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Adriani: “Mensa automatizzata, futuro del welfare aziendale”

Mariangela Adriani: “Ora sono decisamente in aumento le imprese che hanno scelto la distribuzione automatica per vendere la loro merce. Nel comparto food, per esempio in Francia, le nostre macchine vengono utilizzate da consorzi di agricoltori per frutta e verdura, distribuite direttamente al cliente finale. Sono state adottate anche nel ramo tecnologico e degli accessori, farmaceutico, dell’abbigliamento, dei prodotti postali all’interno degli stessi uffici postali”.

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MILANO – Mariangela Adriani è l’amministratrice delegata di Fas, una delle aziende simbolo del settore del vending con 150 dipendenti e 14.000 macchine prodotte ogni anno. Mariangela Adriani, il volto di Fas, racconta la storia dell’azienda di famiglia fondata dal padre e dallo zio nel 1969, esplorando i piani per il futuro e analizzando la situazione corrente del settore del vending. Riportiamo di seguito l’articolo di Patrizia Capua pubblicato sul quotidiano La Repubblica.

Mariangela Adriani e il settore del vending

VICENZA (Schio) – Pasti pronti di qualità al distributore automatico. Scelti e prenotati a distanza. Non al ristorante ma in azienda, ai tavoli di una mensa 4.0 per i lavoratori. Le vending machine sono targate Fas, Fratelli Adriani Schio, azienda nel comune della provincia di Vicenza, fondata nel 1969 da Antonio e Santino Adriani che costruirono a mano il primo prototipo di distributore automatico basato su un proprio brevetto.

Da qui è partita l’avventura fatta di inventiva e tecnologia che ha reso Fas uno dei più importanti player europei nel settore vending, aggiungendo sempre nuovi componenti al macchinario delle origini.

Al vertice dell’impresa oggi c’è Mariangela Adriani, 53 anni, in fabbrica dal 1992, con il fratello Luca, figli di Antonio, entrambi amministratori delegati dal 2013, alla morte del padre. Presidiano aree diverse.

Lei la parte amministrativa e gli acquisti, lui il prodotto e il commerciale. “Abbiamo un cfo molto bravo e i viaggi li ho lasciati a mio fratello”.

La produzione è sempre rimasta nella fabbrica di Schio, dove lavorano 150 dipendenti e realizza più di 14 mila macchine all’anno. La società esporta in 55 nazioni, a partire dal mercato europeo per spaziare al Nord Africa e al Cile, con un fatturato post pandemia di 35 milioni di euro.

La crisi dei componenti

Progettazione e hi-tech in continua evoluzione e crescita. In questa fase, a fronte di commesse importanti, l’azienda deve risolvere il problema della difficoltà a reperire il materiale per la produzione delle macchine.

“La crisi dei componenti si è fatta sentire fin dal giugno scorso e i costi sono esplosi nell’ultimo trimestre 2021, da prima della guerra in Ucraina. Soprattutto sulla componentistica elettronica ci siamo trovati a dover riprogettare, magari utilizzare microchip diversi”.

I distributori automatici Fas hanno cominciato ben presto a viaggiare in Spagna, Francia, Europa del Nord e dell’Est. Dagli anni 2000 Fas ha completato la sua gamma con le macchine da caffè, ha acquisito Omnimatic, un marchio specializzato, integrando ricerca, sviluppo e produzione.

Tra il 2005 e il 2010 Cimbali/Faema è entrata nel capitale sociale di Fas con una strategica collaborazione di co-engineering che ha portato alla creazione di nuovi moduli funzionali, basati sulle tecnologie delle macchine ‘professional coffee’.

Dal 2019 l’azienda, una srl, ha aperto il suo capitale sociale a Matteo Marzotto, che ha rilevato una quota di minoranza ed è stato nominato presidente.

“Un incontro favorito da un’amicizia in comune e alimentato da reciproca simpatia. Lui si è appassionato a quello che facciamo e ha deciso di acquisire una piccola partecipazione in Fas e in un’altra azienda collegata, specialista nella lavorazione della lamiera.”

“Viene spesso a trovarci, ha una visibilità importante, abbiamo condiviso alcune scelte, ci dà una mano per la comunicazione in ambienti che non ci conoscevano, offre un punto di vista diverso. Ha cercato anche di migliorare l’estetica delle nostre macchine. Per me sono bellissime, ma io sono di parte”.

Mariangela Adriani: “Non solo bevande e snack”

“Tutto si può vendere con un distributore automatico”. L’imprenditrice cita il padre e racconta come lui abbia ha avuto fin dall’inizio questa intuizione. “Ed è stata la molla del successo. Era persino troppo avanti con le sue idee rispetto all’epoca. Una delle prime cose che faceva erano i brevetti. La sua intraprendenza l’ha trasmessa a mio fratello, noi ci completiamo dal punto di vista caratteriale, mediando.”

“Se non avessi avuto l’azienda familiare avrei scelto una strada diversa perché tutti i lavori hanno pari dignità, in tutti si può trovare la propria realizzazione”.

Macchine per smerciare pane, latte e fiori, una sorta di ‘e-commerce di prossimità’. Modelli refrigerati per i prodotti freschi, quelli fatti per erogare confezioni fragili e di grandi dimensioni, il distributore automatico ‘due in uno’, caffè e snack nelle aree break delle aziende, di scuole e ospedali.

“Ora sono decisamente in aumento le imprese che hanno scelto la distribuzione automatica per vendere la loro merce. Nel comparto food, per esempio in Francia, le nostre macchine vengono utilizzate da consorzi di agricoltori per frutta e verdura, distribuite direttamente al cliente finale. Sono state adottate anche nel ramo tecnologico e degli accessori, farmaceutico, dell’abbigliamento, dei prodotti postali all’interno degli stessi uffici postali”.

L’innovazione del momento per Fas è il servizio mensa automatizzato, Food24System, che attraverso una app permette la prenotazione da un qualsiasi device della pietanza per il giorno successivo, con le caratteristiche e le informazioni nutrizionali. La parte hardware gestisce la consegna al cliente in maniera sicura con l’utilizzo di distributori a piatti rotanti o di contenitori refrigerati.

Il servizio mensa

“La consideriamo il futuro ma anche il presente. Con questo sistema, sperimentato nella nostra azienda dove non c’è più la classica mensa, per cinque euro, con un qr code, la macchina eroga un pasto fresco preparato al mattino. Il dipendente nella pausa pranzo ha a disposizione un ambiente accogliente, quasi un ristorante, dove consumarlo”.

Una soluzione interessante e molto richiesta che con il Covid ha avuto un’accelerazione. Chi fisicamente prepara il cibo può essere interessato a promuovere la macchina e allargare il suo business a una platea di utenti più ampia.

“La mensa automatizzata era un pallino di mio padre, ma 15 o 20 anni fa non era possibile senza smart phone. Il nostro sistema non è applicabile a tutte le imprese, non a quelle troppo piccole. Cerchiamo di incontrare l’imprenditore, secondo noi il pasto di qualità deve entrare a far parte del welfare aziendale.”

“Su questo siamo molto sensibili. La garanzia è il rispetto delle proprietà organolettiche del piatto cucinato, abbattuto e confezionato in totale igiene e sicurezza. La qualità fa star bene la persona che lavora. Da noi in Fas diamo oltre il 50 per cento di contributo al pasto”.

La partnership con Camst

Una collaborazione importante in questo progetto è quella con Camst, colosso della ristorazione collettiva, che ha trovato nella soluzione la risposta alla ricerca di una modalità alternativa, in momenti diversi della giornata e della nottata.

Nata e cresciuta a Schio, attaccata al proprio territorio come tutta la sua famiglia, Mariangela Adriani dopo le scuole magistrali aveva iniziato l’università per laurearsi in Pedagogia.

“Ho capito che forse non era quella la mia strada. E sono andata a lavorare nell’azienda di famiglia. Ho imparato sul campo cominciando dal basso: inserivo dati in un computer, centralinista, in magazzino, in produzione”.

Molto legata al passato del padre. “Nato a Tripoli, in un contesto coloniale, mia nonna Maria, sua madre, ha avuto 17 figli, il nonno agricoltore morto prima dei 50 anni. Scappati dalla Libia sono arrivati nel Padovano. I classici profughi con tanta voglia di uscire dalla povertà e di emergere.”

L’automatizzazione

“Mio padre dava una mano in una falegnameria che fabbricava banchi per bar, si è sposato con mia mamma Lidia che lavorava alla Lanerossi di Schio. Lui prendeva pochi soldi. A un certo punto ha avuto un’intuizione guardando una vetrinetta di pasticceria: ha pensato, perché non automatizzarle? In quel momento non c’era grande esigenza di questo, ma ci ha creduto e alla fine ha avuto ragione”.

Prima una baracca, poi un capannone. Tanti anni in mezzo. Cercando sempre di essere innovativo. “Alcuni dei progetti ai suoi tempi erano irrealizzabili perché mancava la tecnologia. Il grande salto, il passaggio che ha permesso di cambiare la produzione da artigianale a quella di linea è stato quando hanno cominciato a costruire le macchine per un concorrente. Il prodotto è stato riconosciuto superiore a quello di altre imprese del settore, anche più grandi”.

Le donne nel settore del vending

Due figli, Gianmarco di 25 anni, e Arianna di 22, sposata e separata, Mariangela Adriani è soddisfatta di essere riuscita a gestire gli impegni familiari. “Non sono una che lavora 24 ore al giorno, ci sono anche donne disposte a farlo. Non applico a nessuno questa regola, per prima a me stessa”.

Tante le presenze femminili in produzione alla Fas. “Il tipo di attività non richiede uno sforzo fisico e non prevede lavorazioni tipicamente maschili. Sono montaggi e di precisione, e la donna è molto più adatta. Anche negli uffici c’è una buona percentuale femminile. Per il controllo di gestione è stata assunta una donna”.

Nell’officina industriale il personale è intorno ai 35 anni, tra gli impiegati l’età media è 40-45 anni. “Mio figlio è già all’ufficio marketing da un anno e mezzo, la femmina è all’università e spero che scelga un’altra strada.”

“I giovani dovrebbero studiare, prepararsi ad affrontare le difficoltà, fare esperienza fuori dell’azienda. Se guardo al mio percorso, penso a cosa mi è mancato e a ciò che avrei dovuto fare, perché dopo si fa molto più fatica”.

Dallo sviluppo della meccanica a quello tecno. “Abbiamo strutturato un comparto di esperti software e dobbiamo migliorare nella parte dei servizi. Nell’export ci sono dei paesi che evitiamo, la Cina per esempio, ci ha fatto delle proposte tuttavia non è un mercato abbordabile. Mi piacerebbero gli Usa e lì ci sono già molti produttori”.

La sostenibilità secondo Mariangela Adriani

“Le nostre macchine ‘su misura’ sono a basso consumo energetico; per i gruppi refrigeranti abbiamo scelto di utilizzare il gas Co2 naturale; i trituratori di bicchieri in plastica e carta e compattatori di bottiglie pet e lattine riducono molto il volume dei rifiuti e ottimizzano la raccolta. Siamo abbastanza attenti e cerchiamo di fare la nostra parte”.

Qualche viaggio, le camminate in montagna, sport all’aria aperta, fanno parte della vita privata dell’imprenditrice. “Cose molto semplici, non sono una scatenata. I figli ormai sono autonomi. La sera vado a letto presto. In vacanza scelgo posti diversi. Ho una cerchia di amici, pochi ma buoni.”

“È difficile fare impresa in questo momento, non veniamo aiutati. Bisogna stare attenti e cercare di avere dei collaboratori che condividano con la proprietà gli obbiettivi. Sono abbastanza preoccupata, vorrei vedere un po’ di luce.”

“Abbiamo creato la palestra con corsi e personal trainer, ma con l’entrata delle nuove generazioni per le lavoratrici mi sono ripromessa di fare l’asilo nido. So quanto è importante”.

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