martedì 08 Ottobre 2024

Fipe e Tripadvisor con i gestori che verificano il green pass: “Misura da estendere”

“Nelle ultime settimane – spiega Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario di Fipe – ci siamo battuti in tutte le sedi e su tutti i tavoli per un'introduzione più corretta del Green Pass, sottolineando anzitutto l'impossibilità per un ristoratore di svolgere attività di pubblico ufficiale. Finalmente sono arrivati i chiarimenti che attendevamo e l’uso del Green pass sarà meno burocratico nelle nostre imprese."

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ROMA – La Federazione italiana dei pubblici esercizi, e Tripadvisor stanno collaborando per contrastare il fenomeno delle recensioni negative che in alcuni casi sfociano in insulti e persino minacce a danno di quelle imprese che hanno espresso pubblicamente la loro posizione e applicano dal 6 agosto la legge, chiedendo il green pass ai clienti.

Recensioni negative: un fenomeno da contrastare

“Nelle ultime settimane – spiega Aldo Mario Cursano, vice presidente vicario di Fipe – ci siamo battuti in tutte le sedi e su tutti i tavoli per un’introduzione più corretta del Green Pass, sottolineando anzitutto l’impossibilità per un ristoratore di svolgere attività di pubblico ufficiale. Finalmente sono arrivati i chiarimenti che attendevamo e l’uso del Green pass sarà meno burocratico nelle nostre imprese.

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Non è tuttavia accettabile che le frustrazioni di pochi si scarichino su quegli imprenditori che sono chiamati a far rispettare la legge. Per questo ci siamo subito attivati per raccogliere segnalazioni e per contattare i nostri partner all’interno di Tripadvisor per capire quali iniziative la compagnia stia attuando per proteggere i ristoratori da critiche assurde e ingiustificate. Ci sentiamo fortemente impegnati perché il dibattito tra favorevoli e contrari al Green pass non si trasformi in uno scontro ideologico facendo ulteriori danni ad un settore che ha già pagato un prezzo altissimo alla pandemia”.

Proteggere ed educare

“Tutelare l’integrità della nostra piattaforma e aiutare la ripresa del settore sono le nostre priorità, così come proteggere ed educare i viaggiatori – spiega Fabrizio Orlando, direttore delle relazioni istituzionali di Tripadvisor. Fin dall’inizio della pandemia, noi di Tripadvisor abbiamo implementato delle linee guida specifiche a ciò che i recensori possono dire in relazione al Covid-19. Noi non autorizziamo recensioni che critichino le attività, ristoranti, alloggi o esperienze che siano, che seguono e adottano le regole stabilite dai governi nazionali, né tantomeno permettiamo recensioni che incoraggino i lettori ad ignorare le suddette regole in relazione al virus.

Inoltre – continua Orlando – abbiamo anche fatto dei passi in avanti per prevenire ancor meglio il flusso recente quelle che chiamiamo non-first hand reviews (letteralmente le recensioni non di prima mano, in pratica quelle scritte da individui che non hanno avuto un’esperienza diretta con la proprietà che stanno recensendo) ricevute dalle attività che implementano le regole Covid, come richiedere il Green Pass.

Questa è una politica da sempre alla base del nostro approccio alla moderazione del contenuto, adattata per incontrare le necessità in continua evoluzione di vivere durante una pandemia. Noi di Tripadvisor supportiamo le attività che applicano standard di sicurezza contro il Covid e che promuovono un’esperienza più sicura per tutti. Infatti, non solo non ammettiamo sulla nostra piattaforma le recensioni critiche di un’attività per aderire alle regole in risposta al Covid, ma rimuoveremo anche i commenti negativi alle strutture che adottano politiche di sicurezza per contrastare la pandemia globale”.

“Tripadvisor fa una raccomandazione a tutte le attività molto semplice: – conclude Orlando – se chi le gestisce su Tripadvisor è preoccupato che una o più recensioni possano essere contrarie alle linee guida della compagnia, può riportarle attraverso il Centro di Gestione di Tripadvisor, una sezione del sito a disposizione dei gestori e completamente gratuita. Il nostro team di moderatori si occuperà di studiare la recensione in questione e determinare l’azione appropriata. Nel frattempo prosegue lo scambio di informazioni con Fipe teso a contrastare recensioni del tipo sopra descritto e per questo siamo grati alla Federazione”.

Il ritorno alla stagione delle misure restrittive sulle imprese deve essere scongiurato in ogni modo e lo strumento migliore per raggiungere il risultato è il green pass

Perché ciò si realizzi occorre collegare l’utilizzo progressivo del green pass all’evoluzione del quadro epidemiologico prevedendo che il cambio di colore delle regioni si accompagni proprio ad un uso più estensivo del certificato.

In questo modo si raggiungono tre risultati: si incentiva la campagna di vaccinazione; non si penalizza la stragrande maggioranza degli italiani che hanno scelto responsabilmente di vaccinarsi; non si ferma neppure una sola impresa.

È questa, in sintesi, la posizione di Fipe Confcommercio, contenuta in una lettera del presidente Lino Enrico Stoppani indirizzata al premier Mario Draghi e ai ministri competenti Garavaglia, Giorgetti e Speranza. Una lettera analoga è partita dalle associazioni territoriali all’indirizzo dei rispettivi Governatori di Regione.

“Serve un cambio di passo – sottolinea Stoppani – per fare in modo che la massiccia campagna vaccinale non solo prosegua speditamente ma serva proprio a coniugare la tutela della salute con la salvaguardia dell’economia. Ancora oggi, purtroppo, se peggiora il quadro sanitario si interviene con misure restrittive sulle imprese. Ora, con 36 milioni di persone vaccinate con doppia dose, è possibile cambiare approccio.

La nostra proposta è quella di estendere progressivamente l’uso del green pass, collegando i livelli di rischio con cui si classificano le regioni all’utilizzo progressivo della certificazione verde: man mano che peggiora il quadro sanitario, si amplia la platea di attività e servizi nei quali si accede con il Green pass. Ci sembra il modo migliore per incoraggiare la campagna di vaccinazione, tutelare la libertà di chi ha scelto responsabilmente di vaccinarsi e superare definitivamente la faticosissima stagione delle chiusure o limitazioni alle attività, in particolare proprio dei pubblici esercizi.

È anche una questione di equità: dopo molti mesi di sacrifici, sarebbe infatti incomprensibile ricadere nelle maglie di nuove chiusure e restrizioni per causa di chi, dopo nove mesi di campagna vaccinale, sceglie ancora oggi liberamente di non vaccinarsi, aumentando con questa scelta individuale il rischio collettivo di assumere nuovi costosissimi provvedimenti, in termini sanitari, economici e sociali”.

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