione che rappresenta grandi realtà e quindi ci muoveremo sempre insieme e con la dovuta attenzione.”
Il tema caldo dell’EUDR e poi dei dazi – per non parlare dei prezzi alle stelle – come si sta muovendo o si muoverà l’EFC?
“Ci sono forti cambiamenti tra i punti di vista a livello politico: il triumvirato europeo (Parlamento, Consiglio e Commissione) non ha posizioni convergenti, neppure sull’EUDR. Di certo siamo d’accordo che si debba combattere la deforestazione – anche se io non sono convinto che il caffè sia una commodity che abbia contribuito in maniera sostanziale a questo fenomeno – ma l’implementazione deve essere messa in pratica in modo che porti benefici effettivi.
Per esempio, le sanzioni proposte sono eccessivamente pesanti e sproporzionate rispetto ad eventuali responsabilità da parte delle aziende. La burocrazia in essere andrebbe il più possibile semplificata. Naturalmente questo è il mio pensiero e nell’ECF alcuni membri hanno già investito per questo in maniera importante. Bisogna cercare di rendere il regolamento efficace per i suoi scopi, senza inutili aggravi.
In tutto questo, ovviamente l’ECF tiene informati e aggiornati gli associati, prendendosi carico dei vari aspetti vigenti e in evoluzione. Affianca le imprese per permettere loro di reagire in tempo alle novità normative.
Al di là di queste, annualmente facciamo il punto della situazione nei vari Paesi in cui andiamo a fare la nostra assemblea annuale, per meglio capire cosa succeda. Naturalmente ci relazioniamo anche con i Paesi produttori, facendo sempre la massima attenzione nel mantenerci in contesti pre-competitivi di mercato.”