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MILANO – L’Eudr assomiglia sempre più a una telenovela infinita: si delinea infatti la prospettiva di una nuova proroga, peraltro auspicata da molti, e di un possibile ulteriore annacquamento delle sue norme. Il contestato Regolamento (UE) 2023/1115, entrato in vigore il 29 giugno 2023, ha come obiettivo principale quello di impedire che prodotti legati alla deforestazione e al degrado forestale possano essere immessi sul mercato dell’Unione Europea o esportati da essa.
Esso si applica a applica a 7 materie prime principali e ai loro prodotti derivati: bovini, cacao, caffè, olio di palma, gomma, soia e legno.
Per consentire alle imprese di adeguarsi, l’UE ha previsto una proroga per l’applicazione del Regolamento: al 30 dicembre 2025 per le medie e grandi imprese, e al 30 giugno 2026 per le micro e piccole imprese.
Inoltre, il 15 aprile 2025, ha annunciato un primo pacchetto di misure volte a semplificare l’attuazione del Regolamento
La Commissione sarebbe dunque intenzionata a proporre ora un secondo rinvio. La proposta è contenuta in una lettera di cui il quotidiano online Euractiv ha svelato il contenuto, nella quale la Commissaria europea per l’ambiente, la resilienza idrica e un’economia circolare e competitiva, la svedese Jessika Roswall, ha informato il presidente della Commissione per l’ambiente del Parlamento europeo, Antonio Decaro, e la presidenza danese, che la Commissione sta considerando l’idea di posticipare di un anno l’entrata in vigore delle norme.
Motivo: problemi legati alla piattaforma informatica, che gioca un ruolo cruciale nella gestione e verifica della conformità delle catene di approvvigionamento, ai fini dell’Eudr
“Nonostante i nostri sforzi di semplificazione, siamo preoccupati per il sistema informatico, data la quantità di dati da inserire” scrive la commissaria nella missiva.
“Nel corso dell’ultimo anno, la Commissione ha sviluppato il sistema informatico in stretto contatto con i portatori di interesse. In questo contesto, le nuove proiezioni sul numero di operazioni e interazioni previste tra gli operatori economici e il sistema hanno portato a una sostanziale revisione al rialzo del carico previsto sul sistema stesso” si legge ancora nella lettera.
“Ciò è legato a una serie di fattori. Tra questi, uno dei problemi riguarda il modo in cui gli operatori possono scegliere di interagire con il sistema per agevolare le loro operazioni. Un altro, gli obblighi posti a carico degli operatori a valle dall’Eudr, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi mesi per fornire una semplificazione ai portatori di interesse.
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