domenica 24 Marzo 2024
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Ancora dubbi e incertezze sui mercati del caffè, mentre il Vietnam annuncia il lockout

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Dalla Corte
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – L’incertezza che regna sovrana in tutto il mondo continua a tenere sulle spine anche gli operatori dei mercati del caffè, tra dubbi, timori e incertezze. Uno stato d’animo che si riflette nell’andamento erratico dei mercati. Dopo i picchi due settimane fa, la borsa newyorchese ha accusato un parziale arretramento la settimana trascorsa. Il contratto principale (maggio) ha chiuso venerdì a 114,90 centesimi: 95 punti sotto il venerdì precedente.

Ieri, il benchmark è tornato però a salire guadagnando 175 punti e terminando a 116,65 centesimi sostenuto dal real in ripresa.

La moneta brasiliana, che aveva toccato nuovi minimi storici a inizio mese, ha ripreso quota lunedì, dopo l’annuncio di un possibile intervento della Banca centrale sui mercati.

La borsa londinese continua invece a mantenersi a ridosso dei minimi.

Il contratto per scadenza maggio dell’Ice Robusta ha registrato oscillazioni minime la settimana trascorsa rimanendo quasi costantemente sotto la soglia psicologica dei 1.200 dollari.

Range ristrettissimo anche nella prima seduta della settimana, che si è conclusa con guadagni minimi, a 1.194 dollari.

Così la situazione nei mercati fisici

Sul fronte dei fondamentali, la maturazione del raccolto brasiliano di arabica entra nella sua fase finale e mancano poche settimane ormai all’inizio della stagione di raccolta. Le fasi critiche sono ormai alle spalle e i produttori appaiono ottimisti riguardo l’esito.

È già iniziata intanto la raccolta dei robusta in Rondônia ed Espírito Santo. In quest’ultimo stato, il governo ha emanato nuove norme di sicurezza a tutela dei lavoratori agricoli.

In Colombia, la produzione di marzo segna una flessione del 12%, a 806.000 sacchi, secondo i dati diffusi dalla Federazione nazionale dei produttori. La produzione dei primi sei mesi dell’annata caffearia 2019/20 ammonta a 7,412 milioni di sacchi e supera del 6% quella del pari periodo dell’annata precedente.

Crolla l’export, che segna un -21% a marzo scendendo a 903.000 sacchi, riflettendo anche le attuali difficoltà logistiche. Le esportazioni dei primi 6 mesi sono invece in calo del 4%, a 6,838 milioni.

Intanto, il governo del Vietnam ha disposto da mercoledì scorso un blocco nazionale di 15 giorni per contenere la pandemia. Stop a tutte le attività non essenziali: fermo anche il commercio del caffè. Previste conseguenze pure sugli imbarchi, visto il basso numero di lavoratori portuali operativi.

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