mercoledì 10 Aprile 2024
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Dalla MotoGP alla caffeteria: il primo bar con le mura in carbonio è di Andrea Iannone

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L’AQUILA – Ventinove Ristorante. Nell’insegna, in questo caso, conta il numero: i motociclisti e tutti gli appassionati di MotoGP avranno già capito che parliamo del locale di Andrea Iannone: 27 anni tra pochi giorni, pilota dal 2004 e catapultato nel Mondiale già l’anno dopo, nell’allora 125 cc. Dal 2013 è alla Ducati, il suo numero di gara è appunto il 29.

Vastese doc, milanista dichiarato, non è uomo da seconda fila: sui circuiti e nel tempo libero. E anche il suo bar-ristorante non poteva essere banale, a partire dalla posizione previlegiata nel centro storico della cittadina abruzzese, lungo la passeggiata panoramica della Loggia Ambligh.

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Vista stupenda e buona cucina: ittica soprattutto, fatta di ricette classiche e abruzzesi. Iannone lo ha acquistato nel 2015, insieme alla famiglia, e l’ha rimesso a nuovo. Con passione. “E’ un mondo quello della cucina che mi ha sempre affascinato, amo mangiare bene e in modo salutare – spiega Andrea – ecco perché abbiamo deciso di realizzare al meglio, trovata l’occasione giusta, quel concetto di cucina semplice ma di gusto, che mi sta a cuore”.

Andrea, ci presenta il Ventinove?

“E’ un concept moderno di ristorazione. Basti dire che è il primo bar con le mura in carbonio, materiale che conferisce al locale un mix di eleganza e semplicità. Poi abbiamo deciso di servire il miglior pesce, rigorosamente adriatico, per dare lustro al lavoro di chi esce quotidianamente a prenderlo. I nostri cuochi sanno che devono trattarlo il meno possibile per far apprezzare ai clienti bontà e qualità naturali. E c’è anche una sezione sushi”.

Il suo rapporto con il cibo? Lei lo ama ma è anche uno sportivo.

“Ne ho fatto una filosofia di vita. I pilastri della mia alimentazione sono pesce, verdure, carne bianca specialmente alla griglia e uova. Mangio pochi carboidrati e non bevo. Ma non è una dieta particolare, visto che mi comporto allo stesso modo quando sono sui circuiti o in vacanza”.

La specialità della sua terra imperdibile, per chi non ci è mai stato?

“Sicuramente il mitico brodetto. E’ un piatto molto antico della mia amata Vasto, i pescatori lo facevano con le prede più povere del loro pescato, quelle che non vendevano insomma. Ma oggi è diventato una delle specialità più ricercate dai turisti”.

Se la cava in cucina?

“Da piccolo, mi divertivo un sacco a fare esperimenti ma non mi reputo un cuoco. Diciamo però che un buon uovo all’occhio di bue riesco ancora a farlo…”.

I motorhome della F.1 auto hanno buona fama per la qualità della ristorazione, è così anche in MotoGP?

“Parlo della Ducati ovviamente. Da noi il cibo è davvero buono, riusciamo a mangiare sano e salutare: piatti di cucina mediterranea per intenderci, grazie ai cuochi italiani”.

Oltre al suo locale, hai qualche posto del cuore?

Sicuramente la casa, anche in cucina la mamma è sempre la mamma!

Iannone, una volta appeso il casco al chiodo, non è che si cimenterà maggiormente come patron di locali?

“Anche nei momenti di svago, lontano dalla MotoGP, a me piace non stare mai fermo,. Cerco sempre nuove avventure, nuovi stimoli, come ad esempio questo del bar-ristorante. Mi piace chi ha spirito imprenditoriale, ho sempre ragionato con questa mentalità e non mi sono mai dato per vinto. Di questo devo ringraziare la mia famiglia senza la quale oggi difficilmente sarei stato dove sono: quindi perché escluderlo?”.

Maurizio Bertera

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