venerdì 12 Aprile 2024
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Massimo Bottura si aggiudica, e di nuovo dopo il 2016, il The World’s 50 Best Restaurants ’18

Sono 1.040 i restaurant experts che in 26 macroregioni nel mondo hanno potuto esprimere 10 preferenze a testa ridefinendo così la classifica 2018, scalata dallo chef Bottura

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MILANO – Il podio del The World’s 50Best Restaurants 2018 è stato conquistato al primo gradino dal made in Italy culinario. Il premio sponsorizzato da Acqua Panna e S.Pellegrino, è stato assegnato infatti all’Osteria Francescana di Modena di Massimo Bottura.

Per la seconda volta, il ristorante si è rivelato il n°1: era già accaduto nel 2016 a New York.

Triestespresso

Massimo Bottura, sul palco del palazzo dei congressi Euskalduna Jauregia di Bilbao

Tenendo per mano la moglie Lara Gilmore. La colonna fondamentale del successo di un grande progetto che va ben oltre le quattro mura del tristellato ristorante modenese.

Lara Gilmore e Massimo Bottura

Emozionato ma carismatico come sempre, Bottura ha rivolto un chiaro invito ai colleghi in platea affermando che “gli chef nel 2018 hanno a disposizione una gran voce per dimostrare il cambiamento.

Siamo infatti tutti parte della stessa rivoluzione. – ha aggiunto Bottura. – e tutti insieme possiamo essere parte del cambiamento“.

C’erano buone ragioni per credere che La Francescana ce l’avrebbe fatta

A partire dall’infaticabile lavoro dell’ultimo anno di  Bottura in giro per il mondo. Tra Refettori, progetti e nuove aperture, non poteva passare inosservato.

Guidara, Roca, Bottura, Crippa, Colagreco, Humm, Alajmo

Sono poi 1.040 i restaurant experts che in 26 macroregioni nel mondo hanno potuto esprimere 10 preferenze a testa ridefinendo così la classifica 2018.

Un meccanismo che, dagli inizi del 2002, ha assunto una forza mediatica senza precedenti. Ridisegnando anno dopo anno i confini della geografia gastronomica internazionale.

Oltre al primo posto tricolore, l’Italia può vantare quest’anno altri 3 ristoranti fra i primi 50. Quindi Piazza Duomo ad Alba al n°16. (scende di una posizione rispetto al 2017);

Le Calandre a Rubano al n°23 (era 29° nel 2017). Infine, il Reale a Castel Di Sangro al n°36  era alla posizione n°43 nel 2017).

Il premio Chef’s Choice Award 2018

Viene assegnato al cuoco più votato dagli altri chef, è stato conferito a Dan Barber. Mentre il pasticcere francese Cédric Grolet del ristorante Le Meurice di Parigi ha ricevuto il premio di World’s Best Pastry Chef.

La cerimonia è stata inoltre l’occasione per consegnare anche i premi già annunciati nelle scorse settimane. Il premio Best Female Chef Award  è andato all’inglese Clare Smyth;

mentre il Lifetime Achievement Award è stato assegnato a Gastón Acurio. SingleThread, in California poi, è il ristorante One to Watch di quest’anno.

Nelle prime 16 edizioni

Hanno scalato la vetta più alta 7 volte i catalani. (pokerissimo del Bulli negli anni 2002, 06, 07, 08 e 09; doppietta del Celler de Can Roca 2013 e 15);

4 i danesi (tutti col Noma: 2010, 11, 12, 14). Sono 3 gli americani. (The French Laundry nel 2003 e 2004 e Eleven Madison Park nel 2017). Uno a testa inglesi (Fat Duck 2005) e italiani (Osteria Francescana nel 2016).

Tutto questo fino alla cerimonia di ieri sera

Un appuntamento che sembra avere riportato indietro le lancette di 20 anni. Al periodo in cui la vicina San Sebastian si affermò come centro propulsore della gastronomia contemporanea mondiale.

Un embrione da cui si propagarono idee che avrebbero influito in modo più o meno decisivo sulla filosofia dei 50 ristoranti che a Bilbao si sono spartiti ieri sera le nuove posizioni in classifica.

I partecipanti alla sfida

Osteria Francescana, Modena (Italia); El Celler de Can Roca, Girona (Spagna). Mirazur, Menton (Francia); Eleven Madison Park, New York (USA). Gaggan, Bangkok (Thailandia).

Continua la lista di chi si è misurato

Central, Lima (Peru) e Maido, Lima (Peru). Arpège, Paris (Francia). Mugaritz, San Sebastian (Spagna); Asador Etxebarri, Atxondo (Spagna). Quintonil, Mexico City (Messico).

Blue Hill at Stone Barns, Tarrytown (USA). Pujol, Mexico City (Messico); Steirereck, Vienna (Austria). White Rabbit, Moscow (Russia).

Gli altri nomi

Piazza Duomo, Alba (Italia), Den, Tokyo (Giappone). Disfrutar, Barcelona (Spagna) e Geranium, Copenhagen (Danimarca);

Attica, Melbourne (Australia). Alain Ducasse au Plaza Athénée, Paris (Francia); Narisawa, Tokyo (Giappone). Le Calandre, Rubano (Italia); Ultraviolet, Shanghai (Cina).

Cosme, New York (USA) eLe Bernardin, New York (USA); Boragò, Santiago (Cile). Odette, Singapore; Alléno Paris at Pavillon Ledoyen, Paris (Francia).

Per concludere con gli altri partecipanti

D.O.M. , Sao Paulo (Brasile); Arzak, San Sebastian (Spagna). Tickets, Barcelona (Spagna); The Clove Club, London (UK).

Alinea, Chicago (USA) e Maaemo, Oslo (Norvegia); Reale, Castel di Sangro (Italia). Restaurant Tim Raue, Berlin (Germania) e Lyle’s, London (UK).

Astrid Y Gastón, Lima (Peru) eSeptime, Paris (Francia); Nihonryori Ryugin, Tokyo (Giappone). The Ledbury, London (UK) e Azurmendi, Larrabetzu (Spagna).

Mikla, Instanbul (Turchia) e Dinner by Heston Blumenthal, London (UK); Saison, San Francisco (USA) e Schloss Schauenstein. Fürstenau (Svizzera) e Hiša Franko, Kobarid (Slovenia).

Nahm, Bangkok (Thailandia) eThe Test Kitchen, Cape Town (Sud Africa).

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