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L’Isic: ecco i dati scientifici degli effetti benefici del caffè sul fegato

La ricerca scientifica sul consumo del caffè e i suoi effetti sulla salute, stavolta indaga gli eventuali benefici della bevanda sulle malattie epatiche

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Dalla Corte
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – Ecco il nuovo report scientifico elaborato da Isic (Institute for Scientific Information on Coffee). È stato esposto al termine della tavola rotonda ‘Looking after the liver: coffee, caffeine and lifestyle factors’. (“Prendersi cura del proprio fegato: caffè, caffeina e stile di vita”).

Isic: cosa evidenzia il report

Innanzitutto adesso si sottolinea il ruolo potenziale del consumo di caffè nel ridurre il rischio di malattie epatiche. Come ad esempio il tumore al fegato e cirrosi.

Il Professor Graeme Alexander

Il docente presso lo University College London e Chairman della tavola rotonda, svoltasi presso la Royal Society of Medicine a Londra, ha presentato un quadro aggiornato sulla diffusione delle malattie epatiche in Europa. Assieme al ruolo giocato dallo stile di vita.

Nella sola Unione Europea, le malattie del fegato rappresentano oggi una forte preoccupazione in termini di salute pubblica. Dal momento che ne soffrono circa 29 milioni di persone(1). Perché, in particolare, l’epatopatia cronica è la quinta causa più comune di morte(2).

Non solo l’Isic

Molti sono gli esponenti del mondo accademico interessati all’argomento. E adesso medici, rappresentanti delle associazioni nazionali sul fegato di sette paesi europei, hanno discusso delle ricerche più recenti su caffè e salute del fegato.

Assieme ai meccanismi potenziali legati a una possibile riduzione del rischio di malattie epatiche.

Le metanalisi sul consumo di caffè

L’assunzione di caffè è stato messo in confronto all’assenza del suo stesso consumo. Quest’ultimo, è stato associato a una riduzione del rischio di tumore al fegato fino al 40%; sebbene sembri essere un legame dose-dipendente (3-5).

La ricerca in Usa (6) e in Italia (7-8) suggerisce che il consumo di caffè è sistematicamente associato a una riduzione del rischio potenziale di cirrosi del 25-70%.

L’associazione inversa fra il consumo di caffè e il rischio di malattia epatica cronica

E’ stata riscontrata quindi una riduzione del rischio del 25-30% per chi ne fa un basso consumo. Con una possibile ulteriore riduzione fino al 65% per 4-5 tazze al giorno (9).

Il Professor Carlo La Vecchia

L’Ordinario di Statistica Medica e Epidemiologia dell’Università degli Studi di Milano, ha presentato le ultime ricerche su caffè e salute del fegato.

“Già alla fine degli anni ’80, i nostri dati per primi avevano rilevato un ridotto rischio di tumore del fegato nei bevitori di caffè. – sottolinea il professor La Vecchia.

“Successivamente, si è osservata una protezione sulla cirrosi. Assieme ad un effetto positivo sugli enzimi epatici. Vi è quindi un continuum di effetti favorevoli del caffè sulla fisiologia e sulla patologia del fegato.

Un effetto favorevole del caffè è possibile anche sul tumore del colonretto.”-  ha poi puntualizzato l’esperto italiano.

Il Professor Alexander

Ha suggerito che è probabile che il tumore al fegato si sviluppi da un’esistente malattia epatica. Ha inoltre prospettato che l’associazione fra il consumo di caffè e la riduzione del rischio di tumore al fegato può essere in realtà considerata una conseguenza del consumo di caffè sulle malattie epatiche.

La diagnosi di malattia epatica

Se nè discusso assieme al fatto che la maggior parte di persone che ne soffre non è consapevole della propria condizione.

Sebbene il fegato sia un organo vitale, infatti, in alcuni paesi europei la percezione è che la salute del fegato non sia una priorità. Soprattutto rispetto ad altre condizioni patologiche. Come le malattie cardiache.

Il Professor Graeme Alexander

Così ha commentato: “Le malattie epatiche sono in aumento in Europa. E’ perciò importante capire come il caffè, una delle bevande più diffuse al mondo, e la dieta influiscano sulla malattia.

La ricerca suggerisce che il caffè può ridurre il rischio di malattie epatiche. Quindi è giusto che i pazienti possano ottenere in modo semplice le informazioni per una corretta alimentazione. Assieme ai consigli da parte degli operatori sanitari, per quindi agire di conseguenza”.

Judi Rhys, Chief Executive, British Liver Trust ha sottolineato

“La malattia epatica è un killer silenzioso. Visto che spesso non dà sintomi finché non è troppo tardi. Il caffè è facilmente accessibile a tutti e un consumo adeguato.

– Filtrato, solubile o espresso. Almeno nell’ambito di una dieta sana ed equilibrata. –

Può fare dunque la differenza nel prevenire. In alcuni casi, può rallentare la progressione della malattia epatica”.

Osservazioni epidemiologiche sull’essere umano

Queste associano il consumo di caffè alla minor incidenza di carcinoma epatico. Si parla addirittura del -41% rispetto ai non bevitori (Bravi et al., 2013).

Alle stesse conclusioni è giunta anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc)(10). Perché quest’ultima non solo ha inserito il caffè in classe 3, ovvero “non classificabile come cancerogeno per l’uomo”. Ma adesso ha menzionato il tumore del fegato e dell’endometrio come esempi specifici per cui bere caffè può aiutare a ridurre il rischio di sviluppo di questi tumori.

Un’assunzione moderata di caffè

Ovvero quella di 3-5 tazzine. E’ associata nella letteratura scientifica a una serie di benefici fisiologici. Può quindi far parte di una dieta sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo.

Le schede sintetiche

Che cosa è il Consorzio Promozione Caffè

Riunisce aziende che producono e commercializzano le diverse tipologie di caffè torrefatto, caffè decaffeinato, caffè solubile e capsule e cialde di caffè.

Da oltre 20 anni il Consorzio è impegnato a promuovere un programma di educazione e informazione su caffè e caffeina. Aggiornando sui loro effetti sulla salute. Basandosi sulle evidenze scientifiche pubblicate.

L’Istituto per l’Informazione scientifica sul caffè (Isic)

E’ un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro. Costituita già nel 1990. Da sempre dedicata soprattutto allo studio, alla raccolta e alla divulgazione di studi e ricerche scientifiche in tema di caffè e salute.

Isic rispetta l‘etica della ricerca scientifica in tutte le sue attività. Perché la sua comunicazione si basa su solide basi scientifiche, studi pubblicati su riviste scientifiche “peer-reviewed”.

Fanno parte di Isic alcune tra le principali aziende europee del caffè.

Isic organizza e aggiorna il sito

La piattaforma mette a disposizione della comunità scientifica, dei professionisti del settore e dei media un database di oltre 600 abstract degli studi internazionali più significativi in tema di caffè e salute.

Perché adesso ci sono più di 400 articoli scientifici resi disponibili negli ultimi sei anni.

I nomi dei delegati alla tavola rotonda

Professor Graeme Alexander. University College London and senior advisor to the British Liver Trust, United Kingdom.

Dr. Carlo La Vecchia. Professor of Medical Statistics and Epidemiology, Dept. of Clinical Sciences and Community Health;
Università degli Studi di Milano, Italy.

HIlje Logtenberg-van der Grient. Physician Educator, Scientific Committee ELPA/Dutch Liver Patient Association; The
Netherlands.

Hanno ancora partecipato

Andreas Rohrenbacker. Steering Committee Member, Die Hepatitis Hilfe Osterreich; Plattform Gesunde Leber (HHO), Austria.

Raquel Peck. CEO, World Hepatitis Alliance, United Kingdom.

Dr David Semela. Council Member, Swiss Association for the Study of the Liver. Switzerland.

Dr Trisha Macnair. Speciality Doctor/Medical Journalist, NHS. United Kingdom.

Dr Ellie Cannon. Resident GP, Sky News/Mail on Sunday/LBC. United Kingdom.

Dr JW Langer. Medical doctor, author; lecturer and medical journalist, Denmark.

Dr Luca Miele. MD, PhD, Consultant Internist and Hepatologist; University Hospital Policlinico A. Gemelli Foundation. Italy.

Dr Beatrice Alfonso PhD. Fondazione Italiana Fegato. ONLUS- Italian Liver Foundation. Italy.

Gerardo Reyna. Federación Nacional de Enfermos y Trasplantados Hepáticos. Spain.

References

1. Eurostat (2007) ‘Europe in Figures: Eurostat yearbook 2006-07

2. European Association for the Study of the Liver (2013) ‘The burden of Liver Disease in Europe: A Review of Available Epidemiological

3. Bravi F. et al. (2007) Coffee drinking and hepatocellular carcinoma risk: a meta-analysis. Hepatol, 46:430-435.

4. Larsson S.C. et al. (2007) Coffee consumption and liver cancer: a meta-analysis. Gastroenterol, 132:1740-1745.

5. Bravi F. et al. (2013) Coffee reduces risk for hepatocellular carcinoma: An updated meta-analysis. Clin Gastro and Hepatol, 11:1413-
1421.

6. Klatsky A.L. et al. (1993) Coffee, tea, and mortality. Ann Epidemiol. 3(4):375-81.

7. Corrao G. et al. (1994) The effect of drinking coffee and smoking cigarettes on the risk of cirrhosis associated with alcohol
consumption – A case-control study. Europ J Epidemiol, 10 (6): 657–664.

8. Gallus S. et al. (2002) Does coffee protect against liver cirrhosis? Ann Epidemiol, 12(3):202-5.

9. Bravi F. et al. (2016) Coffee and the risk of hepatocellular carcinoma and chronic liver disease: a systematic review and meta-analysis of prospective studies. Eur J Cancer Prev, 26(5):368-377.

10. https://www.iarc.fr/en/media-centre/iarcnews/2016/mono116_IARC2016.php

11. EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition and Allergies (NDA) (2015) Scientific Opinion on the safety of caffeine. EFSA Journal,
13(5):4102.

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