giovedì 11 Aprile 2024
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Dieci anni fa la legge anti-fumo nei bar

Il promotore, l'ex ministro della Sanità Gerolamo Sichia: «Gli italiani con noi». Una grande scelta di civiltà. L’ex ministro: «L’85 per cento gradisce il provvedimento. Devastanti gli effetti del fumo passivo»

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«Era il 10 gennaio 2005 quando è entrata in vigore la legge» anti-fumo. «Ci siamo basati su un principio costituzionale che è quello di dire che è giusto che chi vuole fumare fumi ed è libero di farlo, però è anche giusto che chi non vuole respirare il fumo passivo possa non respirarlo. Non tutti erano contenti in Parlamento, ma molti sì. Gli italiani la volevano: oltre l’85% degli italiani era a favore della legge. Ci furono parecchie opposizioni da parte della Confcommercio e della Fipe (rappresentanti dei pubblici esercizi, ndr). Gli italiani hanno dimostrato a più riprese che erano molti soddisfatti».

Lo ha detto Girolamo Sirchia, ex ministro della Salute, intervenendo alla trasmissione “Orario Continuato” su Telelombardia.

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Il fumo passivo ne uccide mille all’anno
È la stima delle vittime solo in Italia. Chi si accende una sigaretta vicino a te può farti molto male, è più che mai ora di dirgli di smettere. L’esperto: «Un barista non fumatore se non lavora in un ambiente non ventilato può arrivare a respirare l’equivalente di 36 sigarette al giorno»

«I giovani – ha aggiunto l’ex ministro – sottovalutano il fumo molto. Gli elementi scientifici che abbiamo sono straripanti: ormai sappiamo tutto o quasi tutto sui danni provocati dal fumo alla salute e all’ambiente. La gente non si sofferma su queste cose. I giovanissimi hanno ripreso a fumare alla grande. Il fumo contribuisce a danneggiare» anche «le falde acquifere e gli oceani».

Perché non sono riusciti a far passare la legge prima i miei predecessori? «Perché, evidentemente – ha proseguito Sirchia – hanno scelto delle vie giuridicamente non tali da resistere alle pressioni contrarie che sono tantissime. Anche perché noi sappiamo bene che le multinazionali del fumo mettono a disposizione enormi quantità di denaro per sostenere le loro campagne e, quindi, ostacolare le leggi che limitano in qualche modo l’uso del tabacco».

«Evidentemente, non è stata trovata la strada. Non tutto è possibile in qualunque momento. Io sono stato anche fortunato – ha ricordato l’ex ministro – anche perché in quel momento anche il Consiglio dei ministri mi ha appoggiato, cosa che non era così scontata. Con l’eccezione di qualcuno che aveva vatto una fronda anche lì, la maggioranza mi ha aiutato».

I più odiosi sono quelli che pensano che fumare ovunque sia un diritto: accendono una sigaretta dopo l’altra, incuranti di chi è a mezzo metro o poco più in là…

«C’è molto da fare. La cultura che c’è in Nuova Zelanda oggi qui non sappiamo che cosa sia. La Nuova Zelanda e l’Australia hanno fatto un piano per rendere la nazione libera dal fumo dal 2020.

Oggi i ragazzini – ha proseguito Sirchia, tornando a parlare degli effetti della sigaretta – incominciano a fumare a 10 anni. Ci rendiamo conto del danno che questi poveri ragazzini subiscono diventando assuefatti al fumo? È una cosa disastrosa».

«I genitori – ha ammonito l’ex ministro – dovrebbero preoccuparsi di più. Ci rendiamo conto che questi ragazzini li stiamo distruggendo per la nostra inerzia? Se non facciamo il nostro dovere, questo è un dovere istituzionale. Io ringrazio anche il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, che ha colto questo aspetto. Ci siamo trovati d’accordo con la Regione Lombardia per fare insieme delle cose utili alla gente. La Lombardia ha già iniziato a fare una serie di cose, come il prolungamento dell’orario degli ambulatori», ha concluso Sirchia.

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