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MILANO – Il mercato delle caffetterie a marchio del sud-est asiatico continua a crescere a ritmo sostenutissimo, ma sempre più al traino dei marchi locali, veri protagonisti di una scena vivacissima, in cui i brand europei e nord americani non hanno più il fulgore di un tempo. Così il Project Café East Asia 2026, l’analisi di World Coffee Portal sull’universo dei mercati del sud-est asiatico, un’area sempre più preminente sul piano economico e della geopolitica, dove i branded coffee shop sono ormai 180.268, con un incremento nel numero di unità del 18,4% nell’arco dei 12 mesi trascorsi: 17 dei 18 mercati considerati dal report hanno registrato crescita netta nel numero di locali e ben 5 paesi (Cina, Tailandia, Indonesia, Vietnam e Filippine) crescita in doppia cifra.
Ma un aspetto ancora più interessante è la predilezione crescente dei consumatori per i marchi di casa.
Basti pensare che, delle 29 catene che contano più di 1.000 caffetterie, 25 sono catene locali.
Un trend che dimostra come questi mercati abbiano sviluppato ormai un’identità propria basata su peculiari tradizioni di consumo locali, che li caratterizzano sul piano culturale e commerciale.
In Cina, in particolare, ben il 57% dei consumatori intervistati ha espresso una preferenza per le catene a marchoi nazionali, rispetto a quelle internazionali
Ma la tendenza è presente un po’ ovunque, in tutto il sud-est asiatico: marchi come Jinji Jawa in Indonesia, ZUS Coffee in Malesia, Pickup Coffee nelle Filippine e Milano Coffee in Vietnam hanno aperto centinaia di locali nell’ultimo anno espandendosi a un ritmo superiore a quello dei loro iconici competitor internazionali, come Starbucks, Dunkin’ e Costa Coffee.
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