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MILANO – Futures del caffè in caduta libera nella giornata di ieri, mercoledì 17 settembre. A New York, il contratto per scadenza dicembre ha perso oltre 33 centesimi (-6,8%) accelerando la correzione al ribasso iniziata già il giorno precedente. Chiusura a 375,65 centesimi: oltre 48 centesimi sotto i massimi di martedì, quando il contratto aveva registrato un intraday di 424 centesimi riavvicinandosi ai massimi storici dello scorso febbraio.
Giù in picchiata anche l’Ice Robusta: a Londra, il contratto per scadenza novembre è arretrato di $331 terminando a 4.450 dollari (-6,9%).
A catalizzare le liquidazioni, le notizie meteo dal Brasile, dove sono confermate le previsioni di pioggia nella cintura del caffè, a partire dalla settimana prossima.
Le precipitazioni giungerebbero al momento giusto per dare il La alla fioritura del nuovo raccolto di arabica, il cui buon esito sarà fondamentale per ridare fiato ai mercati il prossimo anno.
Mercati che hanno dimostrato, ancora una volta, la loro estrema volatilità
New York è infatti oscillata, tra il 2 e il 16 settembre, entro un range di 58 centesimi e mezzo. Più di un intero range annuale di qualche anno fa.
Londra è passata da un minimo (5 settembre) a un massimo (16 settembre) intraday rispettivamente di 4.303 e 4.860 dollari, pari a una variazione di 557 dollari in meno di due settimane.
Ma cosa sta succedendo ai futures del caffè?
“I fondi di investimento speculativi hanno nel mirino due bersagli chiari: da una parte i torrefattori, che sono insufficientemente coperti; dall’altra i commercianti e i produttori, che sotto forti pressioni di margine sono costretti ad elevare la loro copertura” spiega il trader statunitense Cardiff Coffee Trading, in una circolare ai clienti citata da Reuters.
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