lunedì 25 Marzo 2024
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Martinengo (Opem) a TCE: “Il packaging diventa smart, ma le capsule in alluminio…”

"Sappiamo che i grandi produttori di capsule di alluminio fondamentalmente riciclano circa 0,05 % delle capsule prodotte sul mercato. Questi sono i dati in mio possesso, poi possono essere discussi o smentiti"

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Dalla Corte
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MILANO – Continuiamo a diffondere gli interventi che si sono susseguiti al Trieste Coffee Experts. Stavolta concentrando il discorso sulle nuove forme di packaging possibili: una strada di sviluppo tracciata dal Sales manager di Opem, Mauro Martinengo.

Mauro Martinengo racconta il futuro del packaging

In qualità di sales manager della Opem voglio fare una breve intro sulla nostra realtà: noi siamo una media azienda italiana specializzata nell’ambito del packaging con una storia di 45 anni, di cui 40 anni dedicati al mondo del caffè.

L’intervento che mi è stato affidato dalla famiglia Bazzara all’interno di questo Trieste Coffee Experts è lo Smart packaging: ambito complesso, grande, che coinvolge tantissime situazioni. Non vorrei ritornare su quello che hanno detto i miei precedenti colleghi per non annoiare con informazioni estremamente tecniche su quello che è la digital trasformation o tutti quelli che sono i sistemi collegati al mondo del packaging e l’industria 4.0.

Mauro Martinengo: “Vorrei focalizzarmi molto di più su quello è l’argomento in cui sono stato chiamato a parlare che è lo Smart packaging

Ambito che coinvolge due fasi principali di quello che è l’attività industriale. Per packaging si intende il contenitore, quindi qualcosa che serve per mantenere la qualità del prodotto, sia esso un sacchetto, un contenitore, una lattina, o delle capsule: argomento molto importante che coinvolge il settore del caffè.

Le caratteristiche che devono avere gli impianti come quelli che vengono prodotti in Opem – che ha un’azione molto spinta soprattutto nelle applicazioni nel settore delle capsule – sono fortemente orientate alla possibilità di utilizzare sulle macchine sia capsule di differenti sistemi, differenti modelli; differenti soluzione ed oltre a ciò si sta affrontando una grande sfida su tutto quello che è l’evoluzione del materiale.

Perché comunque quando stiamo parlando di industria 4.0 o evoluzione del packaging o smart packaging, parliamo di un sistema che si sta evolvendo velocemente. Questo coinvolge sia le aziende manifatturiere sia le aziende di trasformazione che sono i nostri clienti produttori e soprattutto quello che è la filiera legata alla produzione del confezionamento.

Per quanto riguarda la parte degli impianti vorrei passare velocemente

Tutto quello che viene richiesto dai nostri interlocutori si sta spostando molto di più in quelle che sono le applicazioni per rendere sempre di più gli impianti interconnessi come i nostri interlocutori precedentemente hanno detto.

Si parla dunque di big data, di applicazioni industriali per le interconnessioni, quindi lo sfruttamento di motori brushed che vengono utilizzati per la riduzione dei consumi , le applicazioni di cambi formati sugli impianti, in questo caso capsule. Ma anche
su altre tipologie di sacchetti, confezionamenti adeguati ad utilizzare sempre di più differenti tipologie sia di capsule ma soprattutto di materiali.

Mauro Martinengo: “Perché questa è la grande sfida: l’evoluzione continua dei materiali, materiali biodegradabili, compostabilii, riciclabili

Però sono aspetti estremamente difficili, complessi perché non esistono normative. o esistono delle normative molto difficili da interpretare. Tutto questo fa si che tutto il mondo che noi percepiamo con un’altra sensibilità a livello generale però non sia chiaro.

Ci sono applicazioni sulle macchine per quanto riguarda le riduzioni dei consumi, miglioramenti del prodotto confezionato. Un aspetto estremamente importante che tocca noi come produttori di impianti è sempre di più quello dell’impatto ambientale e comunque di cosa percepisce il consumatore finale.

Possiamo definire nelle 4 onde del packaging:

• la prima onda è stata quella di utilizzare il packaging come confezionamento puro per garantire la conservazione di un prodotto;

• successivamente si è attraversata la seconda,. Quindi oltre a garantire il prodotto si è svolta al contempo un’azione di marketing abbastanza importante. Questo ci ha permesso di utilizzare il packaging per pubblicizzare il proprio marchio, la propria azione di marketing per trasferire le informazioni che si volevano far arrivare al consumatore finale;
• la terza è stata quella di abbinare entrambe le cose ma andando in una direzione di sostenibilità. Per quello che poteva essere la sostenibilità in quel momento.

Quindi si è cercato di avere dei prodotti che potessero essere biodegradabili, compostabili o riciclabili, però sono sempre state parole abusate. Utilizzate in maniera non molto corretta. Perché quando si parla di biodegradabilità c’è molta confusione come la parte della compostabilità.

• la quarta onda è quella che stiamo cavalcando in questo momento. Si tratta di unire i tre trend precedenti e andare ad sviluppare una valutazione di impatto zero. Quindi l’utilizzo di materiali compatibili o biodegradabili. Stiamo parlando di materiali che dopo l’utilizzo andranno disciolti sia in ambito acquatico che nell’ambito naturale. Però questo settore è in grande evoluzione, ma si parla pur sempre di un sistema che di fatto sta ricorrendo le normative.

Mauro Martinengo: Noi come azienda costruttrice di impianti stiamo cercando di supportare tutti quelli che sono i nostri clienti

In tutta questa azione cercando di offrire al massimo la flessibilità sui nostri impianti ma soprattutto cerchiamo di utilizzare la nostra esperienza a livello consulenziale. La riciclabilità è un argomento importante nell’ambito del confezionamento primario.

La riciclabilità si sposa su quello che è l’utilizzo di materiali a base di alluminio o comunque capsule a base di alluminio e la maggior parte di torrefattori si stanno spostando sempre di più nella ricerca di questo tipo di soluzione.

Il problema principale risulta però nella riciclabilità vera

Oggigiorno sappiamo che i grandi produttori di capsule di alluminio fondamentalmente riciclano circa 0,05 % delle capsule prodotte sul mercato. Questi sono i dati in mio possesso, poi possono essere discussi o smentiti.

Per quanto riguarda l’ultima onda, quella nuova, quella di cui si sta parlando del discorso del packaging, è quello dell’interattività delle confezioni: sempre di più le confezioni hanno la possibilità di avere un’interconnessione con noi. Attraverso i device mobile, i sistemi operativi, i punti di interazione, qr code, bar code, possiamo tranquillamente verificare tutta l’analisi del processo produttivo, dell’origine, della scadenza.

Poi abbiamo la possibilità di estrapolare ricette per l’utilizzo del caffè: la macchina del caffè va a scegliersi l’erogazione, la temperatura; la quantità di acqua in base a quello che viene letto attraverso un rfd o bar code.

L’evoluzione dello smart packaging è un binomio legato ai materiali

La richiesta sia a livello normativo e di sostenibilità che noi in questo congresso abbiamo cercato di sviluppare e di sostenere a 360 gradi. Ma contemporaneamente anche nell’ambito dell’utilizzo di impiantistica sempre più volta ad avere un’interconnessione e ad avere sempre di più una parte di smart packaging correlata all’utilizzo dei materiali.

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