mercoledì 10 Aprile 2024
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In Regno Unito ripartono i consumi e aumentano gli appetiti per le catene di caffetterie

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MILANO – Il Regno Unito è una nazione di coffee lovers: secondo un sondaggio condotto in vista della Uk Coffee Week, in programma dal 18 al 24 ottobre, il 70% dei britannici consuma almeno due tazze di caffè al giorno. A conferma di una vera rivoluzione culturale avvenuta in un paese tradizionalmente associato al consumo del tè. E c’è di più: il 23% del campione intervistato dichiara di consumare almeno 3 tazze al giorno e un ulteriore 21% più di 4. I sudditi di sua maestà britannica prediligono soprattutto le bevande a base caffè. In cima alla preferenze troviamo infatti il latte, seguito dal cappuccino, l’americano e il flat white.

La Uk Coffee Week è un’iniziativa sorta per finanziare Project Waterfall, una onlus che ha al suo attivo oltre una dozzina di progetti per l’acqua potabile– tra Etiopia, Kenia, Nicaragua, Tanzania e Uganda – che hanno cambiato in meglio le vite di decine di migliaia di persone.

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Tornando al sondaggio scopriamo ancora che il 65% degli intervistati intende visitare una caffetteria indipendente nel corso del prossimo mese, per sostenere i piccoli esercenti e aiutarli a ripartire dopo la pandemia.

Il 68% inoltre considera importante aiutare i pubblici esercizi di prossimità. E ne tiene conto nella scelta del locale.

Oltre 4 intervistati su 5 (81%) non conoscono però l’origine del caffè che consumano. A riprova di un perdurante deficit di trasparenza di filiera e di informazione. Più di un quinto infine sarebbe disposto a pagare un sovraprezzo per ogni tazza per sostenere i produttori e le loro comunità.

Pur essendo attaccati alle tradizioni, i britannici non disdegnano le innovazioni. Un sondaggio condotto da World Coffee Portal alcuni mesi fa rivela, ad esempio, che un terzo dei consumatori è aperta all’esperienza di un coffee shop completamente automatizzato. Privo di interazione umana.

Ma la maggioranza continua a considerare imprescindibile il ruolo del barista. E auspica una sua crescente professionalizzazione, nonché una maggiore specializzazione e premiumizzazione del mercato.

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