mercoledì 10 Aprile 2024
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Le ragazze di filter coffee lab di Pisa: «In Italia? Il mestiere di barista è il lavoro di rimpiazzo»

Da Pisa, la parola a due giovani che hanno pensato di portare avanti con i loro sforzi congiunti lo specialty coffee in Italia. Insieme, Valentina Montesi e Eleonora Bodini hanno aperto e gestiscono ogni giorno, la caffetteria di specialty filter coffee lab

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MILANO – Nuova settimana, nuova intervista per esplorare assieme il mondo della gestione di locali in Italia. Un’avventura che mette sempre più a dura prova lo spirito imprenditoriale di chi vuole fare questo mestiere. Ma che non per questo è impossibile realizzare con successo. L’esempio di oggi è di due giovani ragazze, Valentina Montesi
e Eleonora Bodini, che insieme hanno aperto la caffetteria specialty in via Santa Maria 30 a Pisa, filter coffee lab.

Filter coffee lab: dove il caffè è una cosa seria

Si parte con una domanda diffiicile: che cosa dovrebbe sapere chi decide di avviare una propria attività? 

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“Che prima di pensare ad una cosa del genere servono anni di esperienza e non c’è spazio per l’improvvisazione. Aprire un’attività è solo il punto di partenza perché solo con il continuo aggiornamento e la permanente trasformazione si può far sì che l’attività possa durare nel tempo.”

Quali possono essere i modi economicamente sostenibili per differenziarsi dalla concorrenza?

“Inserire prodotti che ancora nessuno dei concorrenti ha nel suo locale; viaggiare ed informarsi sui nuovi trend e testarli per primi alla clientela. Non seguire ciò che fanno la maggior parte dei locale, ma specializzarsi. Non sempre fare più cose significa prendere più clienti.”

Qual è il valore aggiunto che può attirare il cliente, come avete fatto con filter coffee lab?

“Sicuramente la specializzazione. Troppe volte si vedono gestori di locali che vogliono fare tutto e finiscono per fare tutto male. Crediamo che specializzarsi in un settore e su target specifici possa permettere di curare meglio il quadro generale e di offrire proposte e prodotti sempre innovativi.”

Quanto incide la liberalizzazion delle licenze?

“Dovrebbe essere una grossa opportunità per una concorrenza sana e un conseguente
miglioramento dei servizi e dell’offerta. In realtà, molte volte fa sì che persone improvvisate decidano di aprire oppure che persone senza lavoro vedano nell’apertura di un locale la soluzione ai propri problemi.

Tutto questo porta a bassa qualità, continue chiusure ed anche a rendere più difficile il
lavoro di chi invece punta sulla conoscenza e informazione. Per esempio vendite di espressi a 80 centesimi, scritte speciality coffee dove nemmeno sanno cosa sia; caffè filtrati improvvisati solo per attirare clienti, ma che poi fanno passare informazioni sbagliate a chi magari crede che quello sia il vero prodotto e quindi decide di non provarlo più nemmeno in posti dove queste cose vengono fatte con criterio).”

Perché molti locali chiudono nell’arco di un anno dall’apertura?

Rispondono le due proprietari di filter coffee lab: “Come già detto, perché le persone si improvvisano e considerano il bar o il barista un lavoro che chiunque può intraprendere. All’estero essere baristi è una vera e propria carriera. Mentre in Italia è il lavoro di rimpiazzo da svolgere durante gli studi oppure per uscire dalla disoccupazione. Questa è la sostanziale differenza. Zero formazione e zero aggiornamento.”

In che modo vi informate per implementare filter coffee lab? Analizzate i format di successo italiani e all’estero?

“Cerchiamo il più possibile di visitare i locali per noi di maggior rilievo in Italia e all’estero per poter assaggiare e vedere come lavorano. Cercando spunti e migliorie per la nostra attività. Viaggiare e conoscere nuove realtà resta un punto essenziale per scoprire nuove possibuilità e confrontarsi con punti di vista diversi.”

Quanta importanza ha la comunicazione della vostra attività come fosse un vero e proprio brand?

“E’ essenziale la comunicazione di filter coffee lab come brand poiché non ci riteniamo solo una caffetteria ma, insieme a tutta la comunità del caffè speciality, ci teniamo a farci portatori di un messaggio vero e proprio.”

Per ampliare il bacino di utenti, è necessario creare un’ibridazione tra caffetteria e altri settori dell’hospitality, come le librerie per esempio?

“Non crediamo sia necessario per avere un locale di successo, ma sicuramente in alcuni casi con la location giusta può diventare un’arma in più e fare in modo di offrire al cliente un’esperienza ancora più completa.”

Quanto investite in termini di strategie social?

“Non crediamo sia possibile oggi non investire in strategie social perché in questo momento il mondo va verso questo. Poter raggiungere migliaia di utenti e far capire che cosa siamo è davvero fondamentale per un’attività che vuole continuare a crescere nel tempo.”

Quanto ha inciso invece la scelta e l’allestimento della location?

“L’immagine di un locale passa anche necessariamente dal luogo dove si trova e dal suo allestimento. E’ stato per noi fondamentale far passare la nostra idea di caffetteria anche attraverso l’arredamento e la scelta di materiali. Il senso di internazionalità che volevamo dare a “filter coffee lab” non poteva essere tale senza far si che le persone già all’entrata si accorgessero che stavano entrando in qualcosa di diverso.”

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