venerdì 19 Aprile 2024
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I dati Fipe: a settembre sono 400mila i dipendenti dei locali a casa, disoccupati

“Questo dato è drammatico – commenta la Fipe-Confcommercio – e dimostra non solo che il settore dei Pubblici esercizi è tra i più colpiti a causa della pandemia e delle misure di contrasto alla diffusione del virus, ma anche che, subito dopo l’estate, moltissime attività di ristorazione hanno chiuso i battenti o lavorano al minimo lasciando a casa i dipendenti. Le previsioni per i prossimi mesi sono ancor più negative se si pensa alle misure restrittive adottate da governo e Regioni nell’ultima settimana"

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ROMA – Nel mese di settembre oltre 400mila dipendenti di bar e ristoranti sono rimasti a casa senza lavorare. Si tratta di una stima realizzata dall’Ufficio Studi della Fipe – Federazione italiana dei pubblici esercizi, sulla base dei dati relativi alle ore di cassa integrazione in deroga diffusi oggi dall’Inps ed ai contratti di lavoro a tempo determinato.

Secondo l’Istituto nazionale di previdenza, infatti, nel corso del mese di settembre sono stati autorizzate oltre 8,7 milioni di ore di cig in deroga per i lavoratori di alloggio e ristorazione.

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Dipendenti senza lavoro: un altro tipo di pandemia

Partendo da questo dato, l’ufficio studi Fipe ha calcolato che tra lavoratori in cassa integrazione, circa 50 mila persone, e contratti a tempo determinato non attivati, circa 350, la metà degli 850mila dipendenti di bar e ristoranti non è stato impiegato nel corso dell’ultimo mese.

“Questo dato è drammatico – commenta la Fipe-Confcommercio – e dimostra non solo che il settore dei Pubblici esercizi è tra i più colpiti a causa della pandemia e delle misure di contrasto alla diffusione del virus, ma anche che, subito dopo l’estate, moltissime attività di ristorazione hanno chiuso i battenti o lavorano al minimo lasciando a casa i dipendenti. Le previsioni per i prossimi mesi sono ancor più negative se si pensa alle misure restrittive adottate da governo e Regioni nell’ultima settimana. A questo punto, non possiamo più aspettare oltre: serve un intervento immediato con contributi a fondo perduto per compensare le perdite di fatturato dei pubblici esercizi. Centinaia di migliaia di posti di lavoro rischiano di essere cancellati definitivamente”.

 

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