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MILANO – A HostMilano 2025 abbiamo parlato con Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone.
Schiavon, quali sono le prospettive tracciate nell’agenda di Caffè Borbone?
“Caffè Borbone mira ad ampliare le opportunità del mercato del caffè monoporzionato anche a livello internazionale, replicando il successo raggiunto in Italia. Crediamo fermamente nella cialda ESE 44, che non solo garantisce un espresso di qualità superiore, ma permette anche di preparare un caffè lungo grazie alla compatibilità con le macchine da caffè a braccetto, rappresentando tempo stesso una scelta sostenibile.
La nostra cialda è completamente compostabile, mentre l’incarto è riciclabile nella raccolta della carta, rendendola, a nostro avviso, il prodotto monoporzionato con il minor impatto ambientale possibile.
Un altro ambito su cui vogliamo concentrare l’attenzione è la diffusione delle capsule compatibili Nespresso, disponibili sia in plastica che in alluminio. Parallelamente, continuiamo a sviluppare la linea Dolce Gusto: di recente abbiamo messo a punto la capsula autoprotetta, una leva strategica anche in ottica di espansione sul mercato europeo. Proseguiamo inoltre con la distribuzione del sistema compatibile Keurig, che rappresenta oltre il 90% del mercato statunitense.
Ci vuol fare un suo inquadramento sui dati che riguardano Caffè Borbone e che sono stati presentati in occasione dell’Investor day di Italmobiliare, che si è tenuto qualche settimana fa?
“In occasione dell’evento, abbiamo raccontato la storia di Caffè Borbone. Con l’ingresso di
Italmobiliare, l’azienda ha conosciuto un’importante accelerazione su più fronti, registrando dal 2018 ad oggi una crescita significativa sia del giro d’affari sia dell’EBITDA. Un passaggio decisivo è stato l’ampliamento della presenza geografica: da realtà prevalentemente nazionale, Caffè Borbone è diventata un marchio internazionale, registrando una crescita a doppia cifra.
L’anima sostenibile di Caffè Borbone si riflette in una governance responsabile, che guida le scelte di approvvigionamento, acquisto e investimento. La nostra visione per i prossimi cinque anni è chiara: diventare la prima azienda di caffè completamente sostenibile anche in tutto il suo portafoglio prodotti. Questa è la nostra vera sfida.
Internazionalità e sostenibilità sono le basi del nostro valore. Oggi, Caffè Borbone non si misura solo in termini di EBITDA o il fatturato, ma soprattutto per la sua missione verso la sostenibilità, un percorso già avviato con risultati concreti. L’81% del packaging proviene da materiali rinnovabili, abbiamo aderito all’SBTi e validato i nostri obiettivi di decarbonizzazione di medio e lungo termine, con traguardi fissati al 2030 e al 2050.
In quest’ottica, stiamo portando avanti progetti in India e Vietnam per ridurre la CO₂ alla fonte in filiera. La maggior parte dell’impronta di carbonio di un torrefattore deriva infatti dalla coltivazione del caffè nei paesi d’origine: collaboriamo con Ofi su buone pratiche agricole, quali fertilizzazione, potatura e gestione dell’acqua, con l’obiettivo di diminuire concretamente l’impronta ambientale.
Inoltre, nel 2024 abbiamo acquistato il 45% di caffè certificato, una quota salita già al 50% nel 2025, a conferma del nostro impegno concreto verso un approvvigionamento sostenibile.”
Che accoglienza ha avuto questo evento presso gli stakeholder?
“Per investitori e analisti è stato un evento di grande rilevanza, poiché i CEO delle principali
partecipate di Italmobiliare hanno avuto l’opportunità di raccontare l’evoluzione delle loro aziende dall’ingresso nel Gruppo Italmobiliare e i progetti per il futuro. Italmobiliare è una realtà unica nel panorama italiano, sia perché ha un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, sia per il modello di supporto che offre alle società del proprio portafoglio. La relazione con le aziende è particolarmente stretta e caratterizzata da una condivisione di competenze: dove una società mostra punti di debolezza, Italmobiliare interviene per favorirne la crescita e le accelerazioni strategiche.
La bontà del modello è dimostrata dalla crescita esponenziale di Caffè Borbone e delle
altre società in portafoglio, non a caso dal 2016 il NAV di Italmobiliare è incrementato da 1,5 a 2,2 miliardi, e nel periodo sono stati distribuiti 400 milioni di euro agli azionisti.”
È prevista una crescita dei ricavi a doppia cifra nel 2025: com’è possibile in un contesto così critico?
“Confermiamo una crescita dei ricavi a doppia cifra anche per il 2025: in parte derivante dal valore e in parte dall’incremento dei volumi, grazie soprattutto alla nostra espansione nel Nord Italia e all’Internazionale. Certo è un periodo complesso per tutto il comparto a causa dell’aumento del costo del caffè: una vera e propria “tempesta perfetta” causata da cambiamenti climatici, tensioni geopolitiche, difficoltà logistiche e speculazioni sui mercati. Abbiamo però lavorato per limitare il più possibile gli effetti sui consumatori finali.
Come dicevo però, registriamo anche una crescita dei volumi. Essendo già un’azienda campana amata in tutto il Sud, oggi ci impegniamo a farci apprezzare altrettanto al Nord, attraverso le nostre miscele e una comunicazione mirata. Come dico sempre: “dateci la chance di provarci una volta e continuerete a sceglierci”. Infine, guardiamo con interesse anche alle nuove opportunità di mercato negli Stati Uniti e in alcuni Paesi Europei che sono la nostra priorità.”
In Italia i numeri sono così promettenti?
“Sì, per noi lo sono, perché abbiamo ancora spazio di crescita nel mondo delle capsule compatibili. Le persone riconoscono la bontà del nostro prodotto.”
Nello stand cosa c’è che rappresenta il futuro dell’ospitalità del caffè italiano?
“Abbiamo introdotto nuove miscele: i palati variano da Paese a Paese ma anche all’interno dello stesso mercato italiano. Cominciamo a vedere i monoporzionati anche nell’hospitality perché rendono la preparazione più semplice, sporcano meno, durano di più. In Fiera si trovano tanta varietà e sistemi disponibili.”
Il monoporzionato (cialde e capsule) sono grande punto di forza di Caffè Borbone: quali sono le prospettive sulla sostenibilità, prezzo e saturazione del mercato?
Il nodo più critico resta la sostenibilità. Questi prodotti sono costituiti principalmente da due
materiali: plastiche accoppiate e alluminio. L’alluminio è riconosciuto già a livello internazionale e dal mercato come materiale sostenibile, essendo potenzialmente riciclabile all’infinito se correttamente avviato alla filiera di recupero, mentre le plastiche risultano più difficili da trattare e riciclare.
Stiamo lavorando su due traiettorie: le plastiche compostabili da un lato e la carta dall’altra, in cui crediamo tantissimo, oltre a collaborare con altri importanti player e con diverse istituzioni su iniziative di rafforzamento dei circuiti di riciclo.
Per quanto riguarda prezzi e saturazione, vediamo ancora dei margini: i sistemi continuano a evolversi perché il monoporzionato offre praticità e riduce gli sprechi. La chiave è pensare a un quadro completo che vada oltre il prodotto stesso, includendo packaging e smaltimento, per garantire una fruizione sostenibile a 360 gradi.”
E per l’EUDR, sempre dietro l’angolo, cosa state facendo?
“Crediamo tutti che dietro l’EUDR ci siano degli obiettivi di grande valore: dobbiamo rispettare l’ambiente e proteggere le aree di origine dalla deforestazione, anche se questo rischia di diventare un fattore di non competitività per i torrefattori europei che dovranno competere con altri che non sono obbligati a seguire le stesse norme.
In ogni caso, Caffè Borbone oggi è preparato. In attesa dell’entrata in vigore dell’EUDR, acquistiamo già caffè proveniente da aree non deforestate e tracciato. Siamo un’azienda 4.0: conosciamo ogni dettaglio, siamo in grado di ricostruire ogni passaggio di ogni singolo lotto.
La decisione di supportare la non-deforestazione è già stata presa, in allineamento ai nostri obiettivi di sostenibilità.”



















