venerdì 29 Marzo 2024
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Hevia: «Ho la pressione sempre bassa ma grazie al caffè…»

Hevia è sistematicamente costretto a prendere un espresso doppio per riuscire a salire sul palco. «È come una religione per me. Senza caffè non c’è concerto», spiega. «Dopo pranzo la mia pressione scende velocemente e non riesco neanche a parlare. Devo dormire per forza. Sono un pessimo invitato, lo so»

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Qualche anno fa la sua cornamusa (gaita) fece impazzire il mondo. Oggi José Ángel Hevia Velasco, musicista delle Asturie (Spagna) abilissimo a mescolare folk, musica celtica e chillout, è un artista affermato, famoso appunto per aver inventato, 20 anni fa, la “gaita midi”, cioè la cornamusa elettronica con la quale suona abitualmente.

Gli abbiamo fatto qualche domanda sul tema del mese, la pressione, consapevoli che, per reggere lo sforzo di soffiare in uno strumento del genere, girando il mondo a bordo di un aereo – e sempre per concerti – richiede di avere sempre la pressione a posto.

Pressione sempre bassa

«La mia è bassa, sempre molto bassa – racconta – specialmente dopo aver mangiato. Non posso evitare un riposino dopo pranzo, soprattutto se mangio molto, cosa che succede sempre quando sono in Italia!».

Abbiamo così scoperto che, prima di un concerto, Hevia (FOTO) è sistematicamente costretto a prendere un espresso doppio per riuscire a salire sul palco. «È come una religione per me. Senza caffè non c’è concerto», spiega. «Dopo pranzo la mia pressione scende velocemente e non riesco neanche a parlare. Devo dormire per forza. Sono un pessimo invitato, lo so».

La pennichella sempre

Fortuna che l’Italia, come la Spagna, è un Paese che vede di buon occhio la “pennichella”, o “siesta”. Ma dormire dopo pranzo non basta. Per tenere a bada la pressione Hevia cammina, e tanto. «Ogni giorno mi sveglio presto e faccio una passeggiata di un’oretta. Mi aiuta a tenermi in forma», rivela.

Un vero salutista, insomma. E dire che gli artisti hanno quasi sempre una vita sregolata. «Sono un musicista atipico. Mi sveglio prestissimo e vado a letto alle 22. Non fumo, non bevo… fatta eccezione per una grappa barricata dopo pranzo quando sono in Italia (ride)».

Sempre in forma

Ottime abitudini, soprattutto considerando che lo strumento musicale che Hevia ha creato richiede di essere suonato da un musicista in perfetta forma fisica. «Devo soffiare molto per suonare, non solo la cornamusa ma il flauto, ed è necessario che io sia in ottimo stato per resistere per 90 minuti di concerto. Purtroppo sono asmatico e questo non mi aiuta. Ma il caffè e il calore del pubblico mi danno tutta l’energia di cui ho bisogno per continuare».

Carriera a gonfie vele

Amatissimo dai fan della prima ora e dagli appassionati di musica etnica e sperimentale di tutto il mondo, Hevia sta vivendo un momento molto felice della sua carriera: «Finalmente posso fare quello che mi piace, senza ricevere… “pressione” da parte di nessuno. Questo è molto importante, mi permette di creare quello che voglio», spiega.
Lo sviluppo della cornamusa elettronica gli ha permesso di arrivare dove sarebbe stato impossibile con la musica tradizionale. «In questi ultimi anni ho usato molto questo strumento per creare e questo si sente nei miei cd. Ma non ho mai dimenticato la musica tradizionale, che è sempre molto presente nei miei concerti dal vivo».

La musica, dunque, sempre lei, il grande amore. Ma non l’unico. «Sono assolutamente invaghito del vostro paese! Bellissime città, gente sempre rispettosa con me e cibo delizioso. Mi sento onorato e fortunato quando posso suonare in Italia. E anche in vacanza viaggio con la mia famiglia nel vostro Paese, perché mi manca…».

Il festival di Chiuduno

Proprio in questi giorni Hevia aprirà il festival “Lo spirito del pianeta”, da domani, venerdì 29 maggio, fino a domenica 14 giugno a Chiuduno (Bergamo), l’unico evento dedicato alla musica tribale indigena in Italia. «Io adoro le mescolanze, culturali e artistiche. Mi piacerebbe, ad esempio, far sposare la mia cornamusa con i ritmi latinoamericani e adesso sto lavorando a questo progetto. Spero di poter creare al più presto qualcosa da farvi ascoltare». Non prima di aver gustato un ottimo caffè.

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