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Il patron di Eurochocolate, Eugenio Guarducci, pur senza numeri, stila un primo bilancio della XXXI edizione della manifestazione. Leggiamo di seguito un estratto dell’intervista pubblicato su La Nazione.
La chiusura di Eurochocolate
PERUGIA – Eurochocolate: si chiude il sipario sull’edizione numero 31. Ma è ancora prematuro parlare di numeri.
Così, prima di stilare il bilancio ufficiale, che come di consueto sarà fatto in conferenza stampa, il patron Eugenio Guarducci si sofferma su quella che è “la dimensione internazionale che sempre di più sta assumendo l’evento. Fattore – osserva – che permette di posizionare la kermesse in un perimetro molto più ampio di quello che in precedenza aveva perlustrato”.
Dunque il 2025 l’anno del cambiamento?
Guarducci: “Questo rappresenta senz’altro un anno di svolta perché convintamente crediamo che la crescita ormai sia irrinunciabile e obbligatoria. Lo dimostra l’interessamento e l’arrivo a Perugia della vice ministra dell’Agricoltura della Colombia Geidy Ortega: ieri abbiamo presentato l’alleanza Colombia-Italia per la Cooperazione e lo Sviluppo economico. Un gran finale, all’insegna di una dimensione internazionale sempre più importante, come si diceva, e di una confermata attenzione alla sostenibilità dell’intera filiera cacao-cioccolato”.
A proposito di sostenibilità e di etica, venerdì però è stato fischiato da un gruppetto di manifestanti, che sostengono il contrario…
“Lasciamo stare. Però mi sarei aspettato non tanto per me, ma per le maestranze di Nestlè un gesto di solidarietà dalle istituzioni. Praticamente, se alla multinazionale gli urli sotto casa “fuori da Perugia“, significa non considerare 600 persone, che grazie allo stabilimento di san Sisto hanno un reddito e un lavoro dignitosi”.
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